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Questo"Metti che ti rompo il muso"(GIuseppe Vari, 1973)è un tipico film-.prodotto(non sottoprodotto, basta dire"prodotto")dei Seventies, dove un po'di azione, un po'di sexy, un po'di humor sono"ricetta vincente"o credono di esserlo, Scazzottature, lottte, fughe-inseguimenti: basta per fare un film?La domanda retorica ha chiaramente risposta no, almeno per quanto riguarda chi scrive, poi...ognuno è capace di formulare il proprio giudizio, ma... Nulla di che, qualche bella attice(a iniziare da Siliva Monti), mentre Frederck Stafford, l'"eroe della cosa"appare statico e quasi "immobile"quale depositario del suo ruolo, ma certo è...una scelta voluta. Film come queso se ne trovano a bizzeffe, mentre altre scelte sono più difficili e scomode da fare....in quanto si rischia qualcosa.Vari sembra aver realizzato film di vari genere, dove l'evnetuale MDC(minimo comune denominatore)sembra essere l'azione, ma di per sé qui l'azione non basta, altro ancora neppure... Una scommessa persa, si direbbe, decisamente poco apprezzabile ed è brutto dirlo di un autore scomparso ormai oltre 35 anni fa...ma nel film non c'è. francamente, nulla che in qualche modo riequilibri il gioco del dare e dell'avere, del mostrare-esprimere.comunicare, volendo. El Gato
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