Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza |
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Un film di George Lucas.
Con Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Peter Cushing, Alec Guinness.
continua»
Titolo originale Star Wars: Episode IV - A New Hope.
Fantascienza,
Ratings: Kids,
durata 121 min.
- USA 1977.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 21 ottobre 1977.
MYMONETRO
Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza
valutazione media:
4,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cinema allo stato purodi paolopaceFeedback: 1800 | altri commenti e recensioni di paolopace |
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domenica 18 settembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si inserisce in una delle tendenze fondamentali del cinema americano degli anni Settanta, quella poetica della nostalgia di film come "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich o "American graffiti" dello stesso Lucas. La sua ricchezza di riferimenti cinematografici ne fa un esempio perfetto di dissoluzione dei generi che trova nella componente della favola e nell'irrazionalismo che la caratterizza un piacere del racconto che supera ogni classificazione. Il film, spogliato di qualunque riferimento di carattere morale o emozionale sollecita nel pubblico un atteggiamento voyeuristico di una esperienza onirica, di cui ogni elemento costitutivo è dato nella sua immediatezza, nella sua quotidianità. Del film non abbiamo visto nulla e già abbiamo visto tutto, qualcosa ci richiama a un passato oscuro e noto. Che è la storia del cinema. Il film è la quintessenza dello spettacolo, uno spettacolo che coinvolge lo spettatore nei suoi frequenti movimenti a tre dimensioni, in un rapporto fisico. Il film è anche una riflessione sul cinema che tenta di trovare un'altra forma spettacolare di rapporto col pubblico. Il grande successo della fantascienza in quegli anni è connesso a una forte tendenza irrazionalistica e paramistica che il cinema non poteva non mostrare. Quello che è indicativo è che la domanda del pubblico era di mondi dominati dalla cupezza e dalla forza, piuttosto che favole e soprannaturale del mito classico. Non l'oriente favoloso ma un medioevo in cui più che un cattivo da combattere è il mondo a essere cupo, e in cui la grandezza è quella della magia e del valore guerriero; un guerra perché emerga il forte e l'audace. Non c'è una ideologia democratica (il critico Kezich ha parlato di un film per tornare dodicenni - come diceva la pubblicità -, ma in divisa da balilla) ma un individualismo con l'esaltazione della forza fisica nella lotta per il successo. L'eroe del pubblico passa attraverso lo scetticismo degli anni '60 e '70 per approdare alla ideologia della violenza in mondi paramedievali (come in "Rambo") degli anni '80. Egli lotta sempre per il bene e per la verità, ma non saprebbe formulare con una semplice definizione cosa è il bene e cosa è la verità. Figlo di un periodo edonistico, esso nulla altro incarna che il desiderio impossibile. Una volta l'eroe al cinema era il fuorilegge; con "Guerre stellari" l'immaginario stesso del pubblico è forza e violenza cui tradizionalmente - se compiuta dall'eroe - si dà il nome di giustizia.
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