La polizia ringrazia |
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Un film di Steno.
Con Mario Adorf, Enrico Maria Salerno, Franco Fabrizi, Mariangela Melato, Valentino Macchi.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Italia 1972.
MYMONETRO
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qualunquismo becero, ma c'è E. M. Salernodi figliounicoFeedback: 51029 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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lunedì 1 aprile 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La polizia ringrazia del 1972, noir drammatico a metà strada tra i polar francesi e i polizieschi italiani degli anni ’70, come poliziottesco è due volte atipico, sia per il nome del regista, Stefano Vanzina, che con lo pseudonimo di Steno dal secondo dopoguerra in poi aveva diretto con enorme successo di pubblico Totò e Sordi in film di puro divertimento, sia per la sceneggiatura, dello stesso Vanzina e di Lucio De Caro, apparentemente venata da un insolito impegno politico sinistrorso, che sarebbe stato anomalo almeno per questo genere di pellicole invece naturalmente orientate a destra per la simpatia esplicita dimostrata nei confronti dei rappresentanti delle forze dell’ordine spesso contrapposti ad antipatici magistrati occhialuti troppo legalitari e garantisti. In realtà il film è pieno zeppo di luoghi comuni dell’epoca, ereditati dal qualunquismo di Giannini e ancora in voga attualmente in Italia, del tipo la polizia ha le mani legate e i giudici sono tutti di sinistra e per di più è infarcito di volgari battute omofobe e misogine. Il pericolo di un colpo di Stato ad opera di una fantomatica organizzazione anticrimine, che purtroppo in Italia non è mai esistita, viene agitato come uno spauracchio per confortare e rassicurare lo sprovveduto spettatore del 1972 circa la bontà del nostro sistema giudiziario fortunatamente formato da uomini di legge integerrimi e democratici, ovvero il commissario di polizia Bertone, interpretato da Enrico Maria Salerno, che per il carattere burbero e i modi spicci e un po’ violenti del suo personaggio ricorda Jean Gabin nel Maigret di Delannoy del ’58, ed il sostituto procuratore della Repubblica impersonato in modo piuttosto convenzionale da Mario Adorf. Stonato e fuori luogo appare, infine, il riferimento alla tragica morte di Pinelli, avvenuta appena tre anni prima, ed assolutamente ridicolo, banale e becero il puttantour notturno per le strade di Roma che il commissario fa con i giornalisti per dimostrare non si sa che cosa. In definitiva il film si salva grazie al cast formato da ottimi caratteristi e soprattutto da due grandissimi attori, Salerno e Mariangela Melato.
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