tauosre
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lunedì 15 gennaio 2007
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un capolavoro
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Questo è in assoluto uno dei più bei film della storia del cinema italiano! Una bellissima regia per una trama profonda, toccante, commovente, immensamente vera, spogliata di ogni forma di bigotteria ed ipocrisia. Durante il periodo fascista, una donna trascurata da un marito ignorante, vuoto e volgare si innamora di un vicino di casa ex giornalista che però poi scopre essere omosessuale. Sophia Loren è bravissima, intensissima, calata alla perfezione in una parte che sembra sentire fin nel midollo delle ossa; Mastroianni è ugualmente bravo, convincente, pieno di fascino e di espressività. Come al solito, i due formano una coppia perfetta. Il film mette in luce la crudeltà dei pregiudizi, la superficialità dei luoghi comuni, la sofferenza del sentirsi diversi, incompresi, abbandonati; lo fa con grande partecipazione emotiva, mettendo in luce i sentimenti più veri, la forza di due diverse disperazioni che si incontrano, si fondono in un'unica disperazione che è però intrisa di amore, di comprensione, di piacere e di speranza.
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Questo è in assoluto uno dei più bei film della storia del cinema italiano! Una bellissima regia per una trama profonda, toccante, commovente, immensamente vera, spogliata di ogni forma di bigotteria ed ipocrisia. Durante il periodo fascista, una donna trascurata da un marito ignorante, vuoto e volgare si innamora di un vicino di casa ex giornalista che però poi scopre essere omosessuale. Sophia Loren è bravissima, intensissima, calata alla perfezione in una parte che sembra sentire fin nel midollo delle ossa; Mastroianni è ugualmente bravo, convincente, pieno di fascino e di espressività. Come al solito, i due formano una coppia perfetta. Il film mette in luce la crudeltà dei pregiudizi, la superficialità dei luoghi comuni, la sofferenza del sentirsi diversi, incompresi, abbandonati; lo fa con grande partecipazione emotiva, mettendo in luce i sentimenti più veri, la forza di due diverse disperazioni che si incontrano, si fondono in un'unica disperazione che è però intrisa di amore, di comprensione, di piacere e di speranza. Un inno all'amore, alla verità, trionfante nei due protagonisti della storia, spogliati di ogni maschera, di ogni convenzione, di ogni falsa ideologia, calati in un contesto arido, fanatico e buio.
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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il duce visto attraverso un camp ed un'ignorantella perbene 3
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La forza espressiva dei primissimi piani dei due mentre piegano un lenzuolo nella sequenza sulla terrazza così come quella del campo medio ravvicinato e in controluce dei due vicinissimi (sempre nella stessa sequenza) con due lenzuoli stesi all’aria (che come una sorta di “cornice interna” ai due lati dell’inquadratura definiscono i contorni della stessa in modo ancor più “stringente”) permette a Scola di imprimere nella mente dello spettatore immagini indelebili, che rimangono per sempre “incorniciate” nella memoria. Difficilmente dimenticabili anche un primissimo della Loren nell’appartamento di Mastroianni negli ultimi momenti insieme, il cui viso appare come incorniciato dagli stipiti di una porta e che sembra materializzare visivamente le pressioni a cui è stato sottoposto il suo povero cervello di « ignorantella perbene » (così la definisce, nel suo sfogo liberatorio, Mastroianni) nelle ultime ore ed il successivo campo medio, anch’esso ravvicinato, dei due divisi e incorniciati dal pezzetto di muro presente tra due porte.
