Edward mani di forbice

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Un film di Tim Burton. Con Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Anthony Michael Hall, Kathy Baker.
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Titolo originale Edward Scissorhands. Fantastico, Ratings: Kids+13, durata 105 min. - USA 1990. - 20th Century Fox Italia uscita mercoledì 24 aprile 1991. MYMONETRO Edward mani di forbice * * * 1/2 - valutazione media: 3,79 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Fiaba moderna con introverso, gentile protagonista Valutazione 3 stelle su cinque

di Great Steven


Feedback: 70018 | altri commenti e recensioni di Great Steven
mercoledì 26 aprile 2017

 

EDWARD MANI DI FORBICE (USA, 1990) diretto da TIM BURTON. Interpretato da JOHNNY DEPP, DIANNE WIEST, WINONA RYDER, ANTHONY MICHAEL HALL, KATHY BAKER, VINCENT PRICE

Peggy, rappresentante di cosmetici simpatica e dall’animo gentile, dopo una giornata di lavoro deludente arriva al castello sopra la collina della sua città, e scova casualmente Edward, creatura tecno-umana che ha grosse, affilatissime forbici al posto delle mani perché il suo anziano inventore, uomo geniale, è morto prima di potergliele fare. Intuendo il bisogno di attenzione e comprensione del ragazzo, che veste una giacca nera, ha capelli arruffati e molte cicatrici sul volto, Peggy lo accoglie in casa propria, facendogli conoscere il marito campione di bowling e i due figli. La maggiore, Kim, è dapprima terrorizzata dal nuovo inquilino, ma poi se ne innamora pian piano, venendo ricambiata. Peggy e Kim sono le uniche persone del quartiere ad amare Edward, che è invece subito detestato dagli altri abitanti per la sua diversità, per quanto essi ne apprezzino comunque le formidabili doti da parrucchiere (Edward ha una velocità e una precisione inimitabili nel costruire statue di ghiaccio o di siepi e nel tosare capelli o peli dei cani). Edward trova sfortunatamente il suo nemico più agguerrito in Jim, il presuntuoso fidanzato di Kim, che lo coinvolge in un furto nel tentativo di rapinare le ricchezze del padre per comprare per lui e la compagna un furgone nuovo. Ritenuto handicappato e non in possesso delle sue facoltà mentali, Edward non ha guai con la giustizia, ma da quel momento il vicinato acuisce l’astio nei suoi confronti, e il povero ragazzo, reo di aver sfogato la sua rabbia in modo violento, è costretto a tornarsene al castello. Kim lo raggiunge ed è immediatamente imitata da Jim, intenzionato ad eliminare Edward, ma sarà lui a cadere vittima delle sue forbici. Molti anni dopo Peggy, ormai anziana e divenuta nonna, racconta la stupefacente e commovente storia di Edward Scissorhands alla nipotina, giurandole che è convinta che il timido e misterioso non-umano sia ancora vivo e che produca egli stesso, mediante la scolpitura del ghiaccio, le precipitazioni nevose nella città. Tratto da un racconto dello stesso Burton, è una fiaba moderna sul tema sempreverde del diverso detestato unanimemente dalla collettività, ma con una spiccata accentuazione ottimistica che va a braccetto col talento visionario che da sempre caratterizza il regista, qui alla sua prima collaborazione importante con J. Depp. Il personaggio di questi, contraddistinto da una profonda introversione e da un approccio ingenuo ma onesto nel relazionarsi al mondo circostante, permette all’attore di costruire, mediante una recitazione estremamente sotto le righe, un adorabilissimo eroe in cui il pubblico può largamente riconoscersi per la sua primordiale e viscerale necessità di essere accettato, compreso e aiutato, trovando in ciò una dimensione infantile e per questo addirittura magica. Il cast brilla per una serie di ottime interpretazioni, fra cui spiccano la Kim della 19enne W. Ryder, casta e fiduciosa, la Peggy di D. Wiest, espertissima nel trucco a fin di bene e animata da un salubre ottimismo, e il Jim di A.M. Hall, invidioso dell’amore che la fidanzata da lui delusa nutre per Edward, verso cui egli prova invece un risentimento che lo carica di sorda violenza. In mezzo al folto gruppo delle comari pacchiane, ridanciane e inconsistenti la prova migliore è offerta da K. Baker, con la sua lasciva Joyce dal capello rosso e dalle labbra tumide. Insieme a Burton e Depp, l’eroe indiscutibile della pellicola è Stan Winston, addetto agli effetti speciali per quanto concernette la realizzazione delle mani di forbice di Edward, per la quale si è avvalso di una crew di ben dodici assistenti. È una meraviglia, inoltre, vedere Edward mentre falcia i cespugli trasformandoli in magnifiche statue come del resto si resta affascinati anche quando lo si vede modellare il ghiaccio o l’acconciatura di cani e signore. La scenografia si rivela eccellente nel delineare le case sgargianti e a tratti un po’ stucchevoli del quartiere surreale e improbabile in cui si svolge la storia, innegabile punto di forza del film per come affronta il già citato tema della diversità e col grandissimo merito di non cercare in maniera forsennata la lieta fine. Edward non viene riabilitato in quanto commette un omicidio, seppur per uno scopo nobile: il suo essere speciale non è trasformato in superiorità verso i "normali", ma diventa un veicolo di giustizia privata e, al contempo, un lasciapassare che serve a convertire il rancore accumulato in qualcosa che vorrebbe essere costruttivo, ma è in realtà deplorevole (lo sfregio fatto ai danni di Kevin). Visionario, parzialmente delirante, con una tensione finale che regge straordinariamente il ritmo per poi esplodere al momento opportuno, originale e fuori da schemi e classificazioni, è un racconto gotico non consigliabile ai bambini, che può anzi insegnare qualcosa di significativo agli adulti che si credono migliori di coloro che umiliano ed emarginano. Perché anche l’emarginazione, al contrario di quanto le apparenze possano suggerire, è un cardine su cui il film di Burton si incentra, e la analizza nel modo più intelligente: mediante l’inserimento di un individuo speciale in mezzo ad una società di comuni calunniatori delle disgrazie altrui.

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