Full Metal Jacket |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Matthew Modine, Adam Baldwin, Vincent D'Onofrio, Kevyn Major Howard.
continua»
Guerra,
durata 116 min.
- USA 1987.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 21 ottobre 2024.
- VM 18 -
MYMONETRO
Full Metal Jacket
valutazione media:
4,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Trasformati da damerini in apocalittici assassini.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 16 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
FULL METAL JACKET (GB/USA, 1987) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da MATTHEW MODINE, ADAM BALDWIN, VINCENT D'ONOFRIO, KEVIN MAJOR HOWARD, JOHN TERRY, R. LEE ERMEY
Mentre infuria la guerra in Vietnam, in un campo di addestramento dei Marines nel South Carolina, diciassette giovani civili sostengono un allenamento massacrante e spietato sotto la guida inflessibile del feroce e cattivissimo sergente maggiore Hartman, istruttore che li opprime senza pietà e pretendendo l’impossibile da essi. Il più vessato fra le reclute è Leonard, soprannominato spregiativamente "palla di lardo" da Hartman, ma saprà poi farsi valere nelle numerose discipline militari e diventare un soldato assassino nel vero senso della parola, tanto che si vendicherà del motteggio del sergente istruttore uccidendolo con un fucile per poi togliersi la vita lui stesso con uno sparo in bocca. Terminato l’addestramento e divenuto sergente, Joker, una delle diciassette ex reclute, va a lavorare presso la sede giornalistica di un commando militare e, insieme ai commilitoni Animal e Cowboy (che assumerà il comando di una pattuglia in esplorazione), si ritrova coinvolto nell’offensiva del Tet (1968). L’esperienza traumatizzante dei vietcong che cercano disperatamente e in tutti i modi di difendersi e della necessità di ammazzare per sopravvivere segnerà nel profondo Joker, cambiando per sempre il suo animo e la sua interiorità. Kubrick, trent’anni dopo Orizzonti di gloria, recupera la sua passione per il cinema di guerra facendo i conti con la realtà attuale, andando al di là del Vietnam per scagliare frecce decisive e definitive contro l’atrocità del secolo e il trascorrere imperterrito della Storia che lascia sempre sul suo cammino una sporcizia incancellabile non dettata solo dalle innumerevoli morti ma anche dall’utilizzo più ignobile e distruttivo che l’uomo da sempre fa delle novità tecnologiche e meccaniche. E anche di sé stesso: quando mai non ha approfittato di pretesti territoriali, economici, politici o sociali per tramutarsi in un diffusore indiscriminato di morte in ogni luogo e spazio? I soldati addestrati dal perfido sergente Hartman (la cui voce italiana è del bravissimo Eros Pagni) divengono schiavi di un conflitto inevitabile e sfegatato servendolo con una devozione paragonabile soltanto a un fanatismo religioso che esaspera la relativa mania. L’iperrealismo necessario veicola una brezza gelida di umorismo nero che la dice lunga sulla violenza dell’istituzione militare e soprattutto sulla sua insensatezza: la prosa asciutta, che rivela comunque una consistenza inconfutabile, si serve dei contributi tecnici per rappresentare un dramma postmoderno dominato da colori spenti ed emozioni che tolgono il fiato per troncare sul nascere ogni manifestazione di umanità in favore della destrutturazione caratteriale e passionale. La guerra e l’esercito vengono entrambi diffamati in egual misura, e il regista non perde tempo per decidere quale dei due sia il male peggiore: si tratta di due facce della stessa medaglia, e pertanto di una coppia di organizzazioni che non meritano altro che una polemica attiva e respingente. M. Modine è bravissimo nella parte di Joker, il sergente che ha scritto sull’elmetto Born to Kill, mentre A. Baldwin appare efficace e sicuro nelle vesti di Animal, il guerriero intimamente nichilista e dal piglio autoritario che vuole sempre averla vinta nelle diatribe coi compagni d’armi. Lode anche a V. D’Onofrio, che interpreta con simpatica autoironia e voluta goffaggine la recluta buona a nulla che poi prende coscienza della sua latente aggressività, e soprattutto a R. L. Ermey, che in passato militò davvero nelle schiere dei Marines, che regala al pubblico uno dei migliori personaggi militari del cinema statunitense di tutti i tempi, funzionale proprio per le sue doti di capo intransigente, malvagio e dispotico. Girato intermente in Inghilterra, e premiato da un successo di pubblico ben più che discreto.
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