Io so che tu sai che io so |
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Un film di Alberto Sordi.
Con Monica Vitti, Alberto Sordi, Isabella De Bernardi, Claudio Gora.
continua»
Drammatico,
durata 114 min.
- Italia 1982.
MYMONETRO
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sordi moralista con riserva
di elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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sabato 31 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Io so che tu sai che io so", roba da far impallidire il grande sofista Gorgia...per il titolo: dramma"In casa"di Albertone, con il marito che per un caso(sbambio di persona)scopre che la moglie gli è infedele o meglio che gli è stata infedele solo una volta, con un medico che esaminava la possibile malattia di suo marito, che comunque amava. Situazione borghese"tranquilla"cui comunque Sordi non avrebbe mai potuto(e voluto, ovviamente) dare un finale tragico, visto il suo amore per la"medietas"-e qui emerge anche, oltre al"filosofo della vita", il cattolico Sordi che si batte per l'amore coniugale(che importa che nella vita non si sia mai sposato...)sempre e comunque, anche dopo una"scappatella". Nelle sequenze in bianco e nero girate per errore dal detective privato che avrebbe dovuto seguire un'altra persona c'è il tema dell'alternanza tra bianco e nero(passato)e colore(presente)ma anche il rimpianto di Albertone per il"buon tempo antico"(?), per gli anni della sua giovinezza, quando i film a colori non esistevano in Italia(negli States sì, "Via col vento"insegna...), che è un rimpianto non acritico, non da"laudator temporis acti", da moralista impenitente, che rimpiange qualcosa sempre e comunque del passato, ma da persona che sa lasciarsi guidare da sentimenti e passioni ma che sa argomentare anche e soprattutto seguendo la ragione, oltre naturalmente, nel caso di Sordi, la fede. Film del 1982, un po'di transizione per il Sordi regista, con Monica Vitti, già sua partner in altre occasioni in vari film. Da seguire tutto il Sordi, regista-interprete, da riscoprire anche nei dettagli, questo implacabile critico del suo tempo, questo osservatore di quanto avviene, anche nelle rapidissime trasformazioni cui siamo sottoposte/i in ogni momento(=dromologia, notoriamente, per usare l'acuta definizione di Paul Virilio), che "sfugge da tutte le parti", se lo si vuole etichettare in maniera rigida, facendolo rientrare a forza in definizioni e etichettature che spesso(tra l'altro)lasciano il tempo che trovano, in quanto facilmente scavalcate e messe in mora(se non completamente superate)in brevissimo tempo, come insegna la vita(ben più del cinema, che è"nottola di Minerva"-Hegel-come tutta la cultura in genere). El Gato
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