Mery per sempre |
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Un film di Marco Risi.
Con Michele Placido, Claudio Amendola, Francesco Benigno, Alessandra Di Sanzo, Roberto Mariano.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Italia 1989.
MYMONETRO
Mery per sempre
valutazione media:
2,86
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il crepuscolo e la fine di un regimedi Gianni LuciniFeedback: 29149 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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lunedì 17 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In Mussolini ultimo atto Carlo Lizzani punta l’obiettivo sugli ultimi giorni del fascismo e dell’occupazione tedesca dell’Italia. Li racconta e li fa vivere attraverso le vicende personali di Benito Mussolini. La scelta del regista è quella di non esagerare, ma di guidare la narrazione con grande misura, evitando sia le tinte vivide degli affreschi epici sia l’impostazione melodrammatica scelta undici anni prima per Il processo di Verona. Il Benito Mussolini descritto da Lizzani è un uomo confuso e incapace di prendere in mano il proprio destino che si aggira come un fantasma attraverso un regime in decomposizione. La sua vicenda personale diventa la trasposizione simbolica del crepuscolo del fascismo in agonia nei giorni della Liberazione. Tutto concorre a rafforzare questa identificazione, compresa la fotografia di Roberto Gerardi che svolge un ruolo decisivo. La vicenda, infatti, si svolge in aprile ma i colori degli esterni appaiono lividi e intonati più all’autunno che alla primavera, in sintonia con la rapida e penosa fine di un’epoca e dell’uomo che l’ha rappresentata. Anche i personaggi di contorno concorrono a rafforzare l’impressione di uno sfacelo inarrestabile. Molti tra gli sgherri del suo regime lo abbandonano al suo destino e pensano soltanto a riciclarsi, come l’agente dei servizi segreti fascisti che si mette a disposizione degli Stati Uniti perchè «Nell’Italia futura avrete bisogno di molti amici nella lotta contro il comunismo...». Le immagini dei palazzi del potere assediati e pieni di uomini in preda alla paura e in qualche caso alla disperazione raccontano più di tante parole il crollo la fine di un’epoca e di un uomo destinato a lasciare nella storia un segno diverso da quello che sognava. Quando il film inizia della passata gloria di Mussolini non resta già più nulla. Mussolini è il passato e la retorica con la quale s’era ammantato si sgretola di fronte alla realtà. Quando il dittatore esce dal palazzo del Cardinale Schuster qualcuno si chiede «In futuro come sarà ricordato?». Proprio il cardinale mostra la pochezza del personaggio di fronte alla storia rispondendo: «Come l’uomo che ha fatto arrivare i treni in orario».
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