Quel pomeriggio di un giorno da cani |
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Un film di Sidney Lumet.
Con James Broderick, Al Pacino, Chris Sarandon, Charles Durning, John Cazale.
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Titolo originale Dog Day Afternoon.
Drammatico,
durata 130 min.
- USA 1975.
MYMONETRO
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Un film a tutto tondo per un grande Pacino
di Noia1Feedback: 15799 | altri commenti e recensioni di Noia1 |
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lunedì 21 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tre ragazzi decidono di derubare una banca, tutto è calcolato nei minimi particolari ma dal momento in cui entrano in azione tutto comincia ad andare storto. La polizia circonda l’edificio sotto il controllo dei ladri ed inizia una paradossale e snervante trattativa. Un thriller psicologico, un film drammatico, una commedia nera, una critica nei confronti degli spietati mass media, un film che mette a nudo il confronto tra la disperazione di un poveraccio e l’indifferenza del resto della società; insomma chi più ne ha più ne metta perché l’immensità di questo prodotto è difficile da gestire. Dal primo minuto all’ultimo c’è una tensione insopportabile che aleggia in ogni attimo e in ogni dialogo, ed è incredibile con quale abilità il regista sia in grado di alternare con una credibilità unica e irripetibile i momenti più drammatici a quelli umoristici. I primi due minuti poi sono emblematici, vengono prese varie inquadrature della città e vari tipi di personaggi ad indicare che tutto ciò che accadrà, il grande dramma e le nevrosi che il protagonista e gli ostaggi dovranno sopportare, sono solo una minima parte, consistono solo in una macchietta nell’eterogeneità metropolitana. Tutto è reso all’ennesima potenza (dalla tensione che aleggia nella banca sotto assedio alla pressione della polizia e, infine, alla crudeltà dei giornalisti) da un eccezionale Al Pacino sul quale sono visibili tutte le fasi del martirio a cui è sottoposto. Interessante è poi la scelta del regista che, nel voler rendere tutto al meglio, sfrutta il piano del paradossale. I giornalisti che tentano di intervistare i ladri e gli ostaggi nei momenti più improbabili, uno dei ladri che all’ultimo momento molla, l’atteggiamento della folla che tratta Sonny (il protagonista, colui che è a capo della rapina) come una star e lui stesso che, invece di mostrarsi stupito di fronte a questi elogi immotivati, scalda la folla come farebbe un cabarettista. La società contemporanea messa a nudo portando agli estremi più grotteschi e ridicoli i suoi tratti più drammatici e discutibili.
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