mister prudente
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mercoledì 24 agosto 2016
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due cuori e un inferno.
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Un grande film sulla crisi di coppia e sicuramente il migliore di DeVito regista.
Tutto all'inizio sembra una grande favola, lui addirittura si esprime con "Che Dio ti benedica"nella prima notte d'amore,lei gli compra la macchina dei sogni,arrivano soldi,case,figli, etc.
Poi qualcosa si rovina e passo dopo passo si arriva al tracollo.
L'uomo ogni tanto ha qualche momento di bontà, la donna quando prende una decisione non torna più indietro,si sa.
I dialoghi e i dispetti reciproci della coppia in crisi raggiungono vette decisamente epiche.
Tutti ,piu' o meno,possono riconoscersi nel delirio universale che si scatena.
Perche', diciamoci la verita',quando siamo lacerati e consumati negli affetti più cari,purtroppo mostriamo il nostro lato peggiore.
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Un grande film sulla crisi di coppia e sicuramente il migliore di DeVito regista.
Tutto all'inizio sembra una grande favola, lui addirittura si esprime con "Che Dio ti benedica"nella prima notte d'amore,lei gli compra la macchina dei sogni,arrivano soldi,case,figli, etc.
Poi qualcosa si rovina e passo dopo passo si arriva al tracollo.
L'uomo ogni tanto ha qualche momento di bontà, la donna quando prende una decisione non torna più indietro,si sa.
I dialoghi e i dispetti reciproci della coppia in crisi raggiungono vette decisamente epiche.
Tutti ,piu' o meno,possono riconoscersi nel delirio universale che si scatena.
Perche', diciamoci la verita',quando siamo lacerati e consumati negli affetti più cari,purtroppo mostriamo il nostro lato peggiore.
In questo la pellicola è di una veridicità sontuosa.
I saggi si fermano in tempo accettando le "gradazioni di sconfitta" citate nel film,gli altri rischiano seriamente di fare la fine di Oliver e Barbara.
Strepitosi Douglas e la Turner,nella storia il gesto finale di lei.
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paolp78
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giovedì 7 ottobre 2021
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escalation di tensione e divertimento
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Terzo ed ultimo film che vede come protagonista l’affiatatissima coppia composta da Michael Douglas e Kathleen Turner; le precedenti due pellicole erano il riuscitissimo e fortunato “All’inseguimento della pietra verde” di Zemeckis ed il meno convincente seguito dal titolo “Il gioiello del Nilo” (questo secondo diretto dal modesto Lewis Teague). Anche stavolta al fianco dei due protagonisti c’è Danny DeVito, che nei due film precedenti era impegnato in una parte di alleggerimento comico, molto ben riuscita, mentre qui è pure voce narrante e soprattutto regista della pellicola.
L’opera è una commedia nera sulla tematica sempre buona della crisi di coppia.
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Terzo ed ultimo film che vede come protagonista l’affiatatissima coppia composta da Michael Douglas e Kathleen Turner; le precedenti due pellicole erano il riuscitissimo e fortunato “All’inseguimento della pietra verde” di Zemeckis ed il meno convincente seguito dal titolo “Il gioiello del Nilo” (questo secondo diretto dal modesto Lewis Teague). Anche stavolta al fianco dei due protagonisti c’è Danny DeVito, che nei due film precedenti era impegnato in una parte di alleggerimento comico, molto ben riuscita, mentre qui è pure voce narrante e soprattutto regista della pellicola.
L’opera è una commedia nera sulla tematica sempre buona della crisi di coppia. Il film si sviluppa in modo godibilissimo: al progressivo aumentare delle incomprensioni e delle tensioni tra la coppia, corrisponde un parallelo incremento del divertimento e della piacevolezza della pellicola, che per tutta la sua durata è attraversata da un classico humor di matrice anglosassone, assolutamente delizioso.
Il ritmo della narrazione è incalzante, privo di momenti morti.
La regia di DeVito si dimostra molto matura e ben studiata, con l’attore-regista che si concede anche non pochi virtuosismi tecnici dietro la macchina da presa.
L’oggetto della rappresentazione è perfettamente nelle corde di Michael Douglas e Kathleen Turner, che sembrano persino più a loro agio in questa commedia che nelle precedenti pellicole avventurose in stile Indiana Jones e che in effetti offrono delle performance convincentissime. I due protagonisti in quel momento erano all’apice della loro carriera, ormai beniamini del pubblico e stelle hollywoodiane di prima grandezza: la buona riuscita della pellicola deve sicuramente molto ai due interpreti ed allo straordinario feeling che avevano col grande pubblico.
Resta un mistero il motivo per cui la collaborazione della ben assortita coppia, anzi trio includendo DeVito, si sia fermata a questi tre fortunati film campioni d’incassi degli anni ottanta.
Volutamente comica e ben poco credibile la scena in cui Kathleen Turner si getta ai piedi del piccoletto DeVito, implorandolo in modo un po’ goffo e surreale.
Finale quasi da film thriller con scene violente e non prive di suspense, ma senza che venga smarrita mai una certa leggerezza nella narrazione, che finisce per smorsare piacevolmente la tensione.
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carlotrevisan
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lunedì 2 novembre 2020
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sopravvalutato e banale
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Esistono dei film che sono spesso e troppo universalmente giudicati come iconici, come capolavori ecc.. quando in realtà non lo sono.
La guerra dei Roses è uno di questi. Indiscutibile che abbia un cast pazzesco e che anche DeVito sia bravissimo come regista, la debolezza sta nella storia. Banale, stucchevole, grottesca, noiosa. E se vogliamo anche maschilista perchè i colpi bassi più grossi vengono dalla donna. La scorrettezza di non andare in ospedale, di desiderare persino la morte dell'altra persona (cosa che va ben oltre il voler semplicemente lasciare) è di lei, così come l'utilizzo del suo documento per tenersi la cosa. L'immagine del mondo femminile che esce da questo film è davvero terribile.
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Esistono dei film che sono spesso e troppo universalmente giudicati come iconici, come capolavori ecc.. quando in realtà non lo sono.
La guerra dei Roses è uno di questi. Indiscutibile che abbia un cast pazzesco e che anche DeVito sia bravissimo come regista, la debolezza sta nella storia. Banale, stucchevole, grottesca, noiosa. E se vogliamo anche maschilista perchè i colpi bassi più grossi vengono dalla donna. La scorrettezza di non andare in ospedale, di desiderare persino la morte dell'altra persona (cosa che va ben oltre il voler semplicemente lasciare) è di lei, così come l'utilizzo del suo documento per tenersi la cosa. L'immagine del mondo femminile che esce da questo film è davvero terribile. Per quanto entrambi i personaggi appaiono come psicopatici, per lo meno Oliver sembra avere un cuore, al contrario di Barbara, che sembra solo una pazza senza cuore.
La guerra diventa patetica, a colpi di scorretteza, noiosa e prevedebile. Il finale è quasi telefonato sin dall'inizio del film, dove si racconta frettolosamente dell'incontro perfetto, dei regali, e di tutto quanto, per poi mostrare come tutto viene rovinato quasi senza un vero motivo, ma principalmente per la follia dei due personaggi.
Se ci fosse stata una storia più solida, più profonda, più articolata psicologicamente, il film avrebbe potuto essere davvero un master piece del cinema. Ma così resta un film vuoto, tenuto in piedi dall'interpretazione, dalla regia, e dalle situazioni grottesche che si creano ma che restano ben lontane dai reali meccanismi psicologici delle persone.
Per cui lo reputo un film estremamente over rated, e non solo, anche irritante da guardare per tanti motivi.
Si salva concettualmente il finale, per quanto da una parte si può criticare come happy ending un po' forzato a fronte del tutto, dove DeVito con questa storia da un insegnamento ad un suo cliente. Forse la storia vuole insegnare qualcosa, vuole dare una lezione, ma secondo me non ci riesce e resta una storia insipida e mediocre.
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