alierot
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martedì 10 marzo 2009
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john ballo' con "due calzini", e fu subito storia.
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Definirlo solo un film storico è riduttivo, visto che non tralascia alcuna emozione:
è intriso di sentimento, humor, azione, violenza e dramma.. tutti dosati alla massima potenza, senza risparmio, il tutto reso intensissimo dall'interpretazione di un cast di attori perfettamente " in parte".
Una lunghissima pellicola, ma che non stanca neppure nella versione integrale.
Meritatissimi tutti i suoi Oscar.
Solo il trailer, credo non gli renda onore: la sensazione che sembra trasmettere, è quella di una commedia western... ed anche piuttosto superficiale.
Ma, la perfezione, non è di questo mondo.
E, Balla Coi Lupi, alla perfezione, ci va anche fin troppo vicino.
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riccardo-87
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mercoledì 6 gennaio 2010
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un cammino tra i sentieri della vita
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Individuare in “Balla coi lupi” un tema predominante non è certo facile, dal momento che in questo film si ritrova, oltre che una netta presa di posizione a favore degli indiani, contro la visione di questi come “i cattivi”, seguendo in tal senso il filone iniziato con “Soldato blu”, capolavoro del 1970, anche un forte predominio di riflessione suoi fondamenti della vita, sulla importanza della semplicità, dell’amicizia, dell’amore; vi è un invito a superare le diversità e ad aprirsi all’altro, lezione che oggi più che mai è da imparare. Vi è inoltre un invito ad accettare i suoi costumi dell’altro e ad apprendere dall’altro. Tutto questo è rappresentato tramite personaggi caratterizzati alla perfezione, dalla saggezza di Dieci Orsi, alla personalità rude ma sincera di Vento nei capelli, all’amore per la vita e la pazienza di Uccello Scalciante.
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Individuare in “Balla coi lupi” un tema predominante non è certo facile, dal momento che in questo film si ritrova, oltre che una netta presa di posizione a favore degli indiani, contro la visione di questi come “i cattivi”, seguendo in tal senso il filone iniziato con “Soldato blu”, capolavoro del 1970, anche un forte predominio di riflessione suoi fondamenti della vita, sulla importanza della semplicità, dell’amicizia, dell’amore; vi è un invito a superare le diversità e ad aprirsi all’altro, lezione che oggi più che mai è da imparare. Vi è inoltre un invito ad accettare i suoi costumi dell’altro e ad apprendere dall’altro. Tutto questo è rappresentato tramite personaggi caratterizzati alla perfezione, dalla saggezza di Dieci Orsi, alla personalità rude ma sincera di Vento nei capelli, all’amore per la vita e la pazienza di Uccello Scalciante. Un film che propone immagini grandiose, come quella evocata da Costner in risposta alla domanda di Uccello Scalciante “quanti bianchi arriveranno?”, a cui egli risponde “tanti come le stelle”. Il rapporto poi che si crea tra Balla coi Lupi (Costner) e Alzata con pugno (Mary McDonnell) è di una delicatezza commovente, e l’amicizia che lo lega ad Uccello Scalciante – “io e te grandi amici”- rispecchia un’intesa tra i due mai veramente esplicitata. La frase più bella e carica di significato, pronunciata da Graham Greene (Uccello Scalciante, è a mio avviso la seguente: “stavo pensando che di tutte le strade della vita, la più importante è quella che conduce all’essere umano” ; questa frase arriva a mio modo di vedere a cogliere quello che è in fondo lo scopo della vita: il costituire una famiglia e il vivere per essa, nonostante fin troppo spesso questo venga dimenticato. Altra scena di una grandiosità spettacolare è quella in cui, al momento della separazione di Balla coi Lupi dagli indiani, Vento nei capelli sale su una rupe e grida : “Balla coi Lupi! Tu sei mio amico! Lo capisci che sarai mio amico per sempre?!” ; in questo “grido dell’amicizia” io vi ritrovo una profondità unica che, lontano dal plateale, fa invece percepire allo spettatore la profondità del legame che Balla coi Lupi ha instaurato con gli indiani. Un film completo ed importantissimo nella storia del cinema, un capolavoro nel e al di fuori del suo genere, che incorona Costner alla sua prima regia.
