fabal
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giovedì 22 novembre 2012
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atmosfere solenni per una vicenda divertente.
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Chicago, Natale. Nella turbolenta partenza per l'aeroporto la famiglia Mc Allister dimentica a casa il figlio Kevin, di soli 8 anni. Reduce da un litigio con i parenti, il bambino non disdegna la solitudine e dimostra subito un'energica autonomia. Finché una sgangherata coppia di ladri non decide di svaligiare la villa: ma si rivelerà una scelta davvero poco felice.
Benché l'etichetta della kid comedy possa limitare la portata assiologica della pellicola, "Mamma ho perso l'aereo" non è un filmetto, ma una vicenda divertente ben lustrata dalla tinte favolistiche. I trilli natalizi che accompagnano le scene ne fanno una sorta di carillon cinematografico, in cui la regia filtra l'occhio demiurgico del bambino.
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Chicago, Natale. Nella turbolenta partenza per l'aeroporto la famiglia Mc Allister dimentica a casa il figlio Kevin, di soli 8 anni. Reduce da un litigio con i parenti, il bambino non disdegna la solitudine e dimostra subito un'energica autonomia. Finché una sgangherata coppia di ladri non decide di svaligiare la villa: ma si rivelerà una scelta davvero poco felice.
Benché l'etichetta della kid comedy possa limitare la portata assiologica della pellicola, "Mamma ho perso l'aereo" non è un filmetto, ma una vicenda divertente ben lustrata dalla tinte favolistiche. I trilli natalizi che accompagnano le scene ne fanno una sorta di carillon cinematografico, in cui la regia filtra l'occhio demiurgico del bambino. Tutto lo spazio visivo è irradiato da un'atmosfera magica, gli oggetti e i personaggi traspirano una fantasia deformante, ma mai paradossale: l'aggancio comunque vivo alla realtà rende "Mamma ho perso l'aereo" un film solido e lineare, fiabesco ma non infantile, e piacevole anche per gli adulti. Niente a che vedere con pseudo sequel più recenti.
A scandire tutto questo ci pensa la meravigliosa colonna sonora di John Williams, uno dei suoi lavori più riusciti. Note possenti o natalizie donano consistenza anche ai fatti più banali: il risultato è l'allestimento di un'atmosfera solenne, con perfetta simbiosi tra sonoro e immagine. A Williams e al montaggio di Raja Gosnell spetta gran parte di questo merito.
Chris Columbus è riuscito così a produrre il suo "piccolo" capolavoro: piccolo, ovviamente, come sinonimo di inaspettato.
Il cast, infine, si presta con spirito alla farsa fiabesca. I due ladri sono una versione metropolitana del gatto e della volpe: Daniel Stern è l'imbranato, Joe Pesci il cattivo, coppia esilarante e ben assortita. Ma su tutti giganteggia Macalay Culkin, il bambino prodigio che, dopo questo successo, tentò subito di attaccarsi allo strascico. Ma con pellicole trascurabili. Non fortunato è anche il suo cammino fuori dalle telecamere. Ma a noi piace ancora pensarlo nei panni del piccolo grande Kevin.
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marcorici
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giovedì 7 novembre 2013
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il miglior film di sempre
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Bellissimo film, l'ho visto la prima volta all'eta' di 5 anni e lo guardo volentieri tutt'ora soprattutto nel periodo natalizio.Il film ha una trama piuttosto semplice ma che attira molto chi guarda il film, le colonne sonore sono ottime tanto da essere state candidate a diversi premi. L'attore protagonista in questo film ha dimostrato di aver un talento innato, peccato che poi nel corso della sua vita non è riuscito a sfruttarla nel migliore dei modi per colpa di vari fattori, come la droga e i diversi problemi famigliari. Per chi non l'avesse mai visto lo consiglio vivamente.
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elgatoloco
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lunedì 25 dicembre 2017
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home alone, but...
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iQuesto"Home Alone"(1990, in italiano"Mamma, ho perso l'aereo", che con l'originale ha poco a che vedere, ma...c'est comme ça...)di Christ Columbus, sceneggiato da John Hughes, oltre ad essere un piacevole film natalizio, è un film"muy gringo"sulla questione dello star da soli, per i bambini, come appunto da titolo, dove da un lato si sostiene assolutamente il"familismo", ossia il ritrovare la pace nel focolare e nel desco familiare(la riterritorializzazione, per Deleuze e Guattari), dall'altro, però, si tende a esaltare il come un bambino, molto vivace, certo, da difendersi e affermarsi contro tutti il ladri e i lestofanti, ricorrendo a tutti gli stratagemmi possibili-come dire la solitudine, l'essere messi di fronte alla challenge(sfida)aguzza l'ingegno.
