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"Il sommergibile più pazzo del mondo"(Marino Laurenti, scritto da Gino Capone e Francesco MIlizia, 1982)parla di una corvetta dell'Esercito Italiano(o megllio della Marina Militare made in Italy)che deve intercettare un"misterioso"sommerigibile USA che i"Gringos"vogliono vendere agli italiani, con la scusa che, anche se è"d'annata", funziona ancora bene, ma i pur confusionari conncazionali riusciranno a scoprire la verità idenfidicando l'"oggetto". SUlla storia principale si intrecciano, peròm, varie storie che girano, quasi tutte intorno alla figura di un presunto marinario che sarebbe diventato donna(la supersexy del'epoca Anna Maria Rizzoli)mentre si tratta di una donna vera, che si camuffa da ex.uomo o meglio fa credere ai marinari di essersi sottoposta a un intervento di "cambio di sesso". Commediola sexy francaemtne molto scontata, che cavalca i titoli italiani molto simili che i distribuori di fine anni Sevenites e inizio anni 1980 avevano dato ad alcuni film demenziali made in the States, nei quali la componente"sexy"certo non mancava, peraltro. Risultato involontrairamente demenziale(si ride, ma della dabbenaggine di chi è coinvolto/a come interprete ma anche e soprattutto di quella del regista e dei due sceneggiaotri), ma qualcosa si salva: A)le sequenze"surreali"(non surrealiste, certo)nei quali i marinai sognano, in un modo o nell0altro, di avvicinare fisicamente la bella"presunta ex.uomo"(oggi queste tematiche, con la legge ZAN"incombente"verrebbero non diciamo censurate ma certo fortemente osteggiate.crticate), B)La bravura di certi interpreti, come Felice ANdreasi, grande cabarettista tgroppo poco ricordato oggi,come Bombolo e Enzo Cannavale, comici di formazione diversa ma comunque in qualche modo"paralella"per lìuso del dialetto(romanesco per Bombolo, napoletano per Cannavale), di Giorgio Arian, "Maremma"e di Gianni Ciardo(esponente, credo, del dialetto barese, assolutamnte incomprensibile, al cui confronto il napoletnao viene quasi ade essere intellegibile senzaa troppe difficoltà). UN cinema d'attore, che lasciava fare agli(alle )intepreti non diremo ciò che volevano ma quasi, riuscendo a far emergere quella verve, in genere appunto di derivazinìone cabaresttistica che oggi stenta un po'a rispuntare fuori, se non in qualche caso, peraltro comunque lodevole. In complesso, dunque,un film decisamente mediocre che ha qualche aspetto che lo riscatta., per così dire, il che naturalemnte non toglie la pochezza del tutto, ma in qualche modo, fose, fa"riscoprire"una certa comicità trita e ritrita, dozzinale, ma che ha anche un "retro"decisamente meno banale. El Gato
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