fabrizio
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domenica 27 agosto 2006
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signori e signore: il thriller
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Direi che c'è poco da criticare: stiamo parlando sicuramente del miglior thriller di sempre ed è davvero stucchevole sentire ancora persone che per la smania di criticare Argento cercano in modo affannoso di trovare difetti a questo film. Non esisterà mai un film privo completamente di difetti, ed è solo da persone in cattiva fede che questi possono essere cercati in profondo rosso. Una trama esaltante, una serie di personaggi, tutti chiaramente squilibrati mentali e quindi tutti potenzialmente assassini . Un Hemmings strepitoso, ironico, espressivo. Una Nicolodi perfetto esempio di donna paranoica e frustrata, ricca di contraddizioni. Un Gabriele Lavia magnifico ed una Clara Calamai sorprendente.
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Direi che c'è poco da criticare: stiamo parlando sicuramente del miglior thriller di sempre ed è davvero stucchevole sentire ancora persone che per la smania di criticare Argento cercano in modo affannoso di trovare difetti a questo film. Non esisterà mai un film privo completamente di difetti, ed è solo da persone in cattiva fede che questi possono essere cercati in profondo rosso. Una trama esaltante, una serie di personaggi, tutti chiaramente squilibrati mentali e quindi tutti potenzialmente assassini . Un Hemmings strepitoso, ironico, espressivo. Una Nicolodi perfetto esempio di donna paranoica e frustrata, ricca di contraddizioni. Un Gabriele Lavia magnifico ed una Clara Calamai sorprendente. La regia di Argento poi fantastica, che dosa bene le inquadrature in soggettiva dell'assassino e unisce la sua perversione e contemporaneamente il suo modo di essere infantile in tutti gli omicidi, con la tenera ed al contempo inquietante canzone che precede tutti i delitti; ma non solo, le bambole appese ad una corda ed il burattino che lo psicologo si ritrova in casa prima di essere ucciso. Detto questo il consiglio per chi non lo ha visto è uno solo: correte ad affittarlo in qualche videoteca per rendervi conto da soli quanto straordinario sia questo film e quanto fittizie siano le critiche. Signori, inchiniamoci di fronte a Profondo Rosso. grazie dario....
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mar73
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venerdì 21 marzo 2008
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"il" thriller
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E' difficile trovare le parole per descrivere le sensazioni che avvolgono durante questo film. Un attacco ai nervi degli spettatori anche più smaliziati, tensione alle stelle, musica da brividi e, soprattutto, gli omicidi che da ora in poi in Argento, ma particolarmente in questo film, assumono la cadenza quasi di balletti, sono coreografati, se così si può dire. Si riallaccia alle tematiche presenti nel suo film d'esordio (attenzione al particolare che sfugge al protagonista: la rivelazione è da urlo!)ma, rispetto ai tre film che compongono la c.d.trilogia zoonomica ha in sè degli elementi più deliranti, quasi fantastici -uno per tutti l'apparizione del pupazzo quando ci si aspetta che arrivi l'assassino-.
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E' difficile trovare le parole per descrivere le sensazioni che avvolgono durante questo film. Un attacco ai nervi degli spettatori anche più smaliziati, tensione alle stelle, musica da brividi e, soprattutto, gli omicidi che da ora in poi in Argento, ma particolarmente in questo film, assumono la cadenza quasi di balletti, sono coreografati, se così si può dire. Si riallaccia alle tematiche presenti nel suo film d'esordio (attenzione al particolare che sfugge al protagonista: la rivelazione è da urlo!)ma, rispetto ai tre film che compongono la c.d.trilogia zoonomica ha in sè degli elementi più deliranti, quasi fantastici -uno per tutti l'apparizione del pupazzo quando ci si aspetta che arrivi l'assassino-. In ogni sequenza, anche in quelle più leggere che dovrebbero stemperare la tensione, o quelli di raccordo, vi è un particolare, un dettaglio che gela il sangue e inquieta lo spettatore che non è mai tranquillo. Dopo questo film il thriller non sarà più lo stesso, e Argento virerà verso l'horror puro, sfornando un altro capolavoro ("Suspiria"). Ma "Profondo Rosso" è la vetta del suo cinema, il miglior thriller mai realizzato in assoluto, che ha fatto scuola, anche fonte di ispirazioni per altri registi quali Carpenter. Ultima nota per le apparizioni di grandi nomi del teatro italiano (Lavia, Mauri) e la riscoperta di Clara Calamai, dimenticata o sconosciuta ai più. E' uno di quei film che fanno entrare nella leggenda un autore:quindi rivedetelo, se lo avete già visto... VEDETELO se non lo avete mai fatto e, possibilmente, amatelo.