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tramonto1883
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martedì 12 febbraio 2008
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quando la frontiera e la diversità sono valori
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Film d'attualità più che mai al giorno d'oggi. Oggi che si pensa che i nostri "vicini di casa" siano dei mostri e che il diverso sia percepito come minaccia. Il film invece ci insegna quanto possiamo imparare da ciò che non conosciamo. Riguardatevi bene la prima ora di film: c'è tutto il fascino della frontiera, del "limes" per dirlo alla latina, dove al di là della collinetta della prateria inizia il territorio indiano. Dunbar vuole andarvi, vuole scoprire, capire chi sono costoro. Lui è l'ultimo abitante della civiltà, lui è il confine tra il noto e l'ignoto.
A tutto questo sia aggiunga l'ottima fotografia, una degna colonna sonora di J. Barry (quello della mia Africa), ed un Kostner, che potrebbe spadroneggiare, ma non lo fa mai, si cala nel contesto naturale che lo circonda (ma saranno veri o artefatti i tramonti sulla prateria?).
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Film d'attualità più che mai al giorno d'oggi. Oggi che si pensa che i nostri "vicini di casa" siano dei mostri e che il diverso sia percepito come minaccia. Il film invece ci insegna quanto possiamo imparare da ciò che non conosciamo. Riguardatevi bene la prima ora di film: c'è tutto il fascino della frontiera, del "limes" per dirlo alla latina, dove al di là della collinetta della prateria inizia il territorio indiano. Dunbar vuole andarvi, vuole scoprire, capire chi sono costoro. Lui è l'ultimo abitante della civiltà, lui è il confine tra il noto e l'ignoto.
A tutto questo sia aggiunga l'ottima fotografia, una degna colonna sonora di J. Barry (quello della mia Africa), ed un Kostner, che potrebbe spadroneggiare, ma non lo fa mai, si cala nel contesto naturale che lo circonda (ma saranno veri o artefatti i tramonti sulla prateria?). Profondo e stupendo
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damiano
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giovedì 26 luglio 2007
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un uomo che ritrovò se stesso
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il tenente john dunbar viene ferito in una battaglia della guerra di secessione americana ad una gamba ,la quale deve essere tagliata dai medici di campo per prevenire l'infezione.ma durante l'operazione i dottori fanno una pausa e nel frattempo il tenente morente incalza gli stivali e torna alla trincea del suo reggimento .e ormai in preda allo sconforto e alla pazzia di morire si dirige con un cavallo di fronte alla trincea dei nemici posizionata davanti alla propria.cosi facendo crea un sovversivo ,infatti i soldati nemici iniziano a sparare contro di lui non preoccupandosi degli altri che attaccheranno il campo nemico e vinceranno la battaglia.grazie al suo inconsapevole intervento il tenente guadagna la fiducia del colonello del suo reggimento che gli salva la gamba e gli dice di poter dirigersi su qualsiasi fronte dell'esercito a suo piacimento.
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il tenente john dunbar viene ferito in una battaglia della guerra di secessione americana ad una gamba ,la quale deve essere tagliata dai medici di campo per prevenire l'infezione.ma durante l'operazione i dottori fanno una pausa e nel frattempo il tenente morente incalza gli stivali e torna alla trincea del suo reggimento .e ormai in preda allo sconforto e alla pazzia di morire si dirige con un cavallo di fronte alla trincea dei nemici posizionata davanti alla propria.cosi facendo crea un sovversivo ,infatti i soldati nemici iniziano a sparare contro di lui non preoccupandosi degli altri che attaccheranno il campo nemico e vinceranno la battaglia.grazie al suo inconsapevole intervento il tenente guadagna la fiducia del colonello del suo reggimento che gli salva la gamba e gli dice di poter dirigersi su qualsiasi fronte dell'esercito a suo piacimento.dunbar decise di andare nel lontano west per vedere per l'ultima volta con i suoi occhi la "frontiera": il territorio indiano che lentamente veniva conquistato dai bianchi.e insieme a un pioniere si dirige su un carro verso l'ovest per portare rifornimenti al fortino dell'esercito trovasi in mezzo al territorio indiano.ma arrivati là è deserto e nonostante le intimidazioni del pioniere di far dietro front il tenente decide di scaricare le provviste e di rimanere lui solo.la permanenza nel fortino è tutt'altro che monotona,infatti il pozzo da cui attingeva l'acqua è infestato a causa di animali morti, buttati