paolo 67
|
venerdì 4 maggio 2012
|
l'oblio di fellini
|
|
|
|
Gli ultimi film di Fellini non ebbero il successo che forse avrebbero meritato. Nonostante la sua morte abbia segnato uno di quei furori celebrativi di cui l'italia sembra ogni tanto aver bisogno, negli ultimi anni il regista riminese non fu poi così amato. Da tempo il suo sguardo si era fatto più cupo. Fellini continuava ad appassionarsi al lavoro per il lavoro, a trovare in esso un felice senso della vita, ma dai suoi film traspariva sempre meno allegria. Sebbene alieno da moralismi provocatori e con un'apertura laica nei confronti della vita, il grande regista mostrava nella sua opera i segni dell'apocalisse, lo sgomento di fronte a una realtà sempre più abominevole.
[+]
Gli ultimi film di Fellini non ebbero il successo che forse avrebbero meritato. Nonostante la sua morte abbia segnato uno di quei furori celebrativi di cui l'italia sembra ogni tanto aver bisogno, negli ultimi anni il regista riminese non fu poi così amato. Da tempo il suo sguardo si era fatto più cupo. Fellini continuava ad appassionarsi al lavoro per il lavoro, a trovare in esso un felice senso della vita, ma dai suoi film traspariva sempre meno allegria. Sebbene alieno da moralismi provocatori e con un'apertura laica nei confronti della vita, il grande regista mostrava nella sua opera i segni dell'apocalisse, lo sgomento di fronte a una realtà sempre più abominevole. I suoi ultimi film sono quella parte della sua opera ancora non completamente capita e che necessita (e magari si può dire destinata a) una futura riscoperta. Il film più indicativo in questo senso è E LA NAVE VA, che rimase in disitribuzione solo tre giorni. Raccontando il passato, ma riferendosi all'oggi, Fellini descrive una società in decadenza, stordita dal benessere, incapace di accettare quello che sta al di fuori della sua cerchia del privilegio. Preveggente come al solito il Maestro, rifacendosi alla Prima Guerra Mondiale, previde il conflitto balcanico e l'atteggiamento egoista dell'Occidente dedito, tanto per cambiare, alla dolce vita e avviato verso un allegro naufragio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo 67 »
[ - ] lascia un commento a paolo 67 »
|
|
d'accordo? |
|
stefano_parravicini85
|
giovedì 1 maggio 2008
|
una traversata in mare tra parvenza e realtà
|
|
|
|
1914. Il piroscafo "Gloria N." parte da un porto italiano carico di musicisti, cantanti lirici e nobili vari convenuti per porgere l'estremo saluto alla cantante Edmea Tetua, le cui ceneri dovranno essere disperse al largo di un'isola dell'Egeo. Un giornalista è incaricato di seguire l'evento e ci accompagna in una sorta di diario di bordo. Poi, sulla storia dall'atmosfera rarefatta e un po' surreale che si respira a bordo della nave dove viaggiano questi fantasmi che sanno di essere tali", etereamente avulsi da ogni problema del mondo reale, si innesta la Storia: scoppia la Grande Guerra; il comandante della nave dà asilo a dei profughi serbi: la cosa non sarà priva di conseguenze.
Interessante come Fellini, con bonaria ironia, scavi attorno ad ogni personaggio, mettendone in luce macchiette e difettucci, sovente veniali: la volgarità del tronfio tenore Aureliano Fuciletto, la finta puerilità del Granduca, l'ipocrisia della soprano Ildebranda Cuffari.
[+]
1914. Il piroscafo "Gloria N." parte da un porto italiano carico di musicisti, cantanti lirici e nobili vari convenuti per porgere l'estremo saluto alla cantante Edmea Tetua, le cui ceneri dovranno essere disperse al largo di un'isola dell'Egeo. Un giornalista è incaricato di seguire l'evento e ci accompagna in una sorta di diario di bordo. Poi, sulla storia dall'atmosfera rarefatta e un po' surreale che si respira a bordo della nave dove viaggiano questi fantasmi che sanno di essere tali", etereamente avulsi da ogni problema del mondo reale, si innesta la Storia: scoppia la Grande Guerra; il comandante della nave dà asilo a dei profughi serbi: la cosa non sarà priva di conseguenze.
