Autentico, piccolo ched d'oevre, questo"The Great Outdoors"(Howard Deurch, 1988, sceneggiatura di John Hughes), che demistifica la vacanza ben altrimenti di quanto non sappiamo fare film tematicamente abbastanza simili, come per ex.l'italiano"COm'è dura l'avventura", anch'esso degli anni 1980(tra parentesi, è troppo esplicito il titolo italiano"Non è sta una vacnza...ma una guerra!". Una famiglia si reca in una ridente, solitatia, ma in realtà fin troppo affolata localitù di montagna canadese, ma ben presto sopraggiunge la famiglia imparentata, con il "capofamiglia", il saccente ma spiantato e"imroglioncello"fratello della moglie, dunque cognato del grosso capofamiglia "concorrente", sgraziato ma più onesto. Questo, volendo è il tema-chaive, la rivalità tra i due cognati e dunque anche delle due rsipettive famiglie, con qualche"addentellato", come la prima seria espeirenza sentimentale del figlio adolescente della"prima"famiglia, le esperienze sportive e culinarie dei rispettivi protagonisti, dove però, a parte la "sgraziatezza"del "cospicuo"cognato(un notevole John Candy),in particoalre quando è impegnato nello sci d'acqua o quando si cimenta nella gara per mangiare una superbistecca. dove il premio è la cena gratis, due gags comunque tutt'altro che irrilevanti, il vero fulcro del film, a parte i citati, continui battibecchi su"chi sa vivere e ne sa di più", verte sui due racconti"concorrenti", quello dei primo cognato, dell'orso che appare improvvisamente e che viene allontanato con un colpo di schioppo e quello del cognato"number two", della minaccia, sempre nella zona di mintagna sperduta, da parte dei pazzi, dove, ad avverarsi poi nel sottofinale del film, è proprio la prima storia, quella del cognato"buono"e "veritiero", anche se quella era una storia inventata o meglio che egli stesso aveva sentito dal padre e così via , nel corso del tempo e delle generazioni. C'è poi l'episodio della firma del"buono"quale assegno per il"mentitore", dove poi quest'ultimo si pente e straccia la truffa, il che poi permette un "happy end"parziale che però lascia allo spettatore, anche nel caso di un eventuale seguito del film, che i contrasti possano proseguire senza interruzione, per dire così- Il cognato"imbroglione"è il grande Dan Aykroyd e si vede. Le interpreti femminili, di per sè brave, tendono però lasciare spazio alla tenzone continua Candy- Aykroyd e naturalmente alla storia del film, che vede anche, per fortuna, dei bellissimi animali(non solo gli orsi)che parlano, come nella migliore tradizione fiabesca. El Gato
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