li dentro dai soldati che vi soggiornavano prima.inoltre un giorno mentre faceva la doccia in uno specchio d'acqua prossimo il fortino intravede un indiano che rovista nella sua capanna,il tenente si dirige frettolosamente e inizia ad urlare all'indiano ,che spaventato scappa.dopodichè dunbar decide di perlustrare la zona perchè non è bello diceva che un soldato diventi bersaglio e si imbatte in una donna bianca con vestiti da indiana che si sta tagliando le vene,e lei spaventata nel vederlo sviene.lui la raccoglie e la porta fra le braccia al villaggio.ma gli indiani ,invece di apprezzare il gesto di amore gli intimano di andarsene.poi la sera il capo del villaggio dice che devono andare a conoscere meglio questo bianco,e gli manda da lui il guerriro piu scontroso del villaggio e quello piu mite.dopo tante visite al soldato bianco diventeranno amici e quello che un tempo era il tenente john dunbar si recherà al villaggio indiano e indossando le vesti di quei "selvaggi" e imparando i loro usi e le loro tradizioni cosi diverse da quelle dei bianchi scoprirà un altra persona dentro di lui (balla coi lupi).infatti sposerà la donna bianca che aveva raccolto fra le sue braccia quel giorno e da adesso in poi si riconoscerà soltanto nel suo essere indiano pur essendo un bianco ,perchè aveva capito quanto la loro mentalità fosse migliore di quella dei bianchi ,pur essendo in certi casi folle(faccio l'esempio :quando trucidarono i mercanti di pelli dei bisonti e li scuoiarono come noi faremmo con gli animali danzando vicino un fuoco .ma era anche un popolo degno di sacrificare un intera tribu pur di salvare uno dei loro dalle grinfie dei bianchi.infatti quando viene catturato dai soldati balla coi lupi,l'intera tribu torna indietro dal suo percorso di marcia per salvarlo.il film finisce fra le lacrime perchè balla coi lupi ormai ricercato dall'esercito decide di lasciare i suoi amici e il suo popolo ,altrimenti si sarebbero battuti per lui e sarebbero stati sterminati tutti.capolavoro
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iosonoleggenda691
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sabato 25 dicembre 2010
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la pista che conduce all'essere umano
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Film splendidamente diretto e interpretato da Kevin Costner. Ritmo lento e riflessivo, ma coinvolgente ed emozionante. Un sublime affresco della cultura indiana della seconda metà del XIX secolo.
Nonostante la lunghezza del film (oltre 3 ore e mezzo), la visione non risulta affatto pesante, anzi il film riesce fluido e ben orchestrato. Alcune scene, sottolineate da una fantastica colonna sonora e una natura incontaminata, rimangono impresse nella memoria e sono davvero splendide. Il dettaglio sulle abitudini Sioux è curato in modo approfondito. Le emozioni che riesce a suscitare questo film sono sincere e sublimi.
Il film tratta il tema dell'amicizia senza mai cadere nella banalità.
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Film splendidamente diretto e interpretato da Kevin Costner. Ritmo lento e riflessivo, ma coinvolgente ed emozionante. Un sublime affresco della cultura indiana della seconda metà del XIX secolo.
Nonostante la lunghezza del film (oltre 3 ore e mezzo), la visione non risulta affatto pesante, anzi il film riesce fluido e ben orchestrato. Alcune scene, sottolineate da una fantastica colonna sonora e una natura incontaminata, rimangono impresse nella memoria e sono davvero splendide. Il dettaglio sulle abitudini Sioux è curato in modo approfondito. Le emozioni che riesce a suscitare questo film sono sincere e sublimi.
Il film tratta il tema dell'amicizia senza mai cadere nella banalità. Bellissimo
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sasha73
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domenica 30 dicembre 2012
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indimenticabile
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Superba pellicola. Kostner in stato di grazia ci regala questo capolavoro che sa toccare le corde più profonde della nostra anima. Uno straordinario inno alla vita, al rispetto per gli altri esseri viventi, umani o animali che siano. Intenso e commovente il rapporto che si instaura tra il cavallo Sisko e il tenente nordista e tra quest'ultimo e il lupo "due calzini". Magistrale la capacità con cui Kostner riesce a narrare il delicato approccio tra il tenente da lui stesso interpretato e la comunità Sioux, nonchè la storia d'amore tra il medesimo e la donna bianca della comunità. Il tutto sullo sfondo di una natura meravigliosa, le sterminate praterie del Dakota, rappresentata con grande maestria.