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La forza espressiva dei primissimi piani dei due mentre piegano un lenzuolo nella sequenza sulla terrazza così come quella del campo medio ravvicinato e in controluce dei due vicinissimi (sempre nella stessa sequenza) con due lenzuoli stesi all’aria (che come una sorta di “cornice interna” ai due lati dell’inquadratura definiscono i contorni della stessa in modo ancor più “stringente”) permette a Scola di imprimere nella mente dello spettatore immagini indelebili, che rimangono per sempre “incorniciate” nella memoria. Difficilmente dimenticabili anche un primissimo della Loren nell’appartamento di Mastroianni negli ultimi momenti insieme, il cui viso appare come incorniciato dagli stipiti di una porta e che sembra materializzare visivamente le pressioni a cui è stato sottoposto il suo povero cervello di « ignorantella perbene » (così la definisce, nel suo sfogo liberatorio, Mastroianni) nelle ultime ore ed il successivo campo medio, anch’esso ravvicinato, dei due divisi e incorniciati dal pezzetto di muro presente tra due porte. Infine da ricordare la bellissima scena d’amore con la Loren che “soppraffà” un Mastroianni stordito dalla forza universale dell’amore, universale in quanto capace di rivelarsi anche nell‘anomalo rapporto adulterino tra un omosessuale antifascista ed una donna fascista sposata con prole e che sfocia nella successiva inquadratura anonimizzante/spersonalizzante delle nuche dei due, isolati nuovamente dopo l’effimera unione in una cosa sola. La crepuscolarità che domina il film si conclude con perfetto equilibrio nel “doppio stupro (inteso come “privazione della libertà dell’individuo”) istituzionale” perpetrato nella deportazione di Mastroianni e nella richiesta fecondativa del marito alla Loren. E lo stesso equilibrio si riscontra nella simmetria d’utilizzo delle inquadrature dal basso e dall’alto utilizzate in apertura (quella dal basso sull’enorme vessillo nazista [ la cui oppressività visiva proseguirà in quella sonora delle imperanti radiodiffusioni E.I.A.R.] e sull’anonimamente uniforme architettura fascista del complesso condominiale e quelle dall’alto “esploranti” il “formicaio popolare ” fascista che terminano sulla Loren intenta a preparare il caffè per il marito ) ed in chiusura del film (quella patibolare, dall’alto, della Loren verso Mastroianni).
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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il duce visto attraverso un camp ed un'ignorantella perbene 1
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Rispettando le tre unità aristoteliche Scola dirige la Loren e Mastroianni (per la dodicesima volta insieme) nell’interpretazione più grande realizzata dalla celebre coppia assieme a “Matrimonio all’italiana” di De Sica. Il viraggio seppia della fotografia di De Santis che rende sbattuto in particolare il viso della Loren (di una bellezza “sfolgorantemente sfiorita”) oltre a quello altrettanto meravigliosamente vissuto di Mastroianni tende a creare un contrasto efficacissimo con le altisonanti e marziali emissioni radio dell’E.I.A.R. che si diffondono dal cortile e raggiungono i protagonisti ovunque. Affascinante è la capacità del film di rendere centrale più che la storica visita del Fuhrer a Mussolini l’incontro tra altri due “binari” che improvvisamente s’intersecano dopo aver proceduto/vissuto paralleli per due mesi a poche decine di metri di distanza.
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Rispettando le tre unità aristoteliche Scola dirige la Loren e Mastroianni (per la dodicesima volta insieme) nell’interpretazione più grande realizzata dalla celebre coppia assieme a “Matrimonio all’italiana” di De Sica. Il viraggio seppia della fotografia di De Santis che rende sbattuto in particolare il viso della Loren (di una bellezza “sfolgorantemente sfiorita”) oltre a quello altrettanto meravigliosamente vissuto di Mastroianni tende a creare un contrasto efficacissimo con le altisonanti e marziali emissioni radio dell’E.I.A.R. che si diffondono dal cortile e raggiungono i protagonisti ovunque. Affascinante è la capacità del film di rendere centrale più che la storica visita del Fuhrer a Mussolini l’incontro tra altri due “binari” che improvvisamente s’intersecano dopo aver proceduto/vissuto paralleli per due mesi a poche decine di metri di distanza. Il pappagallo che provoca l’incontro tra i due rappresenta, in qualche modo, la libertà che l’Italia sta perdendo inesorabilmente dai tempi dell’avvento del