“ Ci sono forse delle differenze tra il futuro siderale di 2001 Odissea nello spazio ed il passato settecentesco di Barry Lyndon? Non a caso sono le due pellicole più definitive” Così ho letto da qualche parte quest’inciso che mi porta a dire : si è vero ,in parte , un opera è “definitiva” quando ha in se un rigore progettuale ; in questo senso i due film si rispecchiano ma il dipinto settecentesco di Stanley Kubirck ha una risonanza energetica condizionata da un progetto troppo “assemblato “.
Dice Martin Scorsese di Barry Lyndon.” Forse il progetto piùaudacedi Stanley Kubirck per ricostruire l’Europa del XVIII° secolo…………Kubrick mise a punto nuove tecniche con obiettivi prodotti per catturare il bagliore dei palazzi aristocratici illuminati da candele “.
Barry Lyndon ha in se la grandiosità di un progetto mai realizzato “Napoleon” e tanto del suo lavoro preparatorio.
Dice per l’appunto Stanley Kubirck del suo film nell’anno della promozione : “ parte delle ambientazioni sonno state recuperando dal lavoro preparatorio di Napoleone che poi non andò in produzione;posso dire con orgoglio, che il mio faticoso lavoro non è andato perso inutilmente. “
La ricostruzione di un “Universo storico”ambientato fa le campagne irlandesi, inglesi e tedesche avviene sulla base del perfezionismo più esasperato proverbiale del regista.
Dice del film la costumista Milena Canonero”ci siamo appoggiati ad una ricerca pittorica “reinterpretandola “per non cadere nell’”accademismo”.All’epoca del film ho girato l’Europa per vedere cosa già c’era di disponibile , per sapere se dovevamo realizzare tutti i costumi o solo una parte :gli abiti reperiti erano teatrali mentre gli abiti di Barrry LYndon furono naturalmente tagliati sui modelli dell’epoca ,con cura particolare ,anche i busti e la biancheria dell’ epoca”.
Il nostro film si rispecchiacon altre filmografie come The Duellist di Ridley Scott e in qualche modo anche con Il destino di un guerriero del regista madrileno Agustin Diaz Yanes: tutti è tre i film , con una regia sapiente, dipingono un quadro mirabile di un tempo che fu.
Va detta una cosa di Barriy Lyndon: è una pellicola che ha l’ingrato compito di mantenere desta l’attenzione dello spettato per quasi 3 ore. Fra i tre film citati,di impostazione storico bellica, prediligo nettamente The duellist di Ridley Scott: ha un’originalità, una verve ,una incisività unica.
Senza dubbio nel nostro film Stanley Kubrich mette in mostra tutto il suo mestiere proverbiale ,la conoscenza della fotografia senza rivali; tecniche di inquadratura innovative, ambientazioni molto fedeli e pittoriche…ma purtroppo, devo dire che questo film ha “un ‘anima poco definita”:
Se vogliamo la debolezza del film sta nella mancanza “ di un contenuto implicito che di solito rende condivisibile le opera del grande ed unico Stanley Kubrick
Qualcun ha detto del grande maestro che è stato immenso perché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica;che quando la musica cominciò a diventare centrale nella sua produzione e viaggiare insieme alle immagini questa scelta fu il mezzo che consentì al regista di accedere al “Paradiso” ; finalmente in questa simbiosi le immagini forma , compenetrate da un afflato universale cominciarono ad assorbire nuova forza nella reciproca sincronicità e risonanza.
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Eppure le musiche associare al XVIII° secolo con autori come Schubert rielaborate da Rosenman Leonard; autori come Hàndel , brani di musica popolare irlandese erano di alto profilo ma per un quid inspiegabile il sodalizio non ha “magnificato”.
Barry Lyndon è un film un poco barocco, dove riappare quella visone del regista negativa di un uomo conflittuale , senza un cuore , poco propenso a capire il senso più profondo che si percepisce da una armonica condivisione.
Mentre sto per salutarvi, mi appare “nel mio immaginario “ , la figura di questo”grande e misterioso genio “ svolazzante sul set, con il suo piglio autoritario ,imponendo i suoi convincimenti a tutti ,con in mano un obiettivo Zeiss mentre sonda il cielo per carpire “il refluo di Dio “ e che sembra invitarci a partecipare al suo sogno creativo .
Opera da vedere assolutamente per il tecnicismo esasperato e per la ricerca di una perfezione schiacciata dall’infelicità dell’ uomo.
Con rispetto
Weach illuminati
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