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Superba pellicola. Kostner in stato di grazia ci regala questo capolavoro che sa toccare le corde più profonde della nostra anima. Uno straordinario inno alla vita, al rispetto per gli altri esseri viventi, umani o animali che siano. Intenso e commovente il rapporto che si instaura tra il cavallo Sisko e il tenente nordista e tra quest'ultimo e il lupo "due calzini". Magistrale la capacità con cui Kostner riesce a narrare il delicato approccio tra il tenente da lui stesso interpretato e la comunità Sioux, nonchè la storia d'amore tra il medesimo e la donna bianca della comunità. Il tutto sullo sfondo di una natura meravigliosa, le sterminate praterie del Dakota, rappresentata con grande maestria. La morte e la perdita con cui il film si congeda sono, ahinoi, storia. Ma un nuovo lupo ulula e un uomo continua a giurarti eterna amicizia... poesia allo stato puro. Grazie Kostner!
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federica_88
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venerdì 30 dicembre 2011
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quando un uomo diventa bestia
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Un film coinvolgente capace di sprigionare nello spettatore emozioni forti talvolta completamente contrastanti che è impossibile non inducano alla riflessione. Il disprezzo, a parer mio, che dovrebbe suscitare il film non è verso l'uomo bianco ma verso qualsiasi uomo incapace di dar senso alle piccole cose considerando la natura esclusivamente come un fondo da sfruttare a suo piacimento. Balla coi lupi è infatti un uomo bianco che comprende quando sia stato inutile quello per il quale aveva lottato fino a quel momento, che capisce come il progresso tecnico se usato per determinati scopi porta solo morte e distruzione, alterando il normale corso degli eventi naturali. L'indiano non è altro che l'emblema dell'uomo semplice, che nonostante anni e anni di sviluppo economico, sociale, tecnico e politico, è capace, esattamente come John, di ritornare alla semplicità e ad un rapporto di compenetrazione con tutto quello che è vivo.
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Un film coinvolgente capace di sprigionare nello spettatore emozioni forti talvolta completamente contrastanti che è impossibile non inducano alla riflessione. Il disprezzo, a parer mio, che dovrebbe suscitare il film non è verso l'uomo bianco ma verso qualsiasi uomo incapace di dar senso alle piccole cose considerando la natura esclusivamente come un fondo da sfruttare a suo piacimento. Balla coi lupi è infatti un uomo bianco che comprende quando sia stato inutile quello per il quale aveva lottato fino a quel momento, che capisce come il progresso tecnico se usato per determinati scopi porta solo morte e distruzione, alterando il normale corso degli eventi naturali. L'indiano non è altro che l'emblema dell'uomo semplice, che nonostante anni e anni di sviluppo economico, sociale, tecnico e politico, è capace, esattamente come John, di ritornare alla semplicità e ad un rapporto di compenetrazione con tutto quello che è vivo. Tutto ha un'anima per gli Indiani. Tutto deve essere lasciato cosi com'è. Si uccide per un unico fine: quello di soddisfare i bisogni primari dell'esistenza. Per i soldati dell'esercito americano niente è animato, niente ha capacità decisionale, al di infuori di loro. Tutto può essere manipolato a loro piacimento, tanto la sua vita non ha senso. Si uccidono animali solo per la pelliccia o, ancora peggio, per puro divertimento. L'uomo bianco tutto può perché è riuscito a costruire armi che lo rendono invincibile. Ma un uomo così non è un uomo, è una bestia.
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dounia
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martedì 14 giugno 2011
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la forza di credere alle proprie idee
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L'attore Kevin Costner, oltre che essere regista di "Balla coi lupi", interpreta il film ambientato in America, nel periodo della guerra di Secessione. Il film mette in evidenza vari aspetti positivi degli Indiani e del loro mondo che non viene riconosciuto dall'esercito americano. Nel film ci sono due fasi: la prima di ambientazione, di conoscenza del popolo indiano e di tranquillità; la seconda di turbolenza. Sono questi due modi diversi di vedere la vita. Inoltre la prima, durante la conoscenza degli Indiani Sioux, trasmette l'armonia, l'importanza di curarsi di popoli diversi, di vedere i loro usi e modi di vivere che vedo molto attuale.
