Tenebre |
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Un film di Dario Argento.
Con Giuliano Gemma, Anthony Franciosa, Daria Nicolodi, John Saxon, John Steiner.
continua»
Thriller,
durata 99 min.
- Italia 1983.
MYMONETRO
Tenebre
valutazione media:
3,16
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tenebredi NicolòMattaFeedback: 4285 | altri commenti e recensioni di NicolòMatta |
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martedì 13 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se con il delirio gotico-surreale di Suspiria (1977) e Inferno (1980) Dario Argento poteva fare a meno della logica narrativa, qui non si può perché c'è lo schema del giallo classico. Eresia. Ma il cinema di Argento deve molto anche a Tenebre, un film dove il rito di morte è sempre più frequente, accentuato, esasperato; si ricorre ad efficaci ed innovativi metodi di ripresa (p.e. il dolly sulla casa delle due lesbiche) e c'è il numero esorbitante di 12 morti ammazzati, uno dopo l'altro, all'arma bianca (lo stesso n. di Reazione a catena, 1971, di Mario Bava). Si torna a Roma: stavolta c'è uno scrittore americano, Peter Neal (Anthony Franciosa) ,di passaggio per la capitale italiana per presentare il suo nuovo libro, un romanzo giallo intitolato appunto Tenebre. Vuole il caso che un maniaco omicida si ispiri alle pagine del suo libro per compiere i suoi delitti efferati, minacciando via telefono il malcapitato romanziere. Nel frattempo ha già colpito: la prima vittima è una cleptomane che viene soffocata con le pagine di carta e sgozzata con un rasoio da barbiere. La polizia italiana, come al solito, non è abituata a delitti così feroci e non riesce ad individuare il colpevole che continua a colpire: prima è la volta di due lesbiche, poi di Maria (Lara Wendel), la figlia del portiere dell'albergo in cui alloggia Neal: in fuga da un dobermann che l'ha assalita, la sfortunata vittima si ritrova nella casa dell'assassino e scopre la verità a sue spese. Tocca quindi al giornalista Cristiano Berti (John Steiner) e all'autista di Peter, il giovane Gianni (Christian Borromeo) che ha assistito al precedente omicidio. Nel susseguirsi di morti e di colpi di scena (che per risparmiarvi il fascino della sorpresa non posso raccontare) apprendiamo che l'assassino è un maniaco ossessionato da un antefatto di sangue nel suo passato. Prima di arrivare alla sensazionale conclusione, il modus operandi di Argento procede con la solita cura nei particolari sanguinolenti e inclini al grand guignol, ampiamente supportati dagli effetti speciali di Giovanni Corridori, già assistente di Sergio Leone. Nonostante l'inadeguatezza di alcuni attori, la scelta di inserire molti personaggi è efficace: pone allo spettatore più dubbi sull'identità dell'assassino e lo fa sospettare di chiunque. Curiosità: durante una trasmissione su reti Mediaset la scena in cui Veronica Lario viene mutilata è stata tagliata pesantemente. Ordini di Silvio? Occhio, comunque, all'allora giovanissima Eva Robin's (accreditata come Eva Robins) del flashback. E chi sono Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e Massimo Morante, autori delle musiche? Ovviamente i Goblin che, però, si sono firmati con i loro veri nomi per la mancanza di Agostino Marangolo, quarto membro del gruppo progressive rock.
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