Salon Kitty |
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Un film di Tinto Brass.
Con John Steiner, Helmut Berger, Ingrid Thulin, Stefano Satta Flores, Maria Michi.
continua»
Drammatico,
durata 130 min.
- Italia 1975.
MYMONETRO
Salon Kitty
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Svastiche e giarrettieredi ParsifalFeedback: 25710 | altri commenti e recensioni di Parsifal |
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mercoledì 14 febbraio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tinto Brass, controverso e bizzarro regista nostrano, capace di sollevare scandali ad ogni sua opera, nel 1975, ispirandosi all'omonimo romanzo di Peter Norden, che ha in oggetto una casa di tolleranza realmente esistita durante il periodo della Berlino nazista, crea un'opera che destò , per l'ennesima volta, un grande scalpore sia tra i critici e gli addetti ai lavori sia ovviamente nel pubblico , che esaltò e denigrò al tempo questo film, che si rivelò di non facile lettura. La casa di tolleranza , frequentata dall'elite berlinese e dagli alti ufficiali del Reich, è gestita da Kitty, matura ed esperta maitresse, che , pur di guadagnare è disposta ad ogni sorta di compromesso. Anche a rendere il suo budoir una fonte di informazioni preziose per l'ufficiale Helmut Wallenberg e tutti i suoi degni alleati, che decidono di requisire il postribolo, riempirlo di microspie al fine di impossessarsi dei segreti militari e personali di coloro che lo frequentano: Lo scopo è quello di rendere ricattabili tutti i notabili tedeschi clienti di Kitty per poi giungere rapidamente alla presa di potere, al raggiungimento dei vertici , in modo non certo limpido e cristallino. Per far sì che ciò accada più rapidamente, tutte le ragazze che svolgono la professione, vengono scelte accuratamente tra le fila delle ausiliarie delle SS , alle quali viene richiesta la massima dedizione ed abnegazione, in ogni frangente. Spicca tra di loro Margherita ( indimenticabile Ann Terese Savoy), figlia dell'alta borghesia tedesca, pervasa da un sentimento di profonda esaltazione per l'ideologia nazional- socialista ed il più totale arrivismo , privo di scrupoli. HA una relazione con Wallenberg ( un luciferiano Helmut Berger) , somigliante più ad una sindrome di Stoccolma, un rapporto vittima- carnefice senza confini che non altro. All'interno del budoir ne accadono di tutti i colori; Vizi privati dei gerarchi, giochi proibiti, crolli nervosi deìi alcune delle ragazze ed edonismo sfrenato da parte della proprietaria e della sua corte variopinta, di cui fanno parte persone di tutti i sessi , intenti a vivere una realtà a sè , totalmente scollata da ciò che la nazione sta vivendo. La scaltrezza di Teresa e la sua eterna smania di arrivismo, ribaltano senza pietà i piani di Wallenberg, e non solo....Uno spaccato di Germania degli anni'30, un affresco a tinte forti ed indelebili, ovviamente realizzato alla maniera del regista, con il suo inconfondile marchio, ricco di ironia , pruderie e voyeurismo.
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