Interessante come Fellini, con bonaria ironia, scavi attorno ad ogni personaggio, mettendone in luce macchiette e difettucci, sovente veniali: la volgarità del tronfio tenore Aureliano Fuciletto, la finta puerilità del Granduca, l'ipocrisia della soprano Ildebranda Cuffari.Splendido poi il personaggio del Conte di Bassano. Se questo film inaugura l'ultima fase della carriera felliniana e se oramai il regista comincia ad allontanarsi alle glorie del passato- forse complice anche la morte del compositore Nino Rota, che aveva firmato tutte le colonne sonore dei film di Fellini?- il grande regista italiano dirige qui un film sulla vita e sullo spettacolo, sul rapporto fra ciò che sembra e ciò che è: perchè tutto, alla fine, è teatrino e parodia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano_parravicini85 »
[ - ] lascia un commento a stefano_parravicini85 »
|
|
d'accordo? |
|
angelo libranti
|
domenica 9 marzo 2014
|
la favola lirica di fellini
|
|
|
|
Dopo un trentennio questo film affascina ancora perchè legato al periodo drammatico che separò due epoche, narrato fra sogno e storia.
La trama è ispirata al fatto di cronaca della morte della Callas, che per ultima volontà indicò lo spargimento delle sue ceneri nel mar Egeo.
Fellini immagina un rito simile, alla sua maniera, ambientandolo su una nave irreale popolata da personaggi di un'altra epoca in situazioni ambigue. Su questa mitica nave, microcosmo di un mondo gravido di avvenimenti, la metafora è d'obbligo ed il doppio senso sottile e impercettibile.
La nave parte dal porto di Napoli nel 1914, verso il crepuscolo di un giorno triste, poiché lì sono convenuti amici e colleghi di una grande cantante scomparsa, per renderle l'ultimo omaggio.
[+]
Dopo un trentennio questo film affascina ancora perchè legato al periodo drammatico che separò due epoche, narrato fra sogno e storia.
La trama è ispirata al fatto di cronaca della morte della Callas, che per ultima volontà indicò lo spargimento delle sue ceneri nel mar Egeo.
Fellini immagina un rito simile, alla sua maniera, ambientandolo su una nave irreale popolata da personaggi di un'altra epoca in situazioni ambigue. Su questa mitica nave, microcosmo di un mondo gravido di avvenimenti, la metafora è d'obbligo ed il doppio senso sottile e impercettibile.
La nave parte dal porto di Napoli nel 1914, verso il crepuscolo di un giorno triste, poiché lì sono convenuti amici e colleghi di una grande cantante scomparsa, per renderle l'ultimo omaggio.
L'atmosfera è tetra, i preparativi lenti e cadenzati, l'attesa spasmodica, esasperata da una pellicola muta color seppia, rigata in più parti a somiglianza di antichi reperti di cineteca.
Il pathos raggiunge l'acme con l'arrivo sulla banchina di una barocca carrozza funebre, come ne esistono ancora a Napoli, contenente l'urna cineraria dell'estinta: la celebre cantante immaginaria Edmea Tetua. Intanto la pellicola prende colore e sonoro e subito dopo la tensione si scarica con un coro al quale partecipano tutti: convenuti, equipaggio e facchini.
E' questa una pagina cinematografica di intenso lirismo, destinata a tramandare ai posteri l'esempio di come si fa cinema, o almeno di come lo intende Fellini.
La denominazione della nave “Gloria N.” è di per se emblematica in quanto, il suo affondamento simboleggia la caducità propria della gloria, destinata a vanificarsi nel tempo.
I pranzi festosi a bordo rappresentano la società opulenta, mentre i singoli individui rivelano la propria condizione di comuni mortali.
C'è anche l'imbarco di profughi serbi a rappresentare l'altra parte della società, quella reietta ed affamata ed un rinoceronte nella stiva che rifà il verso al “mostro” della Dolce Vita.
