Hannah e le sue sorelle |
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Un film di Woody Allen.
Con Barbara Hershey, Michael Caine, Mia Farrow, Woody Allen, Dianne Wiest.
continua»
Titolo originale Hannah and her Sisters.
Commedia,
durata 106 min.
- USA 1985.
MYMONETRO
Hannah e le sue sorelle
valutazione media:
3,79
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dinamismo e staticitàdi EverlongFeedback: 3730 | altri commenti e recensioni di Everlong |
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venerdì 4 febbraio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Commedia corale alquanto articolata, sopratutto per la presenza di molti personaggi ma anche per il continuo spostamento del punto di vista. E' narrata così, appunto, questa vicenda fatta di relazioni familiari, decentrando il punto di vista e il focus di volta in volta (si pensi alle diverse voci fuori campo); eliminando protagonisti e fulcri narrativi. Probabilmente è proprio in questo che sta la forza di questa commedia brillante ma assolutamente non comica. Anzi, le atmosfere, seppur leggere e a tratti farsesche, ben suggeriscono l'importanza e la serietà delle relazioni che uniscono i vari personaggi, ma senza opprimere, senza risparmiare sarcasmo e colpi di genio che solo Allen sa garantire (si pensi alla trattazione del tema religioso, quasi sempre presente nei film di Allen, qui appena accennato ma forte nella sua radicalità sintetica). I rapporti ruotano tutti intorno al personaggio di Hannah, che al contrario appare un personaggio statico, immobile, quasi etereo, in contrasto con la dinamicità, l'instabilità, l'irrequietezza psicologica e sentimentale delle sorelle. E' su questo contrasto che si dipanano i rapporti, come a voler sottolineare la superficialità della perfezione che il regista impone ad Hannah: madre, donna di successo, stimata, che non ha bisogno di nulla, altruista, cui tutti si rivolgono per avere aiuto: "una donna che ha tanto da dare ma così poco da ricevere". Cosa c'è di dinamico e di interessante nell'essere perfetti, nel non aver bisogno di nulla? poco e niente. Sottolineare le debolezze dell'uomo diventa quindi il vero scarto che separa il dinamismo da una staticità rarefatta che forse è ancora più triste della precarietà dell'animo umano. Nell'incoscienza di ciò che le accade intorno Hannah vive il suo immbilismo, mentre nel continuo interrogarsi circa scelte più o meno azzeccate, gli altri personaggi vivono di luce propria in un vortice di incertezza che ne umanizza le figure e la complessità.
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