sergio
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giovedì 31 marzo 2005
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il corpo smembrato fra due mondi 1
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In As tears go by (1988) il regista comincia a costruire il suo percorso fatto di immagini nelle quali il desiderio si unisce alla nostalgia e dove mondi diversi hanno la possibilità di unirsi-incontrarsi, attraverso una scrittura caratterizzata da instabili equilibri fra elementi eterogenei e da un continuo accavallarsi e rispecchiarsi di una serie di frammenti di base. Mentre lavorava ad un film diretto da Patrick Tam, The Final Victory (1987), il regista prende lo spunto per la scrittura del suo primo film leggendo un articolo di giornale che riportava la notizia di due adolescenti pagati dalle triadi per commettere un omicidio: nello sceneggiare As tears go by il regista ha ammesso di aver trovato in Mean streets di Martin Scorsese (1973) una fondamentale fonte di ispirazione, visto che secondo lui quella storia di personaggi comuni imprigionati in una situazione senza speranza, in una grande città, poteva essere rappresentata benissimo a New York come a Hong Kong.
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In As tears go by (1988) il regista comincia a costruire il suo percorso fatto di immagini nelle quali il desiderio si unisce alla nostalgia e dove mondi diversi hanno la possibilità di unirsi-incontrarsi, attraverso una scrittura caratterizzata da instabili equilibri fra elementi eterogenei e da un continuo accavallarsi e rispecchiarsi di una serie di frammenti di base. Mentre lavorava ad un film diretto da Patrick Tam, The Final Victory (1987), il regista prende lo spunto per la scrittura del suo primo film leggendo un articolo di giornale che riportava la notizia di due adolescenti pagati dalle triadi per commettere un omicidio: nello sceneggiare As tears go by il regista ha ammesso di aver trovato in Mean streets di Martin Scorsese (1973) una fondamentale fonte di ispirazione, visto che secondo lui quella storia di personaggi comuni imprigionati in una situazione senza speranza, in una grande città, poteva essere rappresentata benissimo a New York come a Hong Kong. Il film ci presenta la vicenda di Ah Wah e del suo protetto Fly, una testa calda che non smette mai di creare problemi. Wah, abituato a risolvere i propri problemi con la forza e le armi, dopo essere lasciato dalla sua compagna, trova nella sua casa, nelle discussioni con sua cugina Ngor, che viene ad abitare da lui, il modo di conoscere e intravedere un’ altra vita. Dal momento in cui Ngor entra nella sua vita si nota con chiarezza la contrapposizione che il regista fa tra due luoghi, quello della violenza (la città, Kowloon) e quello dell’ amore (l’ isola di Landau da dove viene e dove tornerà Ngor terminate le visite mediche). La spola che il protagonista fa tra l’ isola di Landau e Kowloon veicola la rappresentazione della sua divisione interiore tra la volontà di cambiare vita e il peso del passato. Come succede ne Il bandito delle ore undici (1965)di Godard, nel quale i due protagonisti Ferdinand e Marianne decidono di fuggire verso il sud insieme, lontano dalle rispettive vite e nel quale successivamente l’ uno inseguirà l’ altra su un’ isola, Wah va alla ricerca di Ngor sull’ isola di Lantau e allontanandosi dalla vita di Hong Kong, passerà un periodo sereno in compagnia della ragazza. Ngor era arrivata dall'isola di Lantau per ottenere una visita medica specialistica a causa di uno stato di polmonite, e finiti i controlli medici ritorna a Lantau. Lo stato di salute e il rapporto con il corpo è fondamentale nel primo lungometraggio di Wong Kar-Wai.
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fabiofeli
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lunedì 12 luglio 2021
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film esordio di wong kar-way
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Ah Wah (Andy Lau) viene svegliato a più riprese dalla zia che gli comunica l’arrivo a casa sua - Mongkok, Taiwan - della cugina Ah Ngor (Maggie Cheung) che deve fare delle visite mediche. La ragazza porta la mascherina, come noi tutti nel 2021, perché – dice – è infetta. Wah è un capetto di una “triade”, una organizzazione di stampo mafioso che obbedisce alle regole dettate da un vero capo. E il suo “fratello” soprannominato Mosca (nella parte di “Fly” il bravo Jacky Cheung) si caccia nei guai, come al solito, con il capo di un’altra triade che presta soldi a strozzo, per pagare le spese di nozze del suo (vero) fratello minore … Wong Kar-way esordisce nel 1988 con questo film, restaurato di recente, confezionando un ottimo remake di Mean Streets, capolavoro di Scorsese che si avvaleva nelle parti principali di Keitel-fratello-saggio e addirittura del grande Robert De Niro-fratello-dissennato.
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Ah Wah (Andy Lau) viene svegliato a più riprese dalla zia che gli comunica l’arrivo a casa sua - Mongkok, Taiwan - della cugina Ah Ngor (Maggie Cheung) che deve fare delle visite mediche. La ragazza porta la mascherina, come noi tutti nel 2021, perché – dice – è infetta. Wah è un capetto di una “triade”, una organizzazione di stampo mafioso che obbedisce alle regole dettate da un vero capo. E il suo “fratello” soprannominato Mosca (nella parte di “Fly” il bravo Jacky Cheung) si caccia nei guai, come al solito, con il capo di un’altra triade che presta soldi a strozzo, per pagare le spese di nozze del suo (vero) fratello minore … Wong Kar-way esordisce nel 1988 con questo film, restaurato di recente, confezionando un ottimo remake di Mean Streets, capolavoro di Scorsese che si avvaleva nelle parti principali di Keitel-fratello-saggio e addirittura del grande Robert De Niro-fratello-dissennato. Scopre la sua passione per girare spesso di notte, magari con un violento temporale, mescolando generi cinematografici classici americani con il genere alla Bruce Lee fatto di scontri fisici impossibili per i protagonisti con nugoli di nemici e sempre sull’orlo della morte o almeno con gravi menomazioni fisiche. Altra caratteristica del regista che scopriamo subito è che ama la musica popolare americana, ma anche la passione per le canzoni di Lecuona e per il jazz: il leit-motiv del film è “Take My Breath Away” (Toglimi il respiro), la canzone dei Berlin per Top Gun 1, film con Tom Cruise, qui cantata – bene – da cantanti di Taiwan. Naturalmente il protagonista, per coprire gli effetti dei pestaggi, utilizza occhiali da sole come quelli di Tom Cruise. Il Montaggio e la Fotografia sono punti di forza della pellicola: un melò drammatico ben riuscito da non mancare. Valutazione *** e ½ . FabioFeli
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