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"L'altra metà del cielo", storica espressione del Presidente Mao-Tze-Tung(ora Mao-Tse-Dong), esprime nel film di Rossi con Celentano e la Vitti anche il"continente nuovissimo", id est l'Australia, dove un prete e una prostituta, entrambi italiani(lui lombardo, lei sicula)si incontrano casualmente(o per destino o Provvidenza, fate voi!)entrano in conflitti di coscienza che però troveranno una risoluzione felice. Poco a che vedere con la commedia originale di Jacques Deval, che è profondamente diversa, in quanto qui il"boccaccesco", sempre solo sotteso e implicito, talora fa pur capolino... Rossi dirige diligentemente, da buon artigiano, senza sprazzi geniali, ma il film è piacevole, per merito di un Celentano forse al meglio come attore e di una Monica Vitti di cui non ci stancherà di dire bene, giustamente, ma anche di un caratterista troppo spesso dimenticato come Mario Carotenuto, "leader"tra i comprimari della"commedia all'italiana": Non c'è da aggiungere moltissimo, salvo che nel film, di metà anni'70, si sente il"profumo"(o il"puzzo", se volete)di un altro tempo... El Gato
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