Ore disperate [2]

Luigi Paini

Il cinema di Michael Cimino è sconcertante: anche quando il regista italoamericano si trova alle prese con un'opera su commissione (è il caso di Ore disperate, rifacimento dell'omonima pellicola del 1955 di William Wyler) la sua fortissima personalità lascia il segno. E dunque un classico film nero, pur mantenendo grosso modo la struttura del modello, si trasforma in un originale punto di osservazione su società americana e cinema contemporanei. Cimino procede a strattoni, alternando ambienti chiusi e soffocanti (la casa da cui è proibito uscire) ai vastissimi spazi (ripresi con una fotografia ipercolorata) tipici dei western; o ancora lunghi momenti di stasi a improvvise accelerazioni. [...]

di Luigi Paini, articolo completo (1975 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore