Il film diretto da Franco Zeffirelli è un remake dell'omonimo film di King Vidor(1931).La pellicola racconta in modo accurato l'intenso legame affettivo che vi è tra un bimbo ed il proprio padre ex pugile professionista;un rapporto che è chiamato a fare i conti con il ritorno ,dopo molti anni di assenza ,della madre del bimbo,la quale pentita di aver abbandonato il proprio figlio per seguire interessi di cariera nell'alta società cerca in modo garbato ed elegante di erigersi come punto ulteriore di riferimento nella vita del piccolo.La smaniosa volontà della madre di reinserisi prepotentemente nella vita di suo figlio si scontra con il rancore del padre che non ha e mai riuscirà a rimarginare la ferita dell'abbandono da loro subito.Nonostante ciò è apprezzabile il fatto che il padre non crei ostracismo nei confronti della possibilità che la madre veda il proprio figlio; di conseguenza tra lei ed il proprio figlio si riuscirà ad instaurarsi un buon rapporto di amicizia, nonostante il bambino inizialmente non sappia che tale ricca signora nel frattempo sposatasi con un'altro uomo, sia proprio sua madre.Nel film non si può non rimarcare positivamente come emerga accuratamente descritto l'intenso e viscerale amore tra padre e figlio;ciò che è meraviglioso è notare come nonostante il babbo non sia un uomo modello,beve,gioca d'azzardo,sbarca il lunario come stalliere in un ippodromo che fra l'altro risulta essere anche la loro dimora,è stato comunque in grado di amare da sempre con profonda intensità il proprio figlio, ciò di cui lui ne sarà sempre grato.Il film inoltre mette in evidenza il disagio economico che assila il padre reo di non poter garantire una vita agiata al proprio figlio e tale frustrazione si accentuerà ancor più al ritorno della madre, donna oramai molto benestante.Quest'ultimo particolare lo porterà a risalire sul ring per un'ennesimo incontro nonostante la sua ormai veneranda età con lo scopo di racimolare importanti somme di denaro per lui e per il figlio.Eccellente interpretazione degli attori;come non ricordare lo splendido e bravo bambino biondo Ricky Schroder,ma anche l'ottima interpretazione del padre da parte di John Voight nonchè della madre da parte di Faye Dunaway.Le numerose scene di pianto che il regista ha adottato ad intervalli regolari lungo tutto il film, che raggiungono l'apice dello strazio nella scena finale,sono state probabilmente create dal regista stesso con lo scopo quasi strumentale di indurre empaticamente al pianto lo spettatore e in ciò risiede l'elemento negativo al quale i maggiori detrattori del film fanno riferimento.Per quanto mi riguarda quest'ultimo particolare non mi ha dato fastidio nonostante sia consapevole della volontà di Zeffirelli;anzi mi sono tuffato con "masochistico" piacere dei sensi in un fiume di lacrime.
[+] lascia un commento a gropius »
[ - ] lascia un commento a gropius »
|