Stalker prima
Bastano i primi fotogrammi per capire che ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso, di speciale , di magico , che non si può ora lasciare, che va affrontato ineluttabilmente .
Subito , famelici consumatori, vorremmo capire, dire la nostra senza troppo faticare ,ma Andreij Tarkovskij questo non lo concede , richiede per se tempo, attenzione , dedizione,calma….
Per avere una vibrazione immediata di Andreij Tarkovskij preferisco partire da una sua poesia:
“E lo sognavo, e lo sogno,
e lo sognerò ancora, una volta o l’altra,
e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà
e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.
Là , in disparte da noi, in disparte dal mondo
Un ‘onda dietro l’altra si frange sulla riva
E sull’onda la stella, e l’uomo,e l’uccello
E il reale, e i sogni , e la morte, un ‘onda dietro l’altra.
Non mi occorrono le date. io ero e sono e sarò.
La vita è la meraviglia delle meraviglie, e sulle ginocchia delle meraviglie,
solo come orfano, pongo me stesso
solo fra gli specchi nella rete dei riflessi.
Di mari e città risplendenti tra il fumo
E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia “
Cominciamo da questa intensa viaggio per intercettare questo infinto Stalker di Andreij Trarkovskij :quando si vuole aggiunge qualcosa di non banale si deve partire da un consapevole contatto con l’anima di questo grande regista.
Fantascienza ,riduttivo definire lo tale , sicuramente cinema d’autore ,piuttosto collage di idee, poesia ,arte, visoni filosofiche esistenziali,un volo onirico “sul carro”del mistero della vita.
Cenno alla trama : è il confronto: fra un intellettuale scrittore (Anatolij Soloicoyon) uno scienziato professore (Nikolaj Gringo) ed uno Stalker (Aleksander krajdanovskij) , o meglio una guida nella “Zona “ mitica del regista dorante il percorso che porterà alla stanza dei sogni , dove l’essere si annulla e diventa il sogno dei sogni.
Chi è Stalcker : secondo la traduzione più stretta è un cacciatore , secondo una accezione più simbolica ricercatore ,magari di verità.
Andreij Trarkovskij attinge energia espositiva da silenzi cinematografici, dal lento fluire degli eventi, che diviene viaggio nei meandri dell’ animo umano, oltre la dimensione spazio temporale ,durante una percezione onirica e poetica..
Il contenuto simbolico del film vedi la Zona,la stanza ,la porta,lo Stalker, va letto con libertà come appunto vuole il regista che si ripropone con la sue simbologie di stimolare la nostra capacità di sentire; si simbologie personali comunque ricolme di profumi profondi , intelligenti ,struggenti.
Una sapiente manovella , un mondo trasognato arricchito da profondità esistenziale ed estetica ,ci accompagnano in una dimensione silenziosa dove la forma sembra disperdersi per trasmutare “in “essenza “,”oltre il sipario” nel continuum immaginato da Trarkovskij
Il movimento energetico proposto, a tratti, si condensa in immagini surreali ; in altri in dialoghi intensi e struggenti;altrove disperdendosi nelle vibrazioni musicali che interrompono silenzi ingombranti; ma anche in percorsi magici potenti.
Capolavoro da ammirare senza fretta , offrendo la nostra disponibilità , negandoci eccessive distrazione.
Ci accompagnano in questa riflessione il Bolero di Maurice Ravel, Tanannahauser di Richard Wagner e la sifonia n .9 Di Ludviwig van Beethoven
Grazie per l’attenzione
Weach illuminati
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