La vita e niente altro

Roberto Escobar

Al centro di La vita e nient'altro c'è una galleria scura, piena di morte: cadaveri di soldati, bombe, gas. In quella galleria la macchina da presa non riesce mai a entrare, salvo che per poche decine di metri. Ogni volta, qualcosa la respinge: ora lo sviluppo della storia, ora un'esplosione, ora il panico e l'angoscia. La sola immagine che, di essa, il cinema riesca a dare è quella di una bocca nera, un vuoto. Dentro quella bocca è come se il cinema si perdesse, si smarrisse nel nulla. Il nulla: ecco è la verità profonda del film di Bertrand Tavernier, o almeno eccone un lato. [...]

di Roberto Escobar, articolo completo (4880 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore e niente altro.
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