Lietta Tornabuoni
La Stampa
L’estate, si sa, è la stagione dell’horror, ma i Mostri ‘90 non si distinguono granché dai Mostri ‘89 o dai Mostri ‘88. I film sono infatti per lo più sequels, seguiti: così i Critters 2 sono i soliti devastanti botoli scuri pelosi e dentati; in Nightmare 5 l’uomo-incubo resta il consueto ripugnante Freddy Krüger; le abominevoli creature di Non aprite quel cancello 2 non sono cambiate dai tempi di Non aprite quel cancello 1. Quel rassicurante sentimento di familiarità che libera lo spettatore anche dal minimo imprevisto e dal più tenue sforzo di capire, facendo il successo dei film-seguito, nell’horror potrebbe sembrare una ripetizione che contraddice il genere eliminando il terrore provocato dall’ignoto: invece va benissimo lo stesso, ogni narrazione popolare si basa sulla ripetitività. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2099 caratteri spazi inclusi) su La Stampa
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