fascismo e così il suo tentativo di fuga simbolizza il presentimento della terribilità insita nel suggellamento anticipato del Patto d’Acciaio in quella “giornata particolare”, patto che sarà formalizzato l’anno successivo. Inoltre l’uccello è, al tempo stesso, un “ponte” verso la Realtà per la Loren, ciecamente cresciuta nel culto fisico e “intellettuale” del Duce e della sua ideologia. I pochi attimi della scena di Mastroianni che insegna la rumba alla Loren sembrano essere sospesi nel tempo prima di essere brutalmente interrotti dalla “musica del Duce”, interruzione musicale splendidamente chiosata da Mastroianni: «Questo è meno ballabile » che già ne rivela la “sovversività” (così è bollata/etichettata dal regime la sua omosessualità ed anche la Loren non riesce ad accennare ad essa con altro termine). La profondità di campo è utilizzata da Scola nelle inquadrature dalle finestre dei due protagonisti per “legare” come attraverso un invisibile filo sempre più strettamente i destini dei due. Un momento importante del film si ha nel movimento magistrale della m.d.p. di Scola quando alla fine della telefonata all’amante, poco dopo aver pronunciato una battuta meravigliosa (« Piangere si può farlo anche da soli, ma per ridere bisogna essere in due »), Mastroianni confessa al compagno che gli mancherà e la m.d.p. partendo da un primissimo piano in movimento del viso dell’attore esegue una carrellata all’indietro
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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il duce visto attraverso un camp ed un'ignorantella perbene 2
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come ad inquadrare meglio la Solitudine del personaggio ed, al tempo stesso, allontanarsene pudicamente come dimostra il fatto che la m.d.p. conclude il suo movimento “nascondendosi” in una stanza attigua, in una sequenza anch’essa ossessionantemente dominata dal sottofondo radiofonico diffuso dall’E.I.A.R. Il carattere punitivo delle gravose tasse fasciste sugli scapoli suggerisce a Mastroianni un’altra memorabile battuta: « (“tassano più pesantemente noi scapoli”) Come se la solitudine fosse una ricchezza » che rivela in modo profondo la distorsione dei ruoli sociali operata dal regime che porta il Duce a tassare, a additare al pubblico disprezzo, a “violentare” il naturale corso delle cose.
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come ad inquadrare meglio la Solitudine del personaggio ed, al tempo stesso, allontanarsene pudicamente come dimostra il fatto che la m.d.p. conclude il suo movimento “nascondendosi” in una stanza attigua, in una sequenza anch’essa ossessionantemente dominata dal sottofondo radiofonico diffuso dall’E.I.A.R. Il carattere punitivo delle gravose tasse fasciste sugli scapoli suggerisce a Mastroianni un’altra memorabile battuta: « (“tassano più pesantemente noi scapoli”) Come se la solitudine fosse una ricchezza » che rivela in modo profondo la distorsione dei ruoli sociali operata dal regime che porta il Duce a tassare, a additare al pubblico disprezzo, a “violentare” il naturale corso delle cose. I lunghi silenzi psicologici combinati con i dialoghi intensamente dimessi conferiscono un ritmo, una cadenza solenne allo sviluppo della vicenda e vengono sistematicamente turbati dagli improvvisi sprazzi d’allegria svagante del “camp” Mastroianni ( il mambo, il giro in monopattino, la finta scossa elettrica, la Loren-fantasma [“irreale” come l’ideologia alla quale crede] ) che non tolgono assolutamente compattezza all’intimismo che domina la pellicola. I due rispettivi appartamenti assieme alla terrazza vengono ad assumere la funzione di luoghi dello svelamento e della catarsi fisica ed ideologica dei protagonisti e questo viene esplicitato nella fugace riflessione di Mastroianni quando, in casa della Loren, rivolgendo lo sguardo verso il suo appartamento capisce che in quel momento sta guardando se stesso. Il telefono, il campanello assumono il carattere di elementi sovvertitori in quanto meccanici-non naturali-non vivi e questo porta Mastroianni, nella telefonata al partner, ad essere “castrato” nell’esternazione dei suoi sentimenti proprio per il meccanicismo che comporta quel tipo di comunicazione e così pure il macinacaffè è elemento sovvertente in quanto rivelatore/rilevatore di una compromettente presenza umana (Mastroianni-“aspirante” amante) alla pettegola portinaia fascista (la cui opprimente “presenza fisica ed ideologica” porta la Loren a chiudere ossessivamente porte durante tutto il film!).
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greyhound
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lunedì 29 ottobre 2012
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quando un raggio di sole squarcia il buio
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Ciclicamente i giornali ci propongono una lista di pellicole cinematografiche da salvare da fantomatici cataclismi oppure graduatore dei migliori film a partire dai Fratelli Lumiere in avanti. Una giornata particolare di Ettore Scola riuscirebbe, indubbiamente, ad essere inclusa in tali gruppi.
La vicenda narrata è apparentemente molto semplice sia nella trama che nell'ambientazione. Quest'ultima, piuttosto statica, ha come soggetto un palazzo romano non particolarmente distinguibile tra tutti gli altri, se non che al suo interno si svolgerà l'incontro tra i due protagonisti della storia. A rendere la viceda ulteriormente intimista vi è il fatto che l'edificio rimarrà pressoché vuoto durante il corso della giornata, in virtù della visita a Roma di Hitler e della conseguente festa nazionale introdotta dal regime fascista.
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Ciclicamente i giornali ci propongono una lista di pellicole cinematografiche da salvare da fantomatici cataclismi oppure graduatore dei migliori film a partire dai Fratelli Lumiere in avanti. Una giornata particolare di Ettore Scola riuscirebbe, indubbiamente, ad essere inclusa in tali gruppi.
La vicenda narrata è apparentemente molto semplice sia nella trama che nell'ambientazione. Quest'ultima, piuttosto statica, ha come soggetto un palazzo romano non particolarmente distinguibile tra tutti gli altri, se non che al suo interno si svolgerà l'incontro tra i due protagonisti della storia. A rendere la viceda ulteriormente intimista vi è il fatto che l'edificio rimarrà pressoché vuoto durante il corso della giornata, in virtù della visita a Roma di Hitler e della conseguente festa nazionale introdotta dal regime fascista.
E così, sullo sfondo di un evento politico che condurrà l'Italia verso una spirale discendente e la prospettiva del conflitto, si avrà la conoscenza tra un intellettuale "sovversivo" (come dice la Loren) sia per le sue idee politiche che per il suo orientamento sessuale e una casalinga dimessa, umiliata ma non ancora totalmente rassegnata. Cosa potrà mai accadere tra queste due anime così diverse?
Semplicemente ciò che due persone, due cuori lacerati dai dubbi e dalle incertezze (si direbbe "persi nella tempesta") potrebbero fare, ovvero conoscersi, avvicinarsi, capirsi e persino amarsi. Non necessariamente un amore erotico (che avrebbe stonato nell'intera vicenda) ma un'affinità elettiva e fusione di emozioni che altresì conducono ad un atto d'amore, ma non fine a se stesso. Il legame indissolubile e profonda comunione di sensi accompagnerà loro nel corso delle difficili esperienze che li vedranno protagonisti nel futuro: Mastroianni al confino e la Loren confinata tra le mura di casa con un marito grezzo e ottuso che non conosce il rispetto e la complicità. La scena finale è emblematica: lei che abbandona la lettura appena intrapresa (simbolo di elevamento), spegne le luci di casa e torna nel buio alla vita di tutti i giorni.
La giornata particolare ha fine, ma di sicuro non il suo ricordo e sapore.
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joker 91
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mercoledì 9 febbraio 2011
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un capolavoro
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l'animo dell'essere umano in tutte le sue problematiche è presente in questa pellicola maestosa di uno dei massimi registi italiani ovvero il grandissimo ETTORE SCOLA, il cast è composta dall'attore italiano ed attrice italiana più grandi di tutti i tempi ed la delicatezza del personaggio di Mastroianni gli regala un altra nomination all'oscar,sui giorni dell'unione della germania di hithler e dell'italia di mussolini troviamo una bellissima storia tra due persone diverse che si avvicinano e solo per un giorno si comparano a vicenda riflettendo sulle proplematiche che contengono e che tutti gli esseri umani nel bene e nel male con l'esperienza della vita aquisiscono.
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l'animo dell'essere umano in tutte le sue problematiche è presente in questa pellicola maestosa di uno dei massimi registi italiani ovvero il grandissimo ETTORE SCOLA, il cast è composta dall'attore italiano ed attrice italiana più grandi di tutti i tempi ed la delicatezza del personaggio di Mastroianni gli regala un altra nomination all'oscar,sui giorni dell'unione della germania di hithler e dell'italia di mussolini troviamo una bellissima storia tra due persone diverse che si avvicinano e solo per un giorno si comparano a vicenda riflettendo sulle proplematiche che contengono e che tutti gli esseri umani nel bene e nel male con l'esperienza della vita aquisiscono. UN capolavoro di un cinema italiano ormai di un altro tempo
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luigi chierico
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sabato 20 settembre 2014
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irripetibile
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Bastano soltanto tre personaggi, tre figure, tre attori a fare di un grande un film, un film particolare, soprattutto se alla regia,dietro la macchina da presa, c’è Ettore Scola.
Tre personaggi a rappresentare i milioni di Italiani del giorno della visita del Fuhrer a Roma, ricevuto dal Duce con tutti gli onori. Dietro il Fuhrer ed il Duce si nascondono i noti nomi dei due che hanno avuto la pretesa di cambiare il mondo, contro ogni legge storica ed umana: Adolf Hitler e Benito Mussolini. Siamo nel 1938 alla vigilia della Guerra lampo (blitzkrieg) e tutti volenti o nolenti osannano. Roma a stento contiene la folla presente e le forze armate delle due nazioni venute a dar prova di forza obbedienza ed efficiente organizzazione.
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Bastano soltanto tre personaggi, tre figure, tre attori a fare di un grande un film, un film particolare, soprattutto se alla regia,dietro la macchina da presa, c’è Ettore Scola.
Tre personaggi a rappresentare i milioni di Italiani del giorno della visita del Fuhrer a Roma, ricevuto dal Duce con tutti gli onori. Dietro il Fuhrer ed il Duce si nascondono i noti nomi dei due che hanno avuto la pretesa di cambiare il mondo, contro ogni legge storica ed umana: Adolf Hitler e Benito Mussolini. Siamo nel 1938 alla vigilia della Guerra lampo (blitzkrieg) e tutti volenti o nolenti osannano. Roma a stento contiene la folla presente e le forze armate delle due nazioni venute a dar prova di forza obbedienza ed efficiente organizzazione. C’è al mondo Gabriele, un modesto impiegato radiocronista dell’ EIAR (l’attuale RAI per intenderci), licenziato, che fa paura,occorre mandarlo al confino,renderlo innocuo: è addirittura un OMOSESSUALE !,in una nazione in cui è d’obbligo essere maschi con la M di Mussolini !.
Prolifici come in Germania per “produrre uomini” da mandare in guerra,mentre l’America ritiene meglio produrre armamenti, ci vuole meno tempo, sono sostituibili e nessuno li piange! Una data storica quindi quella del 6 maggio 1938 per i 2 Capi di Stato dittatori,UNA GIORNATA PARTICOLARE per il modesto impiegato Gabriele e Antonietta, la sciatta moglie-macchina di Emanuele, madre di 6 figli alla data del 6-5-38. Non conta nulla sapere come queste due vite, pur abitando nello stesso stabile,si incontrino dopo tanto tempo; importa vivere e partecipare con loro alle profonde emozioni,delusioni,illusioni,speranze. Due anime sull’orlo del vuoto si incontrano, nello stendere i panni al sole si stendono una mano,sembra un fallimento invece ecco arrivare qualcosa: la gratitudine. Un abbraccio negato, respinto, è ritrovato,un’offesa diventa un perdono,un comprendersi sino in fondo,là dove né marito né figli sono in grado di giungere.
Tutto questo mondo interiore,nascosto,taciuto esplode tra 2 persone Antonietta e Gabriele a dispetto di un fanatico marito Emanuele,corso con tutti i suoi figli,nelle divise d’obbligo,a dare il loro contributo,anche correndo,al buon esito dell’imponente manifestazione.
