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"A Christmas Story"(BOb Clark, 1983)è una storia familiare, con il solito quadro appunto della famiglia, a Natale, tra attese, sperenze, delusioni anche legate alle realizzazioni dei sogni natalizi. Un bambino(siamo negli USA negli anni 1940) cui un certo regalo"pericoloso"(un fucile)dop tante insistenze viene fatto, mentre invece famiglia e scuola recalcitrano, avrà molte delusioni(meritate?Dificile dirlo, anche perchhé non è chiarissima la linea di psicologia dello sviluppo/pedagogia che il iilm persegue, dunque...). Bisgona dire che la probelmatica non è facile, in quanto si rischia di incorrere sempre negli stessi inciampi, ossia in clichés che si ripetono senza tregua, magari dando l'apparenza di proporre qualcosa di (relativamente, beninteso)nuovo. Un vero problema per sceneggiatori e registi: da un lato sono"interdette"le fughe in avanti, gli sperimentalismi, dato che a Natale si è tuttti(o quasi, certo)"tradizionalisti"e quindi non si vogliono fughe in avanti"inconsulte", ma d'altra parte poi si ama"i muovo"; la sorpresa e se questo non c'é: guai,siamo ancora all'età della pietra, ai fratelli Lumière , alla lanterna magica... UN dilemma per ogni realizzatore/creatore di film e neturalmente il dilemma coinvolge anche gli /le interpreti. Decisamente un impasse, sempre che non si riesca a conciliare i due aspetti, ma allora...quasi inevitabilmente si tenderà a sbilanciarsi in un senso o nell'altro. . Detto questo Peter Billinsley(il baminbo), Darren Mc Gavin e Melinda Dillon(gli adulti)sono bravini, ce la"mettono tutta", come in genere si dice. Il problema è che l'impasse esiste e rimane, ossia non si esce dal quadro"impasse"e dunque la storiella è narrata in modo convenzionale, con qualche fuga in avanti(per l'epoca, beninteso, ossia per 37 anni fa, un altro mondo, un'altra epoca, come si dice anche qui quasi convenzionalmente, ma p vero, è cos^=.). ANche il numeer Two, ossia "A Christmas story 2"di Brian Levant(2012)non va molto "oltre": siamo nella stessa epoca o poco più, ma ora il ragazzo è più grande(altri/e interpreti, certo), ha quasi 16 anni e vuole"the car", la macchina, che è status symbol semppre e il papà, parsimonioso natrualmente è in crisi... Siamo , grosso modo, sulla stessa lunghezza d'onda, poche novità, rilievi non grandi da fare sul numero 2 rispetto al protoipo, insomma. Curiso che il primo film(l'originale, se vogliamo così drie)sia stato incluso tra i film da conservare nel Nationl Film Registry della Biblioteca del Congresso, ma queste scelte sono sempre sia opinabili sia in qualche modo "giustificate"e qui l'avallo, la giustirifcazione sta probelbilmente nell'argomentazione seguente: "Abbiaqmo qui un tentativo di ricostruzione di storia del costume, sengatamente dela famiglia media USA negli anni 1940, da parte di autori che hanno riletto quegli anni circa 40 anni dopo- e l'avallo è pervenuto proprio nell'anno 2012, quello del number TWo, come dire"Ma se ha avuto un seguito..".e comunque di "A Christmas Story"c'è stato anche un altro seguito, nel 1994, con"It Runs in the Family"" ... Sorta di "American Graffiti",meticciato con "Happy Days", ma di argomento-am bientazione rigidamente e rigorosamente"All Christmas", "A Christams Story"nelle due versioni(NON conosco "It Runs..."devo ammetterlo)non nasocndono quanto vogiiono dire, esprimere. comunicare. El Gato
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