Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore
Dimenticatevi Karen Blixen, se volete gustare Il pranzo di Babette. Così si dovrebbe fare, sempre, quando un film trae spunto da un’opera letteraria. E invece, spesso, accade il contrario: il testo originale è considerato il vero oggetto poetico, quasi che il cinema fosse nulla più di una sua lettura. Sarà perché ancora la nostra cultura non riconosce vera autonomia d’arte al cinema. Sarà perché talvolta i critici cinematografici si sentono critici letterari dimezzati. Sarà perché il mestiere della critica cinematografica non gode dello stesso prestigio di quella letteraria (nonostante che il cinema sia, oggi, l’arte maggiore). [...]
di Roberto Escobar, articolo completo (5019 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore 1 Maggio 1988