Sophia Loren,nelle vesti della modesta ed insignificante casalinga,rimasta con piacere a casa a mandare avanti la baracca, a dispetto di chi è andato a mostrare le mostrine,indossando una vestaglietta 100 usi, i capelli appena raccolti, arruffati, è la donna più bella del mondo!
Non ha bisogno di essere sciantosa per essere bella ed apprezzata come in tanti noti film,anzi è sublime quando è un’Antonietta come in “La ciociara” in “Matrimonio all’italiana”nel primo episodio di “Ieri oggi e domani”.
Marcello Mastroianni tanto bravo nelle commedie come nei film drammatici e meglio ancora in quelli romantici, indimenticabili per es. ”Le notti bianche” e “Fantasma d’amore”, questa volta sembra impacciato nel ricoprire la parte di un omosessuale. Troppo bello,troppo galante,troppo esuberante nella sua mascolinità per accettare di dover respingere una signora,stanca,delusa,privata dell’amore e di ogni sentimento che gli si offre con slancio nel 1938, nel giorno del 6 Maggio giorno in cui l’entusiasmo fa suonare tutte le corde, anche le più arrugginite, come crede il Duce nel vedere il suo popolo esuberante dominare la scena, così come si ascolta nella radiocronaca che tutti sono chiamati ad ascoltare,a rischio di essere denunciato di defezione.chibar22@libero.it
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luigi chierico
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domenica 8 maggio 2016
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da ricordare
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E’il 6 maggio del 1938.Un documentario storico,memorabile e ben fatto precede per qualche minuto il film bellissimo, toccante,che non è l’apoteosi della guerra ma dell’amore inteso nel suo più vasto concetto.In un modestissimo appartamento vivono Emanuele ed Antonietta con i loro 6 figli ed una gracula religiosa,una famiglia perfetta,osservante della disciplina pretesa dal fascismo che attende da loro un settimo figlio!un’uccello in gabbia che tenta di volar via,in cerca della libertà . l grande stabile,ripreso ottimamente dall’attento regista Ettore Scola,abita Gabriele,un modesto impiegato radiocronista dell’ EIAR,licenziato ed in attesa di essere inviato al confino.La colpa?è un omosessuale in una nazione in cui è d’obbligo essere maschi con la M di Mussolini!La sua tendenza è pericolosa per il futuro dell’Italia come della Germania,questi elementi vanno uccisi ordinerà Hitler che non ha mai avuto un figlio:ironia della sorte? Anche Gabriele ha diritto d’amare e per questo ha una pistola sul suo tavolo ;“stavo per commettere una fesseria,è così che si dice”confessa al suo compagno.
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E’il 6 maggio del 1938.Un documentario storico,memorabile e ben fatto precede per qualche minuto il film bellissimo, toccante,che non è l’apoteosi della guerra ma dell’amore inteso nel suo più vasto concetto.In un modestissimo appartamento vivono Emanuele ed Antonietta con i loro 6 figli ed una gracula religiosa,una famiglia perfetta,osservante della disciplina pretesa dal fascismo che attende da loro un settimo figlio!un’uccello in gabbia che tenta di volar via,in cerca della libertà . l grande stabile,ripreso ottimamente dall’attento regista Ettore Scola,abita Gabriele,un modesto impiegato radiocronista dell’ EIAR,licenziato ed in attesa di essere inviato al confino.La colpa?è un omosessuale in una nazione in cui è d’obbligo essere maschi con la M di Mussolini!La sua tendenza è pericolosa per il futuro dell’Italia come della Germania,questi elementi vanno uccisi ordinerà Hitler che non ha mai avuto un figlio:ironia della sorte? Anche Gabriele ha diritto d’amare e per questo ha una pistola sul suo tavolo ;“stavo per commettere una fesseria,è così che si dice”confessa al suo compagno.Il caso vuole che la casalinga Antonietta costretta a casa incontri Gabriele.Di improvviso si squarciano le nubi,un raggio di luce vien fuori dagli occhi tristi di Antonietta nata per mettere al mondo dei figli,non soggetto di desiderio ma d’uso.I capelli in disordine vengono ricomposti,resta con la vestaglietta indossata alle 5 del