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Nella vivacissima autobiografia pubblicata nel 2014 "Monnezza amore mio" (Rizzoli) scrive Tomas Milian: ""Ecco il mio film americano". Questo pensai durante una vacanza a New York mentre vedevo SERPICO con Al Pacino. Nella vita non sono mai stato invidioso di nessuno, ma quella volta sentii qualcosa che si avvicinava molto all'invidia. Qualche mese dopo, vennero a trovarmi a Roma il produttore Galliano Juso e il regista Bruno Corbucci.... Cosi' nacque SQUADRA ANTISCIPPO, il primo film di una lunga serie di successi. Sempre citando E. Morin in SULL'ESTETICA, pure discutibile nell'analisi dei film, "L'arte del comico e' concepita in due modi differenti. Da una parte, c'e' la versione normale del comico che dice:"Io entro nel mio personaggio" e potrebbe dire anche "Il mio personaggio entra in me". E' un fenomeno tipico di semi-possessione, "semi-" perche' comporta il tenere viva la coscienza di recitare la commedia. ma, nello stesso tempo, l'essere posseduti dal personaggio. Secondo Diderot, il comico non deve lasciarsi passivamente possedere dal personaggio: deve dominarlo, controllarlo". Cosa si puo' osservare appunto nel Milian impegnato a restituire grottescamente il maresciallo Nico Giraldi della Polizia, detto "Monnezza"? Pur tra turpiloqui e "caciare" in romanesco, Milian appare non lasciarsi possedere dal personaggio, ma spesso dominarlo, controllarlo. In questo modo dei prodotti filmici di non alto livello mantengono intatto il valore di testimonianza popolare di una specie di "Messia" della Polizia italiana, quanto mai attuale, anche oggi.
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