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Il film si inserisce nel filone paradossale che chiude l’epopea del western all’italiana. Ferdinando Baldi fa un’operazione geniale. Prende due attori che hanno una vaga somiglianza con Terence Hill e Bud Spencer, Michel Coby, alias Antonio Cantafora, e Paul Smith, al secolo Anam Eden, li trucca e li veste come Trinità e Bambino, li fa doppiare dagli stessi doppiatori e crea un sottoprodotto d’effetto che colpisce il pubblico. Anche la locandina è un chiaro inganno visto che i due sono disegnati uguali a Hill e Spencer e questo fatto crea non pochi problemi alla casa di produzione che all’epoca dell’uscita del film nelle sale viene attaccata pesantemente da Italo Zingarelli, produttore di Trinità. Il film ottiene un buon successo dimostrando la forza del fenomeno Trinità, nonostante i mezzi estremamente inferiori a quelli di cui possono disporre gli originali. Agli inevitabili limiti tecnici con un suo smodato di telecamere a spalla e una complessiva povertà scenografica supplisce l’immaginazione, aiutata da una intrigante colonna sonora con una serie di orecchiabili motivetti firmati da Vince Tempera.
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