In nome del Papa re

Gian Luigi Rondi

Luigi Magni e la Roma del Papa Re. Non è la prima volta che ce ne parla. Ora con modi dialettali e rugantini, ora ricalcando le orme del teatro ottocentesco più sanguigno e corposo. Oggi, con indubbia abilità, si è ingegnato di tenersi ad entrambe le maniere e se i risultati, spesso, sfiorano un po’ troppo il romanzo popolare, non sono privi, in molti luoghi, di un’umanità calda e sincera che ai sentimenti più privati riesce ad accordare, senza fatica, la polemica e l’epica; con passionalità qua e là un po’ turgida, sulla linea appunto della drammaturgia ottocentesca, ma anche autentica e schietta; e non di rado contenuta. [...]

di Gian Luigi Rondi, articolo completo (5791 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 7 dicembre 1977