Compagni di scuola |
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Un film di Carlo Verdone.
Con Athina Cenci, Carlo Verdone, Eleonora Giorgi, Gianni Musy, Fabio Traversa.
continua»
Commedia,
durata 118 min.
- Italia 1988.
MYMONETRO
Compagni di scuola
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ritrovo non troppo allegro fra compagni di liceo.di Great StevenFeedback: |
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martedì 15 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
COMPAGNI DI SCUOLA (IT, 1988) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE – CHRISTIAN DE SICA – ELEONORA GIORGI – NANCY BRILLI – ANGELO BERNABUCCI – LUIGI PETRUCCI – ISA GALLINELLI – PIERO NATOLI – MASSIMO GHINI – CARMELA VINCENTI – ATHINA CENCI – MAURIZIO FERRINI – ALESSANDRO BENVENUTI – LUISA MANERI – FABIO TRAVERSA – GIUSI CATALDO – GIOVANNI VETTORAZZO – SILVIO VANNUCCI – GIANNI MUSY – NATASHA HOVEY § La bella e ricca trentacinquenne Federica Polidori organizza una rimpatriata dei vecchi compagni di liceo nella sua sontuosa villa, convocando tutti gli amici di scuola a partecipare a questo ritrovo: non si tratterà di un incontro felice, perché nel corso della giornata riemergeranno antichi rancori, vecchie rivalità, feroci dissapori e asti covati a lungo nel tempo, che porranno gli uni contro gli altri, talvolta risolvendosi felicemente, talvolta sfociando nell’amarezza o addirittura nella rissa. Tutti gli uomini e le donne, insomma, coinvolti nella situazione riverseranno all’esterno le frustrazioni e i fallimenti che la vita ha loro beffardamente riservato fino a questo momento. La piega malinconica che il film assume fin dalle prime sequenze è idonea e in linea col cinema impegnato e sentimentale che Verdone ha inaugurato con Io e mia sorella, dell’anno precedente a questa pellicola (1987). Il sottofondo agrodolce è ben temperato in una miscela di nostalgia, pathos, allegria fuggevole, sottile cinismo e potente disillusione che dà un tocco di galanteria e di raffinatezza a un’opera che sembrava non promettere bene considerato il periodo previsto per la diffusione nelle sale (quello natalizio; in genere le commedie corali non sbancano al botteghino, nei primi mesi invernali) e considerato anche il parere dei produttori che lo commercializzarono: Cecchi Gori rimase infatti profondamente deluso e addirittura si arrabbiò quando lesse la sceneggiatura che Verdone gli mise in mano prima di iniziare le riprese; ma poi dovette ricredersi, dati gli esiti incoraggianti agli incassi, e affermare che il regista romano dirigeva i film meglio di come li scriveva. Il copione ha i suoi meriti, in termini di leggerezza e humour, ma quello che più colpisce lo spettatore attento ed esaminatore sono le interpretazioni, autentico fiore all’occhiello di questo apologetico panegirico dell’amicizia, delle occasioni perdute e dei subissati rancori che riemergono con vivacità e dirompenza quando si ripresentano le opportunità: e infatti è bene andare a snocciolare la recitazione e a spendere qualche parola non certamente di troppo sulle qualità degli attori. Cominciamo col protagonista: estroverso, ansioso, mai misurato e sempre con le mani fra i capelli; un classico nell’itinerario di C. Verdone, ma stavolta al personaggio si aggiunge anche una sorta di triste rassegnazione e di velata speranza che gli dà una marcia in più rispetto agli altri caratteri cui l’attore romano ci ha abituato col passare degli anni. E poi c’è il cantante fallito e squattrinato di De Sica (lui lo definì un personaggio «alla Dustin Hoffman»), perfetto punto di fusione fra ardore satirico e cattiveria celata, che strappa sicuramente qualche risata e fa riflettere sulla sua insospettata eppur viva drammaticità; c’è il bulletto romano di Bernabucci (al suo esordio sul grande schermo), volgare e presuntuoso, sempre pronto al motteggio dei compagni e spavaldamente incurante delle buone maniere; c’è il logorroico sapientone di Petrucci, che regala una memorabile interpretazione con la sua lingua irrefrenabile e il suo aspetto da intellettuale esasperato, portato alle estreme conseguenze; c’è la giornalista in carriera della Giorgi, sensuale e infastidibile, continuamente pungolata dal simpatico e brioso P. Natoli, vignettista satirico che cerca di riallacciare il rapporto con la sua ex moglie; c’è la Brilli (invecchiata di undici anni), con la sua donna delusa dalla vita e dai rapporti amorosi, che cerca consolazione nelle vecchie amicizie e nella gentile disponibilità con cui adempie ai favori; c’è anche il freddo, cinico, cocainomane e misterioso politico portaborse di Ghini, vero antagonista del film, in qualità di personaggio che non suscita mai risate; ci sono Ferrini e Benvenuti, l’uno ginecologo, l’altro magistrato, che formano una coppia molto riuscita nel ruolo di due beffeggiatori che ordiscono uno scherzo di cattivo gusto ai compagni ignari; c’è la spiritosa della classe impersonata da C. Vincenti, che in una scena rivela con dispiacere la sua sterilità. Nel complesso, tutti gli attori hanno dato il meglio di sé per partecipare ad un risultato positivo che ha trovato buon riscontro all’uscita nelle sale. Un David di Donatello è andato ad A. Cenci, per la sua malinconica e disincantata psicanalista, che aiuta gli altri nei problemi psichici. Sceneggiatura di De Bernardi e Benvenuti in combutta con Verdone. Fotografia di Danilo Desideri, montaggio di Antonio Siciliano, musiche di Fabio Liberatori (amico di vecchia data del regista); la colonna sonora comprende anche una quanto mai azzeccata Dream a Little Dream dei Mamas & Papas.
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