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renato c.
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domenica 21 febbraio 2010
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un bellissimo western sugli indiani
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Un bellissimo western che rende giustizia agli Indiani. Un ottimo debbutto di Kevin Costner alla regia che gli è valso il premio Oscar! Ne ho visto la prima versione quando è uscito il film, e ho acquistato il DVD della versione di 4 ore e debbo dire che anche se ci sono scene in cui il protagonista è solo in qull'avamposto sperduto non l'ho trovato noioso in nessun momento; anzi, anche quelle scene, con quei paesaggi, con sottofondo la colonna sonora di John Barry erano bellissime! Questo film fa vedere la saggezza dei nativi d'America che avrebbero desiderato vivere in pace con i bianchi, se questi non li avessero combattuti ferocemente per impadronisi delle loro terre. L'inizio del dialogo tra Balla coi lupi ed il capo indiano fa capire molte cose ed è comprensibile, specialmente dopo e
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Un bellissimo western che rende giustizia agli Indiani. Un ottimo debbutto di Kevin Costner alla regia che gli è valso il premio Oscar! Ne ho visto la prima versione quando è uscito il film, e ho acquistato il DVD della versione di 4 ore e debbo dire che anche se ci sono scene in cui il protagonista è solo in qull'avamposto sperduto non l'ho trovato noioso in nessun momento; anzi, anche quelle scene, con quei paesaggi, con sottofondo la colonna sonora di John Barry erano bellissime! Questo film fa vedere la saggezza dei nativi d'America che avrebbero desiderato vivere in pace con i bianchi, se questi non li avessero combattuti ferocemente per impadronisi delle loro terre. L'inizio del dialogo tra Balla coi lupi ed il capo indiano fa capire molte cose ed è comprensibile, specialmente dopo essersi innamorato di Alzata con pugno il suo desiderio di vivere con loro, ospitali ed amici! Il tema era stato toccato anche in "Un uomo chiamato cavallo" dove il protagonista Richard Harris rimprovera ad un francese vissuto degli anni prigioniero degli Indiani: "Sei vissuto tanti anni con qusta gente e non hai capito niente di loro!" I bianchi che arrivano poi all'avamposto verso la fine del film sono proprio odiosi! Vedono nel bianco vestito da indiano un traditore della propria razza! Uccidono senza motivo e con cattiveria il povero lupo "Due calzini" ed alla fine avranno ciò che si meritano dai Sioux venuti a salvare il loro amico bianco! Alla fine Balla coi lupi se ne andrà con Alzata con pugno per evitare rappresaglie contro la tribù amica, ma invano! Questo film fa vedere come questo popolo chiamato "selvaggio" perche viveva di caccia e pesca ed era nomade era invece un popolo di grande saggezza!
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fabio57
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martedì 22 dicembre 2015
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grande costner
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Epico questo western atipico,dove finalmente si dice la verità sul conto degli indiani indigeni dell'america del Nord, che furono sterminati senza pietà ed espropriati dei loro territori, con violenza e sopraffazione, da un manipolo di scellerati ,scoscienziati e cialtroni provenienti dall'inghilterra e non solo.Irriguardosi della cultura autoctona, imposero con la violenza i loro "usi e costumi" eclissando la spiritualità profonda che animava queste popolazioni.Il rapporto tra l'uomo e la natura è al centro di questa meravigliosa storia,in cui il "feeling" che si crea tra Costner e un lupo è veramente carnale.Il lupo è considerato da tutti un predatore, ma in realtà il più predatore di tutti è sempre l'uomo.
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Epico questo western atipico,dove finalmente si dice la verità sul conto degli indiani indigeni dell'america del Nord, che furono sterminati senza pietà ed espropriati dei loro territori, con violenza e sopraffazione, da un manipolo di scellerati ,scoscienziati e cialtroni provenienti dall'inghilterra e non solo.Irriguardosi della cultura autoctona, imposero con la violenza i loro "usi e costumi" eclissando la spiritualità profonda che animava queste popolazioni.Il rapporto tra l'uomo e la natura è al centro di questa meravigliosa storia,in cui il "feeling" che si crea tra Costner e un lupo è veramente carnale.Il lupo è considerato da tutti un predatore, ma in realtà il più predatore di tutti è sempre l'uomo. Pellicola immortale
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