Stefano Reggiani
Ad un certo punto si sopravvive solo per l'odio e il disgusto verso gli altri, dice Gabriele Ferzetti nelle vesti di uno scrittore di sessantadue anni. Da qualche tempo non faccio che accumulare rovine, riflette, citando una lettera di Proust, Omero Antonutti nel ruolo di un suonatore di violoncello che ha superato da un pezzo i cinquanta. E Michel Vitold, secondo violino, pure arrivato alla sessantina, dentro Proust si lascia cadere di netto, immaginando di essere il barone de Charlus della Recherche e pregando gli infermieri della sua follia di legarlo al letto e di frustarlo. [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (3620 caratteri spazi inclusi) su 10 agosto1982