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iQuesto"Home Alone"(1990, in italiano"Mamma, ho perso l'aereo", che con l'originale ha poco a che vedere, ma...c'est comme ça...)di Christ Columbus, sceneggiato da John Hughes, oltre ad essere un piacevole film natalizio, è un film"muy gringo"sulla questione dello star da soli, per i bambini, come appunto da titolo, dove da un lato si sostiene assolutamente il"familismo", ossia il ritrovare la pace nel focolare e nel desco familiare(la riterritorializzazione, per Deleuze e Guattari), dall'altro, però, si tende a esaltare il come un bambino, molto vivace, certo, da difendersi e affermarsi contro tutti il ladri e i lestofanti, ricorrendo a tutti gli stratagemmi possibili-come dire la solitudine, l'essere messi di fronte alla challenge(sfida)aguzza l'ingegno...Toynbee, che citavo per la sfida e la reazione ad essa, ma soprattutto la capacità di "industriarsi"dell'homo americanus, del self made man(child, nella fattispecie, ma comunque va bene così...), del"mi soo fatto da me..."in salsa american way of life, dato che i gringos non temono rivali, concorrenti e nemici vari, neppure gli alleati... Il tutto detto bene, simpaticamente, anche se qui credo siano troppo insistite le scene relativamente alle trappole che il bambino Kevin mette in atto contro i due sfortunati e imbranati ladri che tenetano di svaligiare l'appartamento. Tutto il resto, anche il montaggio che alterna parti relative al bambino a quelle che attengono ai genitori, arrivati a Parigi, ma necessitati a tornare a casa, a quelle della madre in viaggio con un complesos di polka per tornare a Chicago. Qui tutto è comunque "casalingo"(casa e dintorni)mentre nel"Numeber Two"kevin arriverà, sempre per un equivoco legato ai velivoli, a New York... Interpreti bravi, da Maucalay Culkin a Joes Pesci alla O'Hara(Catherine).... El Gato
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paolp78
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sabato 10 giugno 2023
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buon umore e spirito natalizio
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L’industria del cinema spesso propone dei prodotti il cui target è ben decifrabile; questo è uno di quei casi, con il regista Chris Columbus che presenta la più classica delle commedie natalizie per famiglie, come rivela esplicitamente la scelta di avere un bambino nella parte del protagonista.
Columbus, che nella sua carriera ha firmato diverse commedie di successo, fa centro in modo pieno, ottenendo una pellicola rassicurante, divertente, che mette di buon umore ed ha anche la capacità di celebrare la famiglia e lo spirito natalizio, argomenti che fanno sempre breccia nel grande pubblico soprattutto americano, ma non solo.
Il film si giova di un bel ritmo, che rende particolarmente piacevole e scorrevole la visione, nonché di una narrazione leggera, con personaggi stereotipati e quasi macchiettistici (come l’insopportabile fratello maggiore, lo zio avaro e i ladri imbranati) che ben funzionano per il pubblico a cui l’opera è rivolta.
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L’industria del cinema spesso propone dei prodotti il cui target è ben decifrabile; questo è uno di quei casi, con il regista Chris Columbus che presenta la più classica delle commedie natalizie per famiglie, come rivela esplicitamente la scelta di avere un bambino nella parte del protagonista.
Columbus, che nella sua carriera ha firmato diverse commedie di successo, fa centro in modo pieno, ottenendo una pellicola rassicurante, divertente, che mette di buon umore ed ha anche la capacità di celebrare la famiglia e lo spirito natalizio, argomenti che fanno sempre breccia nel grande pubblico soprattutto americano, ma non solo.
Il film si giova di un bel ritmo, che rende particolarmente piacevole e scorrevole la visione, nonché di una narrazione leggera, con personaggi stereotipati e quasi macchiettistici (come l’insopportabile fratello maggiore, lo zio avaro e i ladri imbranati) che ben funzionano per il pubblico a cui l’opera è rivolta.
Per far ridere si punta su gag ben costruite che prevedono un umorismo fisico, sempre molto apprezzabile, concentrate soprattutto sul finale quando i due buffi ladri tentano di svaligiare la casa del piccolo protagonista, cadendo invece vittima dei mille trabocchetti architettati da quest'ultimo.
Oltre al bambino protagonista interpretato dal biondino Macaulay Culkin, che divenne una celebrità, tra gli altri attori abbiamo Joe Pesci e Daniel Stern che se la cavano benissimo nella parte della coppia di ladri, trovando un ottimo affiatamento e risultando ben complementari; Stern è quello che spicca maggiormente, risultando più buffo e simpatico, ma va davvero apprezzata la versatilità di Joe Pesci, che in carriera ha recitato ruoli molto distanti da questo.