mattino,per essere tolta solo all’ora di andare a dormire,o per obbedire alla volontà del marito,fascista anche a letto.Sophia Loren non ha bisogno di essere sciantosa per essere bellissima ed apprezzata come in tanti noti film,anzi è sublime quando è Antonietta,Cesira in “La ciociara”,Filumena Marturano in “Matrimonio all’italiana” o Adelina in “Ieri oggi e domani”.La fotografia perfetta, tanta luce negli interni come negli esterni,i volti di Gabriele ed Antonietta, la coppia Mastroianni e Loren sono luminosi,affinché la giornata particolare per lo spettatore resti solo quella di due solitudini che si incontrano nel silenzio che fa dire a Gabriele”Vuoi gridare ma non ci riesci perché ti manca il respiro”. Nel giorno in cui due uomini stanno per far mutare il corso della Storia, un uomo ed una donna sono sul punto di far mutare il corso della loro vita,delle loro scelte, due anime sull’orlo del vuoto si incontrano sulla terrazza, alla luce del sole lei stende candidi panni, è.il candore e l’innocenza di un momento d’amore nella vita di entrambi sul punto di trasgredire alla luce del sole,e avvolti nella purezza si tendono una mano,sembra un fallimento mentre nell’abbraccio c’è tanta infinita gratitudine, sembra un fallimento invece ecco arrivare qualcosa: la gratitudine. Un abbraccio negato,respinto, è ritrovato, un’offesa diventa un perdono, un comprendersi sino in fondo, là dove né marito né figli sono in grado di giungere. Tutto questo trionfo di sentimenti mentre si ascolta la radiocronaca della parate e delle manifestazioni con enfasi per “la sorella Germania”. Un giorno, solo uno, che solo Gabriele ed Antonietta non dimenticheranno. Il regista con il contributo della grande attrice svela sul suo volto l’infinita tristezza di un addio dinanzi ad una finestra ricca di fiori che si affaccia sul mondo: sugli eventi che seguiranno, l’addio tra le lacrime a Gabriele,un grande Marcello, un “Bell Antonio”, un ritorno alla squallida routine della vita famigliare ed a quella che sarà l’atrocità della Seconda guerra mondiale.,
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filippo catani
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martedì 21 giugno 2011
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l'incontro di due disperazioni
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Roma. Ultimo giorno della visita di Hitler in città. Una classica madre italiana (casalinga e con prole numerosa) incontra il vicino di casa. Non ci sarebbe niente di strano se egli non fosse un annunciatore radio omosessuale in odore di confino.
Il film è forte e toccante e mostra la disperazione di due personaggi in un periodo storico più che disperato che sta marciando dritto verso la Seconda Guerra Mondiale. La disperazione della casalinga Loren perchè alla fine è diventata una semplice "macchina" per fare ed allevare i figli insieme al marito che ostenta con orgoglio l'appartenenza al fascismo. L'annunciatore Mastroianni vede non solo naufragare l'Italia condannata alla deriva hitleriana ma vive il dramma di non vivere la libertà di espressione e di amare chi più lo aggrada.
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Roma. Ultimo giorno della visita di Hitler in città. Una classica madre italiana (casalinga e con prole numerosa) incontra il vicino di casa. Non ci sarebbe niente di strano se egli non fosse un annunciatore radio omosessuale in odore di confino.
Il film è forte e toccante e mostra la disperazione di due personaggi in un periodo storico più che disperato che sta marciando dritto verso la Seconda Guerra Mondiale. La disperazione della casalinga Loren perchè alla fine è diventata una semplice "macchina" per fare ed allevare i figli insieme al marito che ostenta con orgoglio l'appartenenza al fascismo. L'annunciatore Mastroianni vede non solo naufragare l'Italia condannata alla deriva hitleriana ma vive il dramma di non vivere la libertà di espressione e di amare chi più lo aggrada. Un film che, anche con l'ausilio della voce in sottofondo, rende benissimo l'idea del clima che si respirava in Italia sotto la violenta dittatura fascista.
