Café Express |
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Un film di Nanni Loy.
Con Nino Manfredi, Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Vittorio Mezzogiorno, Nino Vingelli.
continua»
Commedia,
durata 100 min.
- Italia 1980.
MYMONETRO
Café Express
valutazione media:
3,55
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Miscela Italicadi Soter25Feedback: 604 | altri commenti e recensioni di Soter25 |
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venerdě 2 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vendiamo caffè a bordo di un treno notturno, in un termos scaldato un po’ dove capita; ogni cabina conta una storia a sè sulla tratta Napoli- Cava De Tirreni. Siamo nei panni di un venditore ambulante interpretato da Nino Manfredi: per ogni domanda su cosa gli sia accaduto al braccio c’è una storia diversa; ma ci rispecchiamo pure nei suoi antagonisti: i controllori “morti di freddo” e impreparati a fronteggiarlo –lui- come ogni altra consegna appena fuori dall’ordinario; imbranati come novizi perenni; raccomandati. Tutti sbarcano il lunario, in qualche modo. IL costo del caffè oscilla col treno secondo le mutevoli impressioni che suscitano i clienti, la cui natura dispiega subito se stessa,nitidamente, oppure vuole la giusta dose di arguzia, retorica da strada, per saggiarsi e regalarci i siparietti di tutti i giorni; di un Mezzogiorno rappresentato fedelmente ai suoi cardini. La solidarietà tra proletari, i pendolari, gli amori fugaci, la miseria, i mascalzoni, gli sgambetti tra indigenti, i contrabbandieri accanto i carabinieri davanti ai derelitti; quale promiscuità e risibile perversione! Quindi scattiamo, fuggiamo, ci reinventiamo, tutto in una notte e lungo un corridoio stretto stretto. Si rischierebbe la banalità d’ un accento populista, anti-borghese, se alla “cattura”, ormai giorno, l’Ispettore Capo facesse condurre il venditore in “centrale”,quando intorno fervono le solite ingiustizie, e il pesce piccolo paga sempre il doppio delle conseguenze. Ma la sensibilità domina la regola e il pregiudizio. E così, adunandosi –ispettore,carabinieri e controllori deputati- lo lasceranno andare senza lasciarlo andare; non una fuga da parte sua, non una morale dalla loro, neppure un ultimo sguardo: “Qualcuno ha visto qualcosa?” ... Mancano le risate e i sorrisi in chiusura- la commedia all’ italiana non è De Sica figlio-, perchè le vicissitudini del protagonista non meritano questo, e contravvenire al proprio dovere non lo si fa “a cuor leggero” da parte degli uomini dello Stato. Ma c’è un livello maggiore in questo racconto, ed è rappresentato dal Buon Senso, etica che appartiene al giudizio dei singoli piuttosto che alle classi sociali.
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