Fabrizio Croce
Close-up
È sorprendente quanto sappiano essere ancora devastanti ed intense nella loro crudezza e verità le parole pronunciate dai personaggi de La maman et la putain, disincantata e incarnata elegia di un menage a trois fino a un respiro che sembra non farsi mai ultimo, esondante gli argini di qualsiasi durata e formato cinematografici: opera torrenziale e dilatata nel cercare risonanze con i tempi e gli spazi della vita, arriva oggi in sala per la prima volta in Italia, a cinquant'anni dalla sua uscita (vinse il gran premio della giuria al Festival di Cannes 1973) , in una versione ridigitalizzata in 4K , a parlarci con la lingua esplicita e amara delle pulsioni (motivo per il quale ha subito per cosi tanto tempo l'ostracismo della nostra bigotta censura e viene distribuito comunque vietato ai minori di 14 anni) e la struggente tensione verso un romanticismo desaturato da sogno a bisogno, secondo la trasfigurazione impietosa e disperata dell'autobiografia del suo autore Jean Eustache (la cui vibrante e bruciante esistenza terminò precocemente nel 1981, quando morì suicida a soli 43 anni). [...]
di Fabrizio Croce, articolo completo (9194 caratteri spazi inclusi) su Close-up 16 marzo 2023