Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Il “Verdone di Natale” non poteva essere più ghiotto. A dimostrazione delle doti di un attoreautore che ad ogni film si fanno sempre più salde e più mature, raggiungendo ormai l’equilibrio sempre più giusto fra la comicità e le cose serie; con piglio fermo e deciso. Lo schema, oggi, sembra quello del triangolo “due uomini e una donna”, con immediata rivalità, ma in realtà c’è dell’altro, e con modi nuovi. La donna è Alice, una specie di hippy troppo bella (è Ornella Muti) che, senza proprio volerlo, fa innamorare di sé il dirigente di un’agenzia di viaggi soprattutto religiosi (Sergio Castellitto) che ha, come socio, il cognato (Carlo Verdone). [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (3090 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 21 dicembre 1990