Salò o le 120 giornate di Sodoma

Ame è venuto l'urto di vomito, non ho più potuto avere rapporti per una settimane, nè contatti fisici. Baciavo la mia fidanzatat e stavo male. E' evidente perchè Pasolini, come lui stesso ha confessato, non ha mai voluto realizzare un film che si occupasse di quel medio - borghese che tanto lo terrorizzava, di quel potere che ha sempre rifuggito, "Sin dall'infanzia"... Eppure, lla fine, chissà come mai..., si è convinto.. Secondo me, è chiaro che lui, il cui solo intento era difendere la lasse popolare, il cui solo amore, la cui sola vita erano i proletari, e che ha sempre scritto, parlato e filmato per e con il popolo, in questa pellicola, sapeva benissimo, di non stare agendo a suo favore, o per suo diletto. E nemmeno per prpoprio. Perchè allora? C'è ne era bisogno? Lo si conosceva il suo atavico disprezzo per i potenti, le sue ideologie hanno fatto parlare tutti... No, il film, contro i suoi protetti, contro se stesso andava fatto! Soffrendo, anche, e facendo soffrire... Secondo me, lo sapeva benissimo di dover morire (e questo potrebbe essere un elemento importante per l'insoluto processo, peccato che la legge non può prendere atto della poesia, del pensiero, dell'angoscia che può suscitare iun opera d'arte per accusare o difendere)! Bruttissimo!!