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Trovare le parole per descrivere questo film non è semplice. Qualcuno forse si ricorda che negli anni 80 c'era questo "gruppo" comico/demenziale, gli Squallor, autori di "album" storici come Troia, Palle, Pompa, Vacca, Uccelli d'Italia e ovviamente Arrapaho. Ma parliamo del film e giustifichiamo questo voto provocatorio. Citando il regista, Ciro Ippolito: "L'intento era quello di fare un film western orribile con degli stacchi pubblicitari nel mezzo". Il Morandini lo liquida con una sola parola: "spazzatura". Effettivamente anche solo definirlo film è un grosso azzardo, dato che qui si sfiora i limiti dell'amatorialità. In teoria il tutto dovrebbe risultare un esperimento comico/demenziale, ma il film non fa ridere mai. Però come in molte opere orribili, anche qui (a mio parere) si nasconde una qualche scheggia di genialità, probabilmente neanche voluta. Era il 1984. Esattamente un anno prima era arrivato nelle sale il primo cinepanettone della storia. Arrapaho è stata la pietra tombale di una serie di film che avrebbe portato il cinema italiano alla rovina negli anni successivi. La genialità è stata quella di mettere questa pietra ancora prima che il peggio arrivasse davvero. Quindi, in sintesi Arrapaho è il capolavoro del trash e il manifesto dell'inizio della fine del cinema italiano. Da rivalutare.
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