Ran |
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Un film di Akira Kurosawa.
Con Tatsuya Nakadai, Akira Terao, Takeshi Katô, Jinpachi Nezu.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 161 min.
- Giappone 1985.
MYMONETRO
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Ran. Caos.
di Stefano BuriniFeedback: 1124 | altri commenti e recensioni di Stefano Burini |
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lunedì 13 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cinema d'altri tempi, film come non se ne fanno più. Niente effetti speciali, niente battute ad effetto, in due parole niente cazzate, solo un enorme, elefantiaca tragedia guerresca con una morale di fondo dal tono esistenzialista e totalmente antibellicista.
Raccontare la guerra, peggio ancora, una guerra fratricida, causata dalla troppa ambizione e da un potere smisurato, troppo grande per dei piccoli uomini, lasciandosi affascinare dal sudore e dal sangue della battaglia, dal luccicare di spade e armature e dallo sfarzo dei vessilli di guerra, e infine dalla lealtà, nobile, ma anche cieca, di soldati, vassalli e servitori, quasi fossero delle attenuanti per coloro che hanno in qualche modo creduto di combattere in nome di qualcosa di degno, eppure condannandone fermamente il (non) senso.
Odio, amore, onore e vendetta i temi portanti della proiezione e di un cinema fatto di sentimenti forti e di torbidi intrighi, raccontati senza mezze misure: faccende umane, terrene, d'altronde, così come traspare dai surreali interventi di un Matto preso di peso dallo shakesperiano Re Lear, altra fonte d'ispirazione mai nascosta di questo magnum opus di Kurosawa, e da un botta e risposta finale da annali tra il Matto e il fido Tango di fronte all'ennesimo cadavere eccellente:
“Perché non ci sono né dèi ne Buddha in questo mondo? Dove siete? Se esistete, ascoltateci almeno una volta: vi annoiate talmente in cielo da divertirvi a guardare gli uomini morire come dei vermi? Mio Dio! E così divertente assistere alle tragedie degli esseri umani?”
“Non bestemmiare contro Buddha e gli dèi, sono loro che piangono, idiota! Per i delitti che gli uomini che gli uomini commettono per la loro stupidità, perché credono che la loro sopravvivenza dipenda dall'assassinio degli altri ripetuto all'infinito. Non piangere, il mondo è fatto così, gli uomini cercano il dolore non la gioia, preferiscono la sofferenza alla pace. Guardali, questi stupidi esseri umani, che si battono per il dolore e si esaltano per la sofferenza e si compiacciono dell'assassinio!”
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