Profondo rosso |
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Un film di Dario Argento.
Con David Hemmings, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni.
continua»
Giallo,
durata 123 min.
- Italia 1975.
- Cinecittà Luce
uscita martedì 20 agosto 2024.
- VM 14 -
MYMONETRO
Profondo rosso
valutazione media:
4,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Terrorizzante? Suggestivo.di Oblivion7isFeedback: 2023 | altri commenti e recensioni di Oblivion7is |
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venerdì 26 agosto 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Si urla al CULT. Il Cult cosa può essere? O un film coraggioso di fama media che ha comunque influenzato altri film, oppure un film che è tra i preferiti di chi lo considera un CULT. Per esempio, il mio film preferito è Old Boy ed è un mio CULT personale. "Profondo Rosso" è un coraggioso thriller dai vaghi toni splatter in una scena che fu considerato "terrorizzante" all'uscita, quando i film horror non erano ancora tutti mostri fini a sè stessi che saltavano sullo schermo (stile Carpenter, l'unico regista del genere che apprezzo - e molto). Marc Daly, interpretato da un bravo David Hemmings, è un pianista jazz che, mentre torna a casa, vede una donna sanguinante che si sporge dalla finestra dell'appartamento sotto il suo. È una medium che non molto tempo prima aveva avvertito durante una conferenza la presenza di un assassino, che è arrivato per vendicarsi. La donna muore, e Marc la salva. A questo punto, veduto il poco convincente capo della polizia, comincia delle ricerche insieme alla giornalista Gianna, interpretata molto bene da un'antipaticissima Daria Nicolodi, e, in modo più passivo, dall'ubriacone Carlo, interpretato da un brillante Gabriele Lavia, anch'egli pianista. Le scene cult sono molte e sono quasi tutti omicidi (primo su tutti la scena del pupazzo). C'è un sottile gusto quasi weird nella rappresentazione degli oggetti personali dell'assassino, pupazzi infantili, piccoli giocattoli di Satana, sciarpette, disegni di bambini impiccati e cose simili. Bellissima la colonna sonora, forse la miglior colonna sonora rock originale mai messa in un film. Peccato che sia l'unica cosa conosciuta dei Goblin, gruppo progrock che avrebbe fatto scintille se negli album studio avesse avuto più ispirazione (dalla quale anche più successo, visto che grazie a questo film il loro nome era girato per tutto il mondo). Il film è un orgoglio nostrano, uno dei film italiani più noti all'estero, secondo forse solo a "8 e 1/2" e "La Vita è Bella" e forse altre pellicole di Fellini e Benigni. Ed è IL thriller. Peccato che IL thriller non sia anche il miglior thriller. La colonna sonora è una stella intera, la suggestione (data non solo dalle musiche, ma anche dall'atmosfera, non tanto di suspence quanto di inquietudine, lasciata dalle ambientazioni e dalla recitazione) è una mezza stella, e le altre due stelle e mezzo sono contenuto, sceneggiatura e regia. Una cosa forse è, purtroppo, che la colonna sonora, per quanto bella, leva tutta la tensione che ci sarebbe nel film, ma ci aggiunge un fascino unico e mai eguagliato, al massimo sfiorato con altre pellicole di Argento strumentate dai Goblin. Quindi la paura non c'è, a mio parere, bensì il sentore della paura, di qualcosa di nascosto ed inquietante perché si vede e si sente, non si sente e basta come la paura. Un bene o un male, mi chiedo? Probabilmente il miglior Argento, e questo è tutt'un dire, dirige quindi un'opera dignitosa, influente, rispettosa e geniale, che però potrebbe essere stata resa altrettanto bene con qualcosa di più nella sceneggiatura, come per esempio un maggior approfondimento di tutta la storia dell'assassino (non tutto viene spiegato, bisogna evincerlo ed è una faticaccia) e soprattutto una qualche modifica nella scena in cui l'assassino NON uccide Marc bensì lo fa solo svenire con un colpo in testa. Chissà come mai, forse perché il protagonista sopravvive sempre? Oppure anche la scuola elementare, edificio nella norma ma che nella notte sembra un maniero medievale, cosa sì inquietante ma che rasenta il ridicolo. Certo è, però, che queste cose non si erano mai viste prima, e che quindi "Profondo Rosso" ha davvero cambiato la faccia del cinema e ha influenzato gran parte del cinema mondiale. A volte non mi spiego il motivo, ma rivederlo è comunque sempre un piacere, perché un altro pregio è che il film non è noioso e si apprezza ogni volta in più che si vede. Va visto, non un capolavoro ma un MUST.
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