Stefano Reggiani
È un bene che certi registi scoppino come divi. Ieri il pubblico non ne sa nulla, oggi li apprezza, domani il mercato corre alla ricerca del nome fortunato. Non ci rincresce che questo curioso divismo registico tocchi a Fassbinder, è un uomo di ingegno straripante, un melodrammatico che passa dall'ambiguità sofisticata di Maria Braun alla cartolina d'epoca di Lili Marleen, alla saga terribile, inventiva, attorcigliata di Berlin Alexanderplatz. Nella ricchissima produzione di Fassbinder, la meno commerciale, la più personale (lui dirige film come altri prendono appunti su un foglietto) i distributori coraggiosi cercano le opere che possono raccogliere e stupire il pubblico. [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (2856 caratteri spazi inclusi) su 28 aprile 1981