Titolo originale | To Live and Die in L.A. |
Anno | 1985 |
Genere | Poliziesco |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | William Friedkin |
Attori | Willem Dafoe, William Petersen, John Pankow, John Turturro, Debra Feuer, Dean Stockwell Darlanne Fluegel, Gary Cole. |
Tag | Da vedere 1985 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,61 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 febbraio 2018
Willem Dafoe in una delle sue più intense interpretazioni. In Italia al Box Office Vivere e morire a Los Angeles ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 492 e 389 nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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L'agente di polizia Richard Chance è sulle tracce del falsario Eric Masters, che ha ucciso il suo partner. Pur di catturarlo è disposto ad abbandonare ogni vincolo etico e reperire i fondi necessari in maniera illegale.
Dopo l'inseguimento in contromano di Vivere e morire a L.A. il cinema action è obbligato a fermarsi, riflettere e confrontarsi con un nuovo standard qualitativo e quantitativo.
Come con Bullitt o Il braccio violento della legge nei decenni precedenti. Quest'ultimo titolo, non a caso, reca la stessa firma di Vivere e morire a L.A., quella di William Friedkin: il confronto con il predecessore è inevitabile, anche se le diversità sono pari ai punti di continuità. Se là il gioco di guardie e ladri era demarcato in maniera netta, qui tutto è menzogna, in una Los Angeles dominata da un unico Dio, come chiarisce un incipit indimenticabile. Sono i soldi, veri o falsi, a determinare i destini, a cambiare proprietario in continuazione, a rendere i contorni di giusto e sbagliato sfumati e inafferrabili. Sono loro l'unico kingmaker: guardie e ladri ora sono solo pedine intercambiabili, tutti devono sporcarsi le mani quando è solo il verde dei dollari a contare. E le guardie devono ricorrere a qualsiasi mezzo se vogliono avere ragione di ladri sempre più onnipotenti e incistati nella società civile. Lo sa Masters - criminale artistoide edonista e amorale, un Willem Dafoe che qui diviene star - con le sue matrici impeccabili, Mago di Oz a cui arrivare attraverso un tortuoso sentiero d'oro; lo sa Richard Chance, che reca il suo destino nel nome, e che di questa tenzone infinita ha fatto prima di tutto una questione personale. E "corporativa", alimentata dalla morte di un collega anticipata dal più ovvio degli stereotipi sul poliziotto in pensione ("Sono troppo vecchio per questo schifo"): ribadire a se stessi di essere un poliziotto significa soprattutto cercare disperatamente di affermare la propria identità, di puntellarla in un mondo che va in frantumi. Si avverte l'influenza del nuovo venuto Michael Mann, che con Strade violente e Miami Vice sta già cominciando a cambiare le coordinate di un genere: Friedkin riprende in mano lo scettro per confezionare l'opera definitiva di un'epoca e, poi, cedere definitivamente il testimone a chi saprà rendere nuovamente vive e pulsanti le strade di L.A. Indimenticabile la colonna sonora white funk affidata ai Wang Chung, così come i colori primari di un'opera che non conosce età.
In una Los Angeles, una volta tanto non da copertina, si combatte la lotta senza esclusioni di colpi tra un falsario assassino (Dafoe) e due poliziotti decisi a eliminarlo a ogni costo. Ma il confine tra il bene e il male appare sempre più sfumato. Ancora una volta Friedkin confeziona un film di grande successo e di azione travolgente, avvincente e violento quanto basta.
Poliziesco degli anni '80 firmato William Friedkin, "Vivere e morire a Los Angeles" è un film emozionante e denso di azione, con personaggi ben scritti e una sequenza d'inseguimento che resterà alla storia. Nella parte del cattivo Willem Dafoe spicca su tutti gli altri attori. Degna di nota anche la bella colonna sonora.
L’agente federale Chance (Petersen) si mette sulle tracce del falsario Masters (Dafoe), un feroce criminale che gli ha ucciso il migliore amico, e in questa caccia senza quartiere userà qualsiasi mezzo…legale ed illegale. Scritto dal regista con Gerald Petievich, da un romanzo di quest’ultimo, è da molti considerato il miglior Friedkin di sempre, teso, allucinato, [...] Vai alla recensione »
Il film del 1985 è un poliziesco thriller, la regia è di William Friedkin il quale dopo pochi anni di esordio nella regia nel 1972 ottenne per Il Braccio violento della legge l'Oscar, l'anno dopo fece un "colpaccio" al box office con un ottimo film L'esorcista tratto dall'omonimo romanzo, dopo fu la sua carriera un pò discontinua, anche se nel [...] Vai alla recensione »
Un noir ricco di azione, inseguimenti, violenza e dal ritmo eccellente che ha riscritto le regole del genere poliziesco. Il film riflette inoltre sul rapporto tra bene e male e come a volte questa differenza sia praticamente nulla e lo dimostra attraverso il personaggio del poliziotto Richard (interpretato da William Petersen) che ricorre a qualsiasi mezzo per catturare il falsario Rick (interpretato [...] Vai alla recensione »
Niente da dire bel film americano poliziesco, da non perdere per gli affezzionati al genere.
forse il miglior film poliziesco del cinema americano sceneggiatura da oscar per un film mozzafiato con sequenze capolavoro come la falsificazione dei dollari e il'inseguimento per le strade di Los Angeles . tutto diventa lecito per due poliziotti pur di arrivare a incastrare il "cattivo" e il confine fra il bene e il male e' pressoche' impalpabile.
Ritengo "Vivere e morire a Los Angeles" (1985) il miglior film poliziesco degli anni 80. Bravo William Louis Petersen che si confermerà anche nel 1986 con Manhunter - Frammenti di un omicidio (peccato che venga ricordato solo per C.S.I. Scena del crimine), lo stesso John Pankow non sfigura, ottimo Willem Dafoe (ma non mi sorprende) nella sua migliore interpretazione, bravissima e sensualiss [...] Vai alla recensione »
Una Los Angeles in gran spolvero è la vera protagonista di un coinvolgente poliziesco d’azione, con un fedele spaccato del frizzante mondo giovanile degli anni ottanta.
Non è assolutamente un caso che William Friedkin, regista recentemente scomparso e capace di attraversare vari generi fra i quali l’horror, con L’Esorcista (The Exorcist; 1973) e i film d’azione, torni a distanza di poco più di due lustri a sondare proprio quest’ultimo genere. Se nel precedente Il braccio violento della Legge (The French [...] Vai alla recensione »