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minnie
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mercoledì 25 marzo 2015
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un film sempre attuale
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bari, mercoledì 25 marzo 2015 - Qual è il segreto dei grandi romanzi? come pure dei grandi film? L'ha sottolineato Ettore Scola nella lezione magistrale che ha tenuto martedì 24 marzo alla sesta edizione del Bifest, in corso in questi giorni a Bari, con un parterre di ospiti degno degli Oscar. Il segreto è che sono sempre attuali e che poi possono essere riconsiderati a seconda dei momenti della vita in cui li si rivede. Prendiamo questo film, che ormai sta per raggiungere i suoi primi 40 anni: "Volevo fare un film, oltre che sulla particolare giornata di un incontro sciagurato dal punto di vista storico, per denunciare la condizione degli omosessuali e la condizione della donna".
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bari, mercoledì 25 marzo 2015 - Qual è il segreto dei grandi romanzi? come pure dei grandi film? L'ha sottolineato Ettore Scola nella lezione magistrale che ha tenuto martedì 24 marzo alla sesta edizione del Bifest, in corso in questi giorni a Bari, con un parterre di ospiti degno degli Oscar. Il segreto è che sono sempre attuali e che poi possono essere riconsiderati a seconda dei momenti della vita in cui li si rivede. Prendiamo questo film, che ormai sta per raggiungere i suoi primi 40 anni: "Volevo fare un film, oltre che sulla particolare giornata di un incontro sciagurato dal punto di vista storico, per denunciare la condizione degli omosessuali e la condizione della donna". Ebbene, la vicenda di Antonietta e Gabriele, si sa, si riferiva al 1938, però se pensiamo che oggi un ragazzo a Torino viene picchiato sul tram perché omosessuale e che le donne sono spesso vittime di violenze domestiche, ecco che un film come questo, presentato tra l'altro nella splendida edizione restaurata, torna di attualità. E' sempre valido. Si presta a molteplici letture, nel segno dell'impegno. Scola non ha deluso di certo coloro che lo hanno visto sempre come un portavoce dei principi di giustizia e libertà e ha invitato i giovani presenti - "molto numerosi, molto attenti, sempre in giro fra le sedi del Festival, siete impegnati, bravi!" - ad agire, a fare per il bene del Paese, a rinnovare davvero ("con come quelli che vedo ora al governo") come hanno fatto i ragazzi della sua generazione che hanno raccolto il testimone dai padri che hanno combattuto il nazifascismo. Un messaggio che traspare da tutti i suoi film, tutti impegnati, da "C'eravamo tanto amati" alla "Terrazza" alla "Famiglia", il cui protagonista, un professore disilluso, aveva fatto tanto arrabbiare il presidente Pertini. Film a cui un francese come Annaud (classe 1943) ha reso omaggio.
Tutto è politica, anche la narrazione di un vicenda piccola, privata, ma dietro la qale si nasconde tutta la tragedia di un Paese, con quel personaggio della portiera che si fa portavoce di un perbenismo ottuso e stupido. "Una giornata particolare" è un gioiello, è l'esempio di come si possa prendere spunto da qualsiasi fatto per raccontare una visione più ampia. Ed è l'assunto che caratterizza i grandi registi degli anni Trenta del secolo scorso (se pensiamo che Scola è nato nel 1931, Edgar Reisz nel 1832 e Costa Gavras nel 1933), tutti eccezionalmente presenti al Bifest, insieme a Wajda, Alan Parker e a Margarethe von Trotta e meritoriamente premiati e applauditi. Tanti gli aneddoti che Scola ha regalato dal palco del Petruzzelli come quello su Marcello Mastroianni che aveva sempre le tasche pesanti e rigonfie: "Ma cos'hai, gli chiesi un giorno che eravamo a Chicago: e lui mi disse che erano gettoni. Passava la vita al telefono. Chissà con il telefonino che avrebbe fatto, forse sarebbe morto prima visto che lo avrebbe sempre tenuto all'orecchio..." Giornate particolari anche quelle che stiamo vivendo a Bari.
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