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Pià che mai in questo"Casta e pura"(Salvatore Samperi, 1981, per un film di cui firma il soggetto Michel Gast e la sceneggiatura Ottavio Jemma), si vede come per il regista Samperi "la chose est sexielle"(Jacques Lacan, che probabilmente il regista non ha mai letto, ma ne avrà sentito parlare...). Qui, addirittura, la "figlia di famiglia"deve fare voto di castitaà perché il padre, fino alla morte di questi, sia unicobeneficiario della ricca eredità della moglie. Come smepre, sesso e denaro, per così dire, con un prete connivente-compiacente(Enzo Cannavale), salvo il fatto che la giovane, come natura comanda, a un certo punto, è assalita da sogni di natura indiscuitbilmente sessuale, tali da rendere necessario un "provvedimento", ossia un matrimonio, che però... apre potenzialmente la strada a varie piossibilità, con la "castissima"(ma soprattutto ignorante, nelll'accezione letterale del lemma., di cose sessuali)giovane donna(Larua Antonelli, attrice prediletta di Samperi, almeno da"Malizia"in poi), che finalmente apre gli occhi e decide di assumersi la responsabilità di determinate scelte. Ambientazione napoletana o comunque campana(anche Fernando Rey, il vecchio ereditiere è doppiato in questo dialetto), in un film che francamente aggiunge poco alla carriera di Samperi come anche a quella di Laura Antonelli, vittima di un successo che le era"capitato", quasi come se fosse un'avventgura inaspettata, una "tegola"che smbrava essere foriera di fortuna, mentre aveva in sè varie controindicazioni...Qualche elemento gioco, Rey, tradizionale inteprrrete bunueliano , troppo bravo per il ruolo conferitogli, la Antonelli di cui si è detto, Massimo Ranieri bravo ma complessivamente"sacrificato"nella parte, Christian De Sica e Valeria Fabrizi tra gli altri interpreti, per un film complessivamente"accettabile", ma se confrontato con altri"prodotti"dell'epoca afferenti, grosso modo , allo stesso genere. Nel frattempo s'è visto"ben altro"come suol dirsi, ma se ci aspettiamo, da film come questi, una novità anche minima di qualche interese, nel cinema italiano dell'epoca, siamo certamente fuori strada. Samperi marciava sul"già noto", ripetendo stilemi noti, senza alcuna innovazione. Probabilmente era già entrato in una fase di dipendenza ben nota anche alla luce dlele cronache, per cui gli sarebbe stato molto dfficile fuoriuscire da binari fin troppo conosciuti, sperimentando... Niente di nuovo sotto il sole, assolutamente, soprartutto per chi conosca un po'la filmografia"smaperiana"ma anche quella della sfortunata attrice protagonista, esempio di un cinema che aveva"indovinato"la formula, a livelo di successo commericla e aveva"pensato bene"di non fare alcuno sforzo per introdurre anche solo minimi eleemtni di novità. El Gato
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