Telefoni bianchi

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Un film di Dino Risi. Con Vittorio Gassman, William Berger, Agostina Belli, Maurizio Arena, Lino Toffolo.
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Commedia, durata 120 min. - Italia 1976. MYMONETRO Telefoni bianchi * * * - - valutazione media: 3,13 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Retorica e tristi realtà Valutazione 0 stelle su cinque

di Parsifal


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lunedì 4 marzo 2019

IL MAestro Dino Risi, regista ed autore di elevato spessore, coadiuvato dal caro amico Maccari, diede vita nel 1976 a questa agrodolce commedia il cui scopo non è solo far ridere o sorridere lo spettatore, ma mettere in luce ed ironizzare su un'intera epoca del Cinema Italiano, quella dei Telefoni Bianchi, che nasceva  nel 1936 ed era dedicata ad un pubblico popolare , pur narrando  le imprese di personaggi appartenenti all'alta società , tanto che il filone  venne denominato anche Cinema Decò , in virtù delle scenografie , sontuose e molto accurate. La protagonista è appunto una fervida seguace di tale filone cinematografico, imbevuto non a caso di retorica familistica e valori borghesi, assai cari al regime di quel periodo. La giovane Marcella  Valmarin, una giovanissima ed affascinante A.Belli, proviene da una famiglia contadina di C.Veneto, ma sogna di poter andare a Roma, per intraprendere la carriera dell'attrice. Un giorno , durante la mostra del Cinema, incontra un bellimbusto dall'aria spavalda e dalla promessa facile , Luciani ( M.Arena) fac-totum di un regista presente alla mostra. Lei si lascia irretire  e si concede, sperando di diventare una stella di lì a poco. IL bellimbusto sparirà  e lei resterà cameriera. Ma convincerà il fidanzato Roberto ( C.Ponzoni) ad andare a Roma, per partecipare ad un rito nuziale collettivo, in puro stile littorio. Partiranno per Roma, lei andrà da Luciani , scoprendo che era solo un  millantatore. Ad un passo dalle nozze cede alle lusinghe di un gerarca,  Bruno, un grande ed esplosivo Pozzetto. Roberto se ne accorge e rifiuta sull 'altare di sposarla . Lui finirà in prima linea e lei diverrà la concubina di Bruno. per poco tempo però: Bruno la instraderà alla prostituzione, portandola nella casa di tolleranza , gestita dalla di lui madre. Prostituta a tutti gli effetti , incontrerà ogni tipo di uomo tanto da poterne scrivere un manuale. Un giorno , il caso vuole che Marcella , durante un salvataggio dai flutti  del maldestro Bruno, entri nelle grazie del Duce, diventando la sua amante. Ora si spalancheranno le porte del Cinema; diverrà Alba Doris, diva italiana osannata dal pubblico e dal regime. Incontrerà il suo idolo, Franco Denza , Gassmann mattatore più che mai, e ne diverrà l'amante. Lui non ha talento, viene doppiato e  certo  non è uno specchio di virtù, anzi tutt'altro e questo minerà il loro rapporto. La guerra spazzerà via tutto; lavoro, lusso, denaro, fama ed ogni altra cosa. Marcella decide di tornare dai suoi e si mette in viaggio. Vivrà situazioni difficili, alcune surreali e d incontrerà un  bieco personaggio, privo di morale e di scrupoli, Adelmo  ( imbattibile U. Tognazzi) che commette ogni sorta di nefandezza , pur di guadagnare, ivi compresa la delazione ai danni di alcuni appartenenti alla comunità ebraica. Tornando a casa, in un angolo del Nord in cui stanno girando un film di propaganda repubblichina, incontra F.Denza, ridotto ormai ad essere lo spettro di sè stesso, scavato dai vizi e dalle droghe. Al suo ritorno , i genitori, lungi dall 'accarezzarla e gettarle le braccia al collo, la rimproverano per aver perso i suoi averi, desiderosi di godere delle sue ricchezze. L'ultima illusione cade  miseramente: L'azione si sposta a qualche anno dopo la fine della guerra e ci mostra Marcella In veste di moglie e madre, desiderosa di trovare la tomba di Roberto. Per cui , insieme al marito, parte per la Russia , dove Roberto venne dichiarato deceduto, durante la famigerata campagna. L'ironia della sorte li mette sula stessa strada , senza farli incontrare. Ironia sottile ed elegante , tipica di Risi, ed intrepretazione di ottiimo livello da parte di tutti gli attori del cast.

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