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claudiofedele93
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domenica 19 aprile 2015
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il capolavoro di dario argento
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E’ difficile valutare un capolavoro, talvolta il rischio è quello di scadere in discorsi già detti, frasi trite e ritrite da persone che in passato hanno avuto l’acume di veder subito in esso la grandezza insita in questi, oppure che l’hanno saputo analizzare con il passare del tempo ancor meglio mostrando tutti quegli elementi chiave per una lettura approfondita e capace di evidenziare a puntino tutti gli elementi presenti da tenere in grande considerazione. Per questo motivo sarebbe stupido oggigiorno chiedersi quanto “valga” Profondo Rosso, ma piuttosto sarebbe più logico domandarsi quali sono gli elementi che hanno fatto di questo lavoro di Dario Argento l’apice del suo Cinema, la punta di diamante che nemmeno lui stesso (forse) è mai più riuscito a raggiungere.
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E’ difficile valutare un capolavoro, talvolta il rischio è quello di scadere in discorsi già detti, frasi trite e ritrite da persone che in passato hanno avuto l’acume di veder subito in esso la grandezza insita in questi, oppure che l’hanno saputo analizzare con il passare del tempo ancor meglio mostrando tutti quegli elementi chiave per una lettura approfondita e capace di evidenziare a puntino tutti gli elementi presenti da tenere in grande considerazione. Per questo motivo sarebbe stupido oggigiorno chiedersi quanto “valga” Profondo Rosso, ma piuttosto sarebbe più logico domandarsi quali sono gli elementi che hanno fatto di questo lavoro di Dario Argento l’apice del suo Cinema, la punta di diamante che nemmeno lui stesso (forse) è mai più riuscito a raggiungere.
Con una storia semplice ed abbastanza comune, priva di grandi stravolgimenti o straordinari eventi legati alla trama, seguendo inizialmente le orme di un giallo come tanti altri, il regista di Suspiria qui fa quello che per molti fu definito il “cambiamento totale” da parte di Argento, che dal “thriller” passò al genere “Horror”, non senza però modificare il suo stile in un cambio repentino o impersonale. Sia chiaro a tutti, il Cinema di D.A. resta un tipo di cinema che solo questi riesce a fare, sebbene di emulatori proprio in quegli anni, per seguire la scia del successo, ce ne furono ed alcuni raggiunsero persino una discreta fama e plausi. Le riprese, le atmosfere, i personaggi ed i tanti scorci oscuri ed inquietanti, claustrofobici e silenziosi, che il regista offre allo spettatore erano e restano tutt’ora un marchio indelebile che attanaglia la mente del pubblico portandola in un vortice di mistero ed orrore umano senza precedenti.
I parallelismi presenti in Profondo Rosso con il suo primo lavoro “L’Uccello dalle Piume di Cristallo” sono considerevoli, non a caso anche in questa sede si assiste ad un efferato omicidio sia noi (spettatori) che il protagonista, che inerme, in questa occasione, vede la sua vicina di casa uccisa brutalmente.
Marc Daly (David Hemmings), pianista inglese che ha preso soggiorno a Roma, è così invischiato in una storia di sangue ed atroci uccisioni, una presenza non smette mai di seguire i suoi passi e più quest’ultimo, tra un indizio e l’altro, grazie anche alla collaborazione della giornalista Gianna Brezzi, cercherà di arrivare alla soluzione del caso, più le minacce ed i pericoli aumenteranno, sfociando, infine, in un epilogo drammatico ed inaspettato.
