Inizio subito con una piccola curiosità: il Film è nel 2011 tornato ad avere una piccola ribalta sui vari settimanali di costume, per essere stata la pellicola del debutto attoriale, a soli 17 anni,di Walter Garibaldi, erede della Celebre famiglia del Generale Il ragazzo si era appena dipolomato alla Scuola di Teatro diretta da Antonio Pierfederici, pupillo di Luchino Visconti.
Il suo ruolo Rushid è per battute e pose più importante di quello di Enrico Lo Verso.
La pellicola fa parte di un cinema di denuncia perseguito e voluto da Squitieri ispirandosi ad un fatto realmente accaduto sul sagrato di una chiesa roimana: dei teppisti diedero fuoco ad un senzatetto extracomunitario.
L'intento lodevole non è però supportato dalla recitazione piatta e monocorde dei due protagonisti scelti, Carolina Rosi e Salvatore Marino, impacciati fuori misura e finti nel tratteggiare il dramma che dovrebbero veicolare. Tant'è che di entrambi, fortunatamente si son perse le tracce.
La Regia invece ha dei guizzi di estrema verità, la scena iniziale, quella della Sala Caritas e la violenza carnale ad opera dei barboni sono tratteggiate con una crudezza ed una lealtà di intenti davvero lodevole.
La ferma mano di Squitieri fa emergere in superficie il tessuto esistenziale di miseria e povertà che governa il quotidiano incedere delle ore di persone "senza patria", colpevoli solo di avere una gradazione di pelle diversa e non gradita.
Se al posto dei due prescelti ( all'epoca, pare, dei nomi di richiamo al botteghino ) si fosse osato di più, la produzione di diritto sarebbe entrata tra le più importanti del Maestro ma la starnazzante voce della Rosi e l'impassibile faccia di Marino distolgono l'attenzione da tutto il resto. Purtroppo. Nota aggiuntiva: Interessantissima e ad effetto la fotografia curata dall'ex marito di Barbara De Rossi.
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