Cayatte firma un lavoro decisamente coraggioso, si addentra nei sistemi del potere francese che mostra, già solo nell'elezione politica di un sindaco di una città di provincia, una ferocia tale da fare rabbrividire i cittadini. Bernard Fresson lavora bene come il solito, ma qua è Michel Bouquet ad essere il primattore assoluto: scaltro, feroce, cinico oltre l'immaginabile, pervaso da una sete di potere infinita e, oltretutto, dotato di una mente geniale che gli permette di ordire un piano machiavellico degno del più mite (ed è un eufemismo...) Fantomas. Oltre a Bouquet spiccano di diritto Mireille Darc e il giovane Mathieu Carrière, nei panni dell'esperto fotografo che si presta al piano terribile di Bouquet. C'è anche Annie Girardot, certo, nei panni della moglie "senza macchia" del medico (candidato sindaco) Fresson, e lavora bene come il solito, ma il suo ruolo non è adatto a lei. Non è bellissima, non ha un fisico mozzafiato per partecipare ai festini con scambi di coppia che avvengono nella casa di Mireille Darc e del fascinoso marito e non è convincente nel suo ruolo. Comunque, preso atto che Annie deve recitare, la accettiamo anche se bisogna considerare che, se al suo posto ci fosse stata, ad esempio, Stéphane Audran, sarebbe stato un film molto più intrigante e veritiero. Mireille Darc si vede volentieri in ogni momento, bellissima e alla moda, sexy e intrigante, per di più al volante di una vettura sportiva molto alla moda in quel periodo, la Volkswagen-Porsche 914 che guida disinvolta per i lunghi viali parigini lungo la Senna. La storia è cruda e il finale è ancora più drastico di quello che si immagina, con Bouquet-cannibale che si sbarazza di tutti diventando il nuovo candidato, forte del piano da lui ideato che è riuscito alla perfezione. Non un film da guardare per rilassarsi, piuttosto un film da vedere distaccati senza lasciarsi coinvolgere emotivamente.
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