C’è una forte autoironia nel cinema di Argento quando si parla di Profondo Rosso, poiché si riprende esattamente un discorso iniziato nel 1970, cinque anni prima del rilascio e distribuzione di questa pellicola, dato che noi tutti, se volessimo, potremmo benissimo arrivare a risolvere il “caso” proposto sin dai primi minuti. La telecamera mossa con grande maestria dal film-maker italiano ci mette in modo obbiettivo, senza filtri né scusanti, davanti alla verità, così come viene messo il protagonista stesso, ma a sfalsare quest’ultima siamo proprio noi che in fondo siamo ciechi e non riusciamo a scorgere la vera realtà dei fatti. Non ci sono trucchi in Profondo Rosso, ancor meno che nell’opera prima di Argento, l’assassino è esattamente (se non addirittura palesemente) mostrato allo spettatore, il quale però, grazie ad una fastosa ed eccelsa messa in scena, è così rapito dalla storia da non accorgersi di tutti gli elementi che i corridoi delle case che il regista riprende propongono e mostrano. Forse siamo proprio noi stessi, per il gusto stesso di assaporare uno straordinario prodotto a renderci ciechi e negare l’evidenza dei fatti per lasciarci trasportare in un lungometraggio che si vede e si assapora, in tutte le sue sfaccettature, sempre ai giorni nostri come un qualcosa di puramente inedito e originale.
Dario A. scrisse la sceneggiatura di questo film nella sua casa di campagna, in una caldissima estate, ma insoddisfatto del proprio lavoro, insoddisfazione dovuta anche a qualche critica ricevuta dal padre di cui teneva sempre conto e dal fratello, decide di farsi aiutare da Bernardino Zapponi; così quel che abbiamo tra le mani è un lavoro a quattro mani, un progetto ambizioso e carico di aspettative, poiché Argento non è più un novellino, ha diretto ormai qualche pellicola e già in giro si sussurra che sia lui il nuovo Hitchcock. Le tante aspettative non deludono gli spettatori, che accolgono favorevolmente la pellicola, ma cosa più importante è la critica ad elogiarlo tanto che ancor oggi è possibile andare nei più noti siti cinematografici di tutto il mondo (quali ad esempio il RottenTomatoes) e scoprire che Deep Red ha un gradimento del 95% .
Il vero successo di questo film lo si deve solo ed unicamente all’estro creativo del regista, che si immedesima in un demiurgo capace di plasmare l’arte a suo piacimento, regalando così una perla del genere horror (e non solo) destinata a fare la storia non solo in Italia, ma anche all’estero. Argento, esattamente come in una delle prime inquadrature ove le porte di un bellissimo teatro si aprono dinanzi allo spettatore, ci invita a prendere parte alla vicenda che si appresta a raccontare, un racconto sporco e lercio proprio come il bagno del grande teatro da dove tutto comincia.
Ci parla sempre attraverso i dolori e le perversioni dell’uomo, delle sue debolezze, della sua stoltezza e della sua instancabile curiosità, propone il tutto con una estetica che fa abuso di rosso e si allontana, in modo definitivo, dal genere “giallo” per arrivare a toccare l’horror e lo splatter attraverso scene di tortura, coltellate, decapitazioni e urla incessanti di dolore.
Tuttavia, tanti sono gli elementi, i tasselli del puzzle, che hanno reso Profondo Rosso un film eccezionale a cominciare dalla collaborazione di Carlo Rambaldi per la realizzazione degli effetti speciali, fino ad arrivare alla colonna sonora curata da Giorgio Gaslini e dai Goblin, gruppo rock italiano che tornerà a scrivere partiture musicali per altri film di D.A.. L’importanza delle musiche adoperate in questa produzione non si avverte solo da un punto di vista puramente tecnico, ma a riprova di quanto detto basti pensare che John Carpenter per “Halloween” realizzerà un tema molto simile a quello qui orchestrato.