I genitori del piccolo protagonista sono interpretati da John Heard e Catherine O'Hara con quest’ultima che ha la parte di maggior rilievo. C’è poi Roberts Blossom, attore che nelle sue apparizioni, spesso di scarso minutaggio, ha però sempre lasciato il segno, come in questo caso.
Infine si ricorda una piccola partecipazione del noto comico John Candy.
Il titolo originale “Home alone” richiama meglio la storia raccontata e la tematica del bambino che riesce a cavarsela da solo, compiendo un’esperienza formativa che lo fa crescere.
Il film che ormai è diventato un classico natalizio, aveva probabilmente tale ambizione, tanto che si vedono le immagini di due pellicole che sono delle pietre miliari di tale categoria: “Il miracolo della 34ª strada” di George Seaton e “La vita è meravigliosa” di Frank Capra. Invece la scena in bianco e nero del gangster che spara con il mitra, non appartiene a nessun vecchio film, bensì è stata girata da Columbus appositamente per questa pellicola.
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great steven
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giovedì 21 maggio 2015
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un classico a tutti gli effetti, ma senza merito.
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MAMMA, HO PERSO L'AEREO (USA, 1990) diretto da CHRIS COLUMBUS. Interpretato da MACAULAY CULKIN, JOE PESCI, DANIEL STERN, CATHERINE O'HARA, ROBERT BLOSSOM, JOHN HEARD, JOHN CANDY, DEVIN RATRAY, ANGELA GOETHALS, HILLARY WOLF, MICHAEL C. MARONNA, GERRY BAMMAN
A Chicago, la famiglia McCallister è in partenza per Parigi, dove i coniugi intendono passare una vacanza con la numerosa prole, gli zii e i cugini. Ma nella fretta di lasciare la casa per giungere all’aeroporto e a causa anche di una sveglia che non suona per via di un black-out, dimenticano a casa il figlio più piccolo, Kevin, rinchiuso in castigo su in soffitta.
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MAMMA, HO PERSO L'AEREO (USA, 1990) diretto da CHRIS COLUMBUS. Interpretato da MACAULAY CULKIN, JOE PESCI, DANIEL STERN, CATHERINE O'HARA, ROBERT BLOSSOM, JOHN HEARD, JOHN CANDY, DEVIN RATRAY, ANGELA GOETHALS, HILLARY WOLF, MICHAEL C. MARONNA, GERRY BAMMAN
A Chicago, la famiglia McCallister è in partenza per Parigi, dove i coniugi intendono passare una vacanza con la numerosa prole, gli zii e i cugini. Ma nella fretta di lasciare la casa per giungere all’aeroporto e a causa anche di una sveglia che non suona per via di un black-out, dimenticano a casa il figlio più piccolo, Kevin, rinchiuso in castigo su in soffitta. Il bambino, tuttavia, non si demoralizza e, approfittando dell’assenza dei genitori, se la spassa alla grande, concedendosi di saltare sul letto, mangiare schifezze e guardare film violenti alla televisione. Ma la sua tranquillità apparentemente indisturbata viene presto intaccata da Harry e Marv, due maldestri scassinatori e ladruncoli di infima categoria che tentano di svaligiare la casa. Peggio per loro: Kevin li accoglie piazzando trappole per tutta la residenza, e fa in modo che la scalcinata coppia di malviventi venga provvidenzialmente arrestata subito prima del ritorno della sua famiglia dalla vacanza. I critici di tutto il mondo si sono arrovellati a lungo per spiegare l’immenso successo che questa commedia ha riscosso tanto in patria quanto all’estero, e i motivi, dopo un ragionamento attento e logico, sono da attribuire principalmente alla leggerezza serena ma anche scatenata dell’intreccio e alla simpatia comunque non catalizzante che il giovane protagonista ha saputo suscitare negli spettatori, in particolar modo quelli più sprovveduti e infantili. Culkin, insopportabile monello capace di giocare tiri mancini ad ogni opportunità, ha fatto bene la sua parte e lo deve interamente alla perizia registica di uno come Columbus che spesso ha lavorato con i bambini, ma l’attore e il regista hanno lavorato fondamentalmente su una sceneggiatura che sfodera più che altro una cattiveria incontrollata e schizofrenica perdendo di vista la scelta di un più moderato ed equilibrato umorismo tipicamente statunitense in grado di divertire senza per forza dover campare sulle disgrazie dei due imbranati antagonisti. E in effetti questa commediola tutto sommato scialba e sgangherata ci marcia davvero troppo, sulle disavventure che gli antieroi patiscono loro malgrado e senza andarle a cercare, ma pure sul carico narrativo (meno pesante di quel che sembra) gravante sulle spalle del personaggio principale. Però un risultato esorbitante, anche per quanto riguarda le sale italiane, lo ha portato a casa, nella stagione 1990-1991, e se effettivamente il pubblico apprezza questo genere di film adolescenziali, pompati con dosi anabolizzanti di autoparodia e carineria zuccherosa al limite del patetico, non si può certo negare che abbiano saputo ritagliarsi un posto nella storia delle commedie cinematografiche. Un aspetto che probabilmente avrebbe meritato un più dettagliato e acceso approfondimento è lo sviluppo del vecchio signore che Kevin incontra, e che sulle prime lo spaventa terribilmente per poi diventare un suo caro e affidabile amico. Inutile sottolineare che i più bravi del cast siano Pesci e Stern, abilissimi nell’interpretare le mezze calzette di delinquenti che, pur di guadagnare un miserrimo soldo bucato, son disposti alle mascalzonate più vili e faticose, e la loro comicità si regge specialmente sulla mimica arcigna del primo e sulla dilagante stupidità del secondo. L’unico, autentico applauso sono proprio loro a meritarlo a pieno titolo. Il fatto che poi pure Culkin sia stato premiato, nel paese che ha prodotto la pellicola, è un’ulteriore testimonianza dell’eccessiva sopravvalutazione attorno alla quale quest’opera mediocre e di second’ordine ha costruito il proprio alone di celebrità, in superficie intoccabile ma in verità molto labile e disgregabile.
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critichetti
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giovedì 18 dicembre 2014
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non so che dire
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Mi rendo perfettamente conto che quello che dirò non piacerà a molti,ma mi sento in dovere di parlare del film come io lo ritengo e onestamente è una pellicola che ho sempre odiato,nonostante io sia della generazione che con film come questi ci è cresciuta.Se molti aspettavano in Natale per vedere questo film in televisione,io ero uno dei pochi che invece odiavano con tutte le forze questo lato che ogni Natale ritornava sempre più fastidioso.Ma andiamo con ordine.Il film ovviamente è destinato ai bambini e quindi cerca di essere più spassoso che bello o ben curato.Ma io l'ho visto per la prima volta quando avevo 4 o 5 anni e ho iniziato ad odiarlo fin dal primo minuto.
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Mi rendo perfettamente conto che quello che dirò non piacerà a molti,ma mi sento in dovere di parlare del film come io lo ritengo e onestamente è una pellicola che ho sempre odiato,nonostante io sia della generazione che con film come questi ci è cresciuta.Se molti aspettavano in Natale per vedere questo film in televisione,io ero uno dei pochi che invece odiavano con tutte le forze questo lato che ogni Natale ritornava sempre più fastidioso.Ma andiamo con ordine.Il film ovviamente è destinato ai bambini e quindi cerca di essere più spassoso che bello o ben curato.Ma io l'ho visto per la prima volta quando avevo 4 o 5 anni e ho iniziato ad odiarlo fin dal primo minuto.La storia in sintesi parla di un bambino che,spedito per punizione in soffitta il giorno prima di partire per le vacanze,viene dimenticato dai genitori e da tutti i familiari che partono tranquillamente (possibile che nessuno su quattordici (14) persone se ne accorga?Capisco la sospensione dell'incredulità,ma qui si esagera...dimenticare un figlio in soffitta?)Il ragazzo non solo non si spaventa minimamente,ma poi inizia a gozzovigliare e bighellonare in casa sua.La sia gioia sfrenata si trasforma in nostalgia e paura durante la vigilia di Natale,quando ha due incontri:il primo con un vecchio che voci dicevano avesse sterminato una famiglia molti anni prima,il quale si rivela invece essere la miglior persona che un bambino rimasto a casa da solo possa incontrare.e mi ha sempre dato fastidio di come nessuno si ricordasse mai di lui:è il personaggio migliore,l'unico che cerchi di dare un'aurea natalizia al film!E poi ci sarà l'icontro con due ladri temuti da incredibilmente impacciati con cui inizierà una serie di slapstick in stile Willy il Coyote.Peccato però che almeno dei cartoni della Warnwr wrano fatti bene,qui no (Cosa c'è da ridere in una tarantola che finisce sulla faccia di qualcuno,dico io?)e soprattutto molte di queste funzionano solo perchè c'è di mezzo Joe Pesci che fa un gran lavoro.A queste cose aggiungiamoci nei che ho notato una volta cresciuto:dove diavolo è la regia?Seriamente:sarebbe potuto andare il mio cane o anche solo un cactus che l'effetto sarebbe stato o stesso.Poi è vero che qualcosa di bello c'è,come le musiche di John Williams,però francamente non mi basta.Credo che la fortuna di questo film debba essere inserita tra i grandi misteri dell'umanità,a metà strada tra l'esistenza dei marziani e lo scoprire che fine ha fatto la "Poetica" di Aristotele.Potrà forse essere carino per bambini piccoli,ma per quel che mi riguarda la sua visione fu una triste ora e mezza della mia infanzia
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