La prepotenza o l'imperialismo, nella veduta di una poderosa corazzata russa, induce il comandante a consegnare i profughi e quando un ragazzo lancia una bomba contro la corazzata, parafrasando il gesto di Serajevo, comincia il bombardamento che affonda la Gloria N. e spazza via inesorabilmente il ciclo della “Belle Epoque”
Significativo il calar di braghe del giornalista, commentatore del viaggio, alla decisione del comandante di consegnare i profughi e altamente poetica la scena finale dell'affondamento, quando i passeggeri prossimi a morire cantano in coro per solennizzare il trapasso come liberazione dell'angusto peso della vita.
Nel marasma generale il giornalista riesce a caricare sulla barca di salvataggio il rinoceronte e, novello Noè, salva se stesso in quanto ragione e la natura, affinchè ricominci un nuovo ciclo vitale.
Precedentemente il rito dello spargimento delle ceneri è un'altra pagina lirica di Fellini che tocca il cuore; i convenuti e l'equipaggio sono allineati sulla tolda al suono della struggente “O patria mia” cantata dalla defunta, mentre le ceneri sul cuscino spariscono lentamente disperse da una bava di vento.
Stupendi i personaggi, scelti con cura per rievocare sembianze “fin de siècle”, e la scenografia volutamente artefatta per sollecitare fantasie oniriche di un tempo perduto, quando i nostri nonni consumavano soldi e salute nei tabarin, fra can can e belle donne.
Angelo Libranti
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo libranti »
[ - ] lascia un commento a angelo libranti »
|
|
d'accordo? |
|
wetman
|
domenica 4 maggio 2014
|
ennesimo capolavoro del grande regista
|
|
|
|
"E la nave va" racconta di questo quasi surreale viaggio fatto da questi quasi surreali passegeri dei quali uno di essi, un semplice giornalista, fungerà da narratore della storia e ci fornirà le identità degli altri viaggiatori. Lo scopo del viaggio è il rispettare l'ultima volontà di una grande cantante lirica (personaggio palesemente inventato) cioè di spargere le proprie ceneri nel mare vicino alla sua isola natia: l'isola di Erimo. Al viaggio partecipano molti ammiratori della cantante, tra cui un famoso tenore, un suo ambiguo amante e, addirittura, un conte dell'Impero Austro-ungarico. La traversata sarà allo stesso tempo un successo e un disastro, a causa anche dell'improvviso scoppio della Prima Guerra Mondiale.
[+]
"E la nave va" racconta di questo quasi surreale viaggio fatto da questi quasi surreali passegeri dei quali uno di essi, un semplice giornalista, fungerà da narratore della storia e ci fornirà le identità degli altri viaggiatori. Lo scopo del viaggio è il rispettare l'ultima volontà di una grande cantante lirica (personaggio palesemente inventato) cioè di spargere le proprie ceneri nel mare vicino alla sua isola natia: l'isola di Erimo. Al viaggio partecipano molti ammiratori della cantante, tra cui un famoso tenore, un suo ambiguo amante e, addirittura, un conte dell'Impero Austro-ungarico. La traversata sarà allo stesso tempo un successo e un disastro, a causa anche dell'improvviso scoppio della Prima Guerra Mondiale. Film onirico e molto surreale ideato dal grande regista italiano Federico Fellini, il quale ci regala una pellicola che, di certo, non potrà mai competere con i suoi film precedenti ("La dolce vita", "8 e mezzo", "Amarcord", ecc.) ma che comunque possiede i soliti tratti caratteristici dei film di Fellini, quali la splendida e azzecata musica, una regia ad alti (ma non altissimi, purtoppo) livelli ed una sceneggiatura da poter competere con Kubrick. Il film, però, non si può considerare un completo capolavoro a causa di alcuni pezzi pesanti ed a tratti difficili da seguire. Ma questo non toglie che il film, nonostante non sia famosissimo, si merita un posto nella storia del cinema italiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a wetman »
[ - ] lascia un commento a wetman »
|
|
d'accordo? |
|
|