Profondo Rosso è un film che ha segnato un’epoca, che con il suo alone di paura, mistero e thriller ha avvicinato molti giovani al cinema ed al genere horror, che ha avuto un’importanza fondamentale anche per Dario Argento stesso, che dopo aver siglato la “trilogia degli animali” si ritrova a dirigere una pellicola che assume, in ultima analisi, quelli che sono i contorni più puri del genere horror dal quale in futuro non si allontanerà, se non per rare volte. Grazie ad una regia attenta, curata, sempre incentrata sul “nascondere”, ma al contempo “rivelare” una realtà innegabile alla quale noi stessi, per errore, disattenzione o volontà decidiamo di sottrarci, Profondo Rosso è ancora oggi un cult, un capolavoro, una pellicola da godere in tutte le sue tinte e sfumature ove ad una storia semplice ed in alcuni casi non proprio brillante dal punto di vista dei dialoghi, alterna una messa in scena, una colonna sonora ed un reparto di effetti speciali all’avanguardia e capaci tutt’ora di rimanere impressi in ogni appassionato di cinema.
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stephen k.
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lunedì 11 marzo 2013
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il primo vero horror
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Ottimo lungometraggio di Argento, che riconferma il suo talento nel genere thriller già dimostrato nella "Trilogia degli animali". Profondo Rosso costituisce la linea di demarcazione tra una ricca fase thriller e la seguente fase horror cominciata con Suspiria, in quanto questo film contiene visibili elementi di entrambi i generi. Ottima sceneggiatura, variegata e caratteristica, ottimo soggetto e ottimo Argento alla regia che gira il film che lo ha reso celebre in tutto il mondo e in Italia. Ottima scelta per gli interpreti. David Hemmings è semplicemente fantastico così come Daria Nicolodi che dà sfoggio di una fra le sue migliori interpretazioni cinematografiche.
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Ottimo lungometraggio di Argento, che riconferma il suo talento nel genere thriller già dimostrato nella "Trilogia degli animali". Profondo Rosso costituisce la linea di demarcazione tra una ricca fase thriller e la seguente fase horror cominciata con Suspiria, in quanto questo film contiene visibili elementi di entrambi i generi. Ottima sceneggiatura, variegata e caratteristica, ottimo soggetto e ottimo Argento alla regia che gira il film che lo ha reso celebre in tutto il mondo e in Italia. Ottima scelta per gli interpreti. David Hemmings è semplicemente fantastico così come Daria Nicolodi che dà sfoggio di una fra le sue migliori interpretazioni cinematografiche. Altrettanto bravi Clara Calamai, un'improbabile killer e Giuliana Calandra, una scrittrice folkloristica. Semplicemente un capolavoro e capostipite di un genere in continua crescita, reso famoso anche dalla musica inquietante firmata Simonetti-Pignatelli-Morante, divenuto nel tempo un vero e proprio cult movie.
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matteo casarini
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venerdì 26 gennaio 2007
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è veramnte ficooooooooooo
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è un bellissimo che merita di essere visto con interesse e cervello collegato,con una trama sottile e sanguinaria
decisamete il più bel film i Dario Argento;sanguinario,sa-
dico e splatter la giusta dose ma che al tempo stesso riese a tenerti con il fiato sospeso per tutta la sua durata ...un vero capolavoro,e nn solo perchè a me piace l'horror(ci muoio dietro),ma perchè la finissima trama tiene lo spettatore incollato allo schermo e lo fa immedesimare nello stato psicologicamente fragile di ognuno dei personaggi e lo trapazza fino allo sfinimento.
Purtroppo non si riusciti ad evitare la censura per la durezza di alcunifotogrammi,ma io l'ho visto ugualmente anche se ho solo 11 anni(in realtà ho visto questo film quando ne avevo 10).
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è un bellissimo che merita di essere visto con interesse e cervello collegato,con una trama sottile e sanguinaria
decisamete il più bel film i Dario Argento;sanguinario,sa-
dico e splatter la giusta dose ma che al tempo stesso riese a tenerti con il fiato sospeso per tutta la sua durata ...un vero capolavoro,e nn solo perchè a me piace l'horror(ci muoio dietro),ma perchè la finissima trama tiene lo spettatore incollato allo schermo e lo fa immedesimare nello stato psicologicamente fragile di ognuno dei personaggi e lo trapazza fino allo sfinimento.
Purtroppo non si riusciti ad evitare la censura per la durezza di alcunifotogrammi,ma io l'ho visto ugualmente anche se ho solo 11 anni(in realtà ho visto questo film quando ne avevo 10).comunque lo consiglio a tutti quelli che come me hanno uperato la cinquantina di film horror
e vogliono godersi un vero capolavoro !!!!!!!!!!!!!!!
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charlus jackson
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venerdì 10 febbraio 2006
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profondo argento
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Il mito e il manifesto del thrilling argentiano, un thriller tutto originale sempre megistralmente in bilico tra giallo, paura e puntate nell'horror puro. Tanti elementi che esplorano l'inquietudine umana (a partire da quello che il protagonista credeva di aver visto, ma che non ricordava, e che non era quello che credeva di aver visto, "perchè la realtà e la tua immagine della realtà si mescolano nella tua mente come un coktail del quale non riesci a distinguere i sapori", la villa abbandonata, i pupazzi orrorifici, contorti in maligna espressione, i sanguinosi disegni infantili), che fanno di questo "incubo" un momento indimenticabile e godibilissimo. E il pozzo di sangue nel quale si riflette il protagonista nel finale indica forse che il Male non è stato ancora epurato (e questo indica già la successiva virata di Argento verso il puro soprannaturale dove Bene e Male saranno entità supreme e irriducibili in una lotta estrema).
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chriss
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venerdì 2 luglio 2010
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capolavoro horror all' italiana...
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Profondo Rosso è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori horror/thriller che abbia mai visto e forse la migliore opera in assoluto di Dario Argento. Non ricordo, infatti, un film di Argento migliore di questo. Forse solo Phenomena è all' altezza di questo intricatissimo film pieno di suspance e sangue. Tutto nasce dall' assassinio di una parapsicologa per mano di un maniaco assassino che indossa dei famigerati guanti di pelle che tanto hanno ossessionato il maestro Argento. Marc, un pianista che assiste alla scena della morte di Helga Ullmann, viene coinvolto nelle indagini da una goffa giornalista che s' invaghisce di lui. La verità verrà a galla solo dopo la morte di Carlo, figlio del maniaco che perseguita tutti i malcapitati che conoscono un frammento di verità.
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Profondo Rosso è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori horror/thriller che abbia mai visto e forse la migliore opera in assoluto di Dario Argento. Non ricordo, infatti, un film di Argento migliore di questo. Forse solo Phenomena è all' altezza di questo intricatissimo film pieno di suspance e sangue. Tutto nasce dall' assassinio di una parapsicologa per mano di un maniaco assassino che indossa dei famigerati guanti di pelle che tanto hanno ossessionato il maestro Argento. Marc, un pianista che assiste alla scena della morte di Helga Ullmann, viene coinvolto nelle indagini da una goffa giornalista che s' invaghisce di lui. La verità verrà a galla solo dopo la morte di Carlo, figlio del maniaco che perseguita tutti i malcapitati che conoscono un frammento di verità. Già, la verità. Perché la verità è un insieme di puzzles nascosti in uno specchio. Proprio Marc, confonderà il volto deforme in un quadro con quello dell' assassino...Quello che colpisce di Profondo Rosso è, anzitutto, la trama, a volte oscura ed intricata, ma che tiene incollato lo spettatore allo schermo mano a mano che le indagini vanno avanti. Quello che colpisce di Profondo Rosso è la musica potente e tenebrosa dei Goblin, spece quando il regista inquadra alcuni oggetti personali del fantomatico assassino: guanti di pelle, bambole e bambolette, coltelli e coltellini, nonché i suoi occhi spaventosi. Quello che colpisce di Profondo Rosso sono le scene macabre del regista, tipo la trovata delle bambole o del fantoccio che l' assassino mostra alle sue vittime prima di venire uccise. Quello che colpisce, ancora di più, è il suo nuovo modo di usare la telecamera per cogliere diversi aspetti dei personaggi, specialmente l' assassino. Insomma, Profondo Rosso è un film che colpisce duro in faccia chi lo guarda: il primo vero film che dà veramente fastidio ( la cantilena,la bambina che uccide le lucertole o la testa schiacciata dalla macchina). Un film che mette veramente i brividi ancora oggi. C' è inoltre da sottolineare il fatto che sia divenuto popolare in tutto il mondo per la tutta la serie di cose sopra citate. Quattro stelle per questo incubo firmato Dario Argento.
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andreaargento98
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domenica 17 luglio 2011
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ave argento!
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Ave Argento! Nel 1975 Dario inonda i cinema con questo capolavoro, questo film non è altro che l' apoteosi dei film thriller italiani grazie alle musiche , agli attori e alla scelta delle location rimane ancora oggi un film di successo e uno dei punti di riferimento per il thriller italiano. Profondo rosso, il titolo che spicca sulla copertina del dvd, imponente, davanti ad una testa mozzata bagnata da un lago di sangue, già questo ci mette all' erta su che film stiamo per visionare, e dopo aver premuto il titolo "play" ci ritroviamo in un tripudio di tinte rosse,musiche,fantocci,bambole ed efferati omicidi, tutti gli incubi più terribili di Argento racchiusi in due ore di pura angoscia e terrore che tiene lo spettatore in continua ansia, colp
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Ave Argento! Nel 1975 Dario inonda i cinema con questo capolavoro, questo film non è altro che l' apoteosi dei film thriller italiani grazie alle musiche , agli attori e alla scelta delle location rimane ancora oggi un film di successo e uno dei punti di riferimento per il thriller italiano. Profondo rosso, il titolo che spicca sulla copertina del dvd, imponente, davanti ad una testa mozzata bagnata da un lago di sangue, già questo ci mette all' erta su che film stiamo per visionare, e dopo aver premuto il titolo "play" ci ritroviamo in un tripudio di tinte rosse,musiche,fantocci,bambole ed efferati omicidi, tutti gli incubi più terribili di Argento racchiusi in due ore di pura angoscia e terrore che tiene lo spettatore in continua ansia, colpi di scena che fanno sobbalzare ancora oggi,il film meglio riuscito di argento in assoluto, che dopo 35 anni spaventa ancora, e questo dice tutto!
Grazie dario per averci regalato questo capolavoro indiscusso del genere thriller-horror made in italy!
VOTO: 10
Consigliato a tutti!
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sickboy
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mercoledì 9 novembre 2005
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tutti i colori della paura
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Universalmente conosciuto come "il capolavoro di Dario Argento" o come uno dei thriller più spaventosi di tutti i tempi. In effetti qualcosa di vero deve pur esserci, checchè se ne dica, visto che ho testimonianze molto vicino a me di persone che vedono abitualmente film di questo genere ma che si mantengono ben alla larga da Profondo Rosso o giurano di esserne stati talmente spaventati da non "gradire" una seconda visione!.
Inbubbiamente da questo film in poi il potere visionario di Argento esplode in maniera più incisiva ed è per questo che, soprattutto ai tempi della sua uscita, ebbe tanto clamore da trasformarlo ormai in un vero e proprio "cult". E i motivi non sono da ricercarsi tanto nella violenza, visto che aveva avuto predecessori che lo erano stati altrettanto se non di più.
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Universalmente conosciuto come "il capolavoro di Dario Argento" o come uno dei thriller più spaventosi di tutti i tempi. In effetti qualcosa di vero deve pur esserci, checchè se ne dica, visto che ho testimonianze molto vicino a me di persone che vedono abitualmente film di questo genere ma che si mantengono ben alla larga da Profondo Rosso o giurano di esserne stati talmente spaventati da non "gradire" una seconda visione!.
Inbubbiamente da questo film in poi il potere visionario di Argento esplode in maniera più incisiva ed è per questo che, soprattutto ai tempi della sua uscita, ebbe tanto clamore da trasformarlo ormai in un vero e proprio "cult". E i motivi non sono da ricercarsi tanto nella violenza, visto che aveva avuto predecessori che lo erano stati altrettanto se non di più. La spiegazione, secondo me, è che Argento comincia proprio con Profondo Rosso a mostrare spietatamente tutte le sue "carte" : i momenti d'ironia, largamente presenti nelle precedenti pellicole, si assottigliano a favore dei momenti di paura che invece si dilatano fin quasi all'esasperazione e l'attesa degli omicidi si fa più lunga e sofferta, mentre i "modus-operandi" sempre più bizzarramente atroci. E poi nenie infantili, bambole, ombre, corvi neri, quadri e disegni inquietanti, ville abbandonate custodi di allucinanti misteri. Una vera esplosione di elementi agghiaccianti che non lasciano respiro allo spettatore. Un thriller indubbiamente insolito come lo saranno anche i successivi almeno fino a "Phenomena". E' proprio partendo da qui al film sopracitato che Argento, secondo me, ha dato il meglio, benchè anche i precedenti tre gialli erano sintomo di un "tocco speciale" e per questo comunque di successo.
Inutile fare commenti alla colonna sonora : anche quella, ormai, è storia.
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quentin
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sabato 10 marzo 2007
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non più il solito thriller
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Ancora oggi, a distanza di più di trenta anni, Profondo Rosso è indiscutibilmente il migliore film che Dario Argento abbia mai realizzato: un totale, unico, inimitabile, sagace e continuo martellamento (visivo, sonoro ma anche psicologico) allo spettatore.
Prendendo spunto da suoi precedenti lavori ( L’Uccello dalle Piume di Cristallo, Il Gatto a Nove Code, Quattro Mosche di Velluto Blu per citarne alcuni ) il regista alterna con abilità scorci di Roma e Torino per creare una città letteralmente da incubo e mischia con inquietante abilità una regia fredda e distaccata con angoscianti sequenze soggettive dal punto di vista dell’assassino, (Montaggio di Franco Fraticelli ) in modo che lo spettatore veda ciò che vede il killer, e che in questo modo abbia paura non di un elemento estraneo, ma bensì di se stesso.
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Ancora oggi, a distanza di più di trenta anni, Profondo Rosso è indiscutibilmente il migliore film che Dario Argento abbia mai realizzato: un totale, unico, inimitabile, sagace e continuo martellamento (visivo, sonoro ma anche psicologico) allo spettatore.
Prendendo spunto da suoi precedenti lavori ( L’Uccello dalle Piume di Cristallo, Il Gatto a Nove Code, Quattro Mosche di Velluto Blu per citarne alcuni ) il regista alterna con abilità scorci di Roma e Torino per creare una città letteralmente da incubo e mischia con inquietante abilità una regia fredda e distaccata con angoscianti sequenze soggettive dal punto di vista dell’assassino, (Montaggio di Franco Fraticelli ) in modo che lo spettatore veda ciò che vede il killer, e che in questo modo abbia paura non di un elemento estraneo, ma bensì di se stesso.
Alla sua uscita anche per il pubblico amante del genere fu uno choc, grazie anche alla eccezionale fotografia mostruosa di Luigi Kuvellier, che da il meglio di se nelle scene della casa abbandonata, e non dimentichiamoci della spettacolare e indimenticabile colonna musicale scritta da Giorgio Gaslini ed eseguita dal gruppo “I Goblin”.
Anche se per tutta la sua durata non tutti i passaggi sono chiari o fluidi, ( sceneggiatura dello stesso Argento e di Bernardino Zapponi ) va tenuto conto che il copione non è solo ricco di spunti giallo-horror, ma anche di gustose gag tra i due protagonisti, come quella del braccio di ferro, o la sgangherata fiat 500, che comunque non diminuiscono la suspense, ( semmai permettono al pubblico almeno di respirare) giocata tutta su una regola tanto semplice quanto efficace: tutto ciò che è infantile fa paura (la testa di bambola mozzata, la morte della scrittrice in una vasca piena d’acqua bollente, l’oscurità predominante, la canzone macabra che accompagna le gesta dell’assassino sono un esempio ).
Se Alfred H. prendeva il giallo e l’inquietudine in tono elegante e rilassato in perfetto stile inglese, pieno di colpi di scena e di sottointesi, Argento non suggerisce nulla allo spettatore, va subito al punto mostrando quanto cruda può essere la violenza in un film, come la perfetta scena finale dello strangolamento- decapitazione dell’assassino per via della collana rimasta impigliata nell’ascensore, in una manifestazione tipicamente splatter, che avrebbe poi rivelato nuovamente Quentin Tarantino anni dopo.
IL MIGLIOR DARIO ARGENTO DI SEMPRE.
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[+] ciao quentin!
(di carlo zulianello)
[ - ] ciao quentin!
[+] nessuno cita villa scott
(di susannasellati@tiscali.it)
[ - ] nessuno cita villa scott
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