La città delle donne |
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Un film di Federico Fellini.
Con Ettore Manni, Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Stegers, Donatella Damiani.
continua»
Commedia,
durata 134 min.
- Italia 1980.
- VM 14 -
MYMONETRO
La città delle donne
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Psiche, sogno e bisogno d'amoredi Antonio TramontanoFeedback: 1111 | altri commenti e recensioni di Antonio Tramontano |
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sabato 13 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nell’ambito della filmografia felliniana,“La città delle donne” è sicuramente l’opera in cui la piacevole ossessione del “Maestro” per i molteplici aspetti del femminile trova la sua massima e diretta espressione. Il vecchio Snaporaz nel seguire una signora da cui è irresistibilmente attratto si ritrova ad un congresso di femministe dove assiste, prima con ingenua simpatia poi con angoscia e spavento, ad estreme rivendicazioni di libertà. Qui il tema del femminismo viene ripreso da Fellini sotto un aspetto più relativo al suo personaggio, il suo alter-ego interpretato impeccabilmente dal solito Mastroianni è un uomo maturo rimasto fanciullo che al piacere di un erotismo istintivo associa la ricerca di dolcezza e sicurezza materna, due aspetti che difficilmente si coniugano con la degenerazione di alcune teorie della filosofia femminista, esasperate qui in tono surreale e grottesco proprio per mettere in risalto la difficoltà del personaggio di rapportarsi ad un’ideale di donna diverso da come egli desidera. Nell’intero svolgersi delle sequenze narrative infatti, l’intenzione di Fellini è quella di mostrare quel che rappresenta per lui la donna e l’importanza che ha su di un uomo dipendente dall’amore femminile sotto qualunque forma gli si presenti. Interessante, è l’incontro con Katzone, decadente santone dell’eros rinchiuso in un castello e che ha dedicato la sua vita alla divinizzazione del piacere sessuale e della donna quale suo oggetto. C’è anche spazio per il tema della colpa, la semplice colpa di esistere come uomo e la conseguente condanna di un immaginario tribunale femminista, segno di un inaridimento dei valori a cui l’innocente vittima, però, non vuole rassegnarsi.La possibile ancora di salvezza di Snaporaz è Donatella, bellissima e procace ragazza dotata di una dolcezza sconosciuta alle altre e che egli ritrova più volte nel suo viaggio onirico. Ella è quel che si avvicina di più al suo bisogno d’amore, di più rassicurante gli resta solo un bellissimo pallone volante in fuga verso un mondo ideale. Poi sarà tempo di ritornare alla realtà.
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