Un'altra donna |
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Un film di Woody Allen.
Con Gene Hackman, Mia Farrow, Gena Rowlands, Ian Holm, Blythe Danner.
continua»
Titolo originale Another Woman.
Commedia,
durata 81 min.
- USA 1988.
MYMONETRO
Un'altra donna
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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CINEMA ED INCONSCIOdi AntowellaFeedback: 303 | altri commenti e recensioni di Antowella |
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lunedì 18 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel 1988 Woody Allen dirige "Un'altra donna" , probabilmente uno dei film più fortemente introspettivi della sua lunga e brillante carriera. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che lavorano nell'ambito della psicologia e nei suoi più vicini dintorni, ma più in generale a chiunque abbia voglia di vedere un film di spessore e che lasci degli interrogativi sulla propria esistenza, che faccia riflettere sulla difficoltà di dialogare con la propria coscienza e sui disastrosi danni che questo mancato dialogo può provocare. W. Allen lascia che sia la protagonista, Marion, a presentarsi allo spettatore. Dalle sue parole traspare una forte razionalità ed una totale mancanza di emotività ( "quando ho compiuto 50 anni a chi mi avesse chiesto di fare un bilancio della mia vita, avrei detto di aver raggiunto un'accettabile grado di soddisfazione, e come persona, e come professionista"). Un giorno, per scrivere con più tranquillità si trasferisce in un appartamento adiacente ad uno studio psichiatrico. Da un condotto di aerazione arrivano distinte le voci dei pazienti durante le loro sedute, e Marion ne è inizialmente infastidita. E' solo quando sente la voce di una donna che disperata confessa di sentirsi completamente persa, che la sua attenzione si ravviva. Attraverso le parole di questa donna Marion pian piano prenderà coscienza della sua situazione, e dolorosamente farà i conti col suo passato e col presente, che è stato solo la conseguenza inevitabile delle sue scelte e del suo comportamento. Avendo lasciato l'emotività sotterrata in fondo a se stessa, Marion ha vissuto facendo scelte solo con la testa, e mai con il cuore, e vivere così - erigendo continuamente alti muri per difendersi dalle emozioni - porta ad una lenta e metodica distruzione di se stessi. Attraverso una serie di geniali escamotage il regista ci porta a conoscere sempre più profondamente il vissuto di questa donna che, come ognuno di noi, posside nelle sue profondità un vasto oceano di contraddizioni e di bellezza. Conosceremo il suo doloroso passato, la vedremo attanagliata dai sensi di colpa nei confronti delle persone a lei più care, e piegata dai rimpianti per aver rifiutato l'amore vero, la vera passione che dà un senso alla vita. Un film con fortissimi echi Bergmaniani (ma volutamente), dialoghi ben costruiti e trovate oniriche straordinarie e commoventi. Lo stra-consiglio a chiunque abbia voglia di un film che lasci qualcosa! " Mi chiesi se un ricordo è qualcosa che hai, o qualcosa che hai perduto."
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