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Cannibal Holocaust |
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Un film di Ruggero Deodato.
Con Robert Kerman, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Salvatore Basile.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 1980.
- Cat People
uscita lunedì 21 agosto 2023.
- VM 18 -
MYMONETRO
Cannibal Holocaust   
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cannibal Holocaust
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| domenica 11 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Con "Cannibal Holocaust" siamo davanti al film più estremo del cinema italiano. Violento, efferato, disgustoso, additato come snuff - anche se l'esistenza di film con uccisioni vere, girati a scopo di mostrare la morte umana non è mai stata accertata - e per questo finito in tribunale, censurato in oltre 50 paesi del mondo e in alcuni addirittura proibito (come in Inghilterra). Ruggero Deodato, regista e sceneggiatore a cui il film valse il soprannome di "Monsieur Cannibal" (a cui Eli Roth in "Hostel: Part II" affidò proprio la parte di un sadico cannibale, in un grottesco cameo), si ispirò allo stile documentaristico del "Mondo cane" che negli anni '60 scatenò una catena infinita di polemiche. Ma quello che fa di "Cannibal Holocaust" un film innovativo è il plot di base: quattro reporter che, partiti per l'Amazzonia per girare un documentario sugli indios locali, spariscono senza lasciare traccia e si scopre, dalla pellicola ritrovata poco tempo dopo, che sono stati mangiati vivi dai cannibali per aver stuprato e impalato una donna nativa. Fotografato da Sergio D'Offizi e commentato dalle dolci musiche di Riz Ortolani (che per "Mondo cane" aveva sfiorato l'Oscar con la celebre "More"), il film è un itinerario nel mondo della violenza selvaggia, rappresentazione del rito di morte nelle sue modalità più raccapriccianti e sanguinose. Ma la domanda è: "Chi sono i veri cannibali?", perché Deodato denuncia il degrado della moderna civiltà umana con quattro uomini moderni, civilizzati che nonostante ciò si dimostrano più crudeli e primitivi degli indios. Se infatti, le sequenze di cannibalismo, di lapidazione, e di stupro compiute dagli indios sono aberranti e inclini al sensazionalismo, né sono meno efferate quelle della vivisezione di una testuggine e della fucilazione di un maialino (in cui a sparare è Luca Barbareschi, oggi affermato attore italiano), l'amplesso carnale con la donna che verrà impalata (che fa bella mostra di sè nella locandina del film, anch'essa oggetto di polemiche), compiuto dai tre reporter maschi sotto lo sguardo disperato della loro collega è il delirio della violenza gratuita. Cosa si meritano, gli audaci protagonisti di quest'impresa efferata, se non la morte? È quel che gli spetta, con trattamenti piuttosto particolari (l'evirazione, p.e.). Al di là dell'opinione che uno spettatore può avere del film - è solo excursus nella violenza sensazionalistica o un atto di denuncia nei confronti delle speculazioni documentaristiche? - "Cannibal Holocaust" ha cambiato il cinema. E ha cambiato la vita di Ruggero Deodato, cineasta senza dubbio coraggioso nel trasporre in immagini una storia così audace. Impossibile dare un giudizio rappresentativo (in stelle) al film: funziona a tutti i livelli (tecnico, narrativo, ecc.) ma è immorale e scabroso, destinato a una cerchia